lunedì 11 maggio 2009

Pubblicati di interessanti (e desueti) testi cattolici

Dalla piccola casa editrice chietina, Amicizia Cristiana
Pubblicati di interessanti (e desueti) testi cattolici

Interessanti libretti di testi ormai desueti, se non addirittura espulsi dal patrimonio culturale e religioso del cattolicesimo moderno, vengono riproposti dalla casa editrice chietina Amicizia Cristiana, del gruppo editoriale Tabula fati.
Tra i tanti libri recentemente editi ne segnaliamo tre:

Giovanni Bosco, UNA DISPUTA TRA UN AVVOCATO ED UN MINISTRO PROTESTANTE Dramma - [ISBN-978-88-89757-28-4] - Pagg. 64 - € 5,00
San Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore della Congregazione dei Salesiani, pubblicò numerose opere rivolte al popolo e ai giovani per divulgare la dottrina cattolica. In molte di esse Don Bosco attinse ai temi tradizionali dell'apologetica della Chiesa, in particolare per contrastare la penetrazione dell'eresia protestante in Italia, favorita dagli ambienti liberali fautori del Risorgimento.
A Torino il Santo aveva frequentato il "Convitto Ecclesiastico" di san Giuseppe Cafasso, dove non si era persa l'eredità delle "Amicizie" del ven. Pio Bruno Lanteri, la cui azione era protesa alla diffusione della buona stampa cattolica contro gli errori del tempo. L'oratorio salesiano di Valdocco, dove fu poi costruita la chiesa in onore di Maria "Auxilium Christianorum", divenne il punto di riferimento dei cattolici antiliberali della città, tra cui una delle più importanti benefattrici di Don Bosco, la vandeana Giulia Colbert, Marchesa di Barolo.
Nel 1853, con l'aiuto di mons. Moreno, vescovo di Ivrea appartenente all'ala intransigente dell'episcopato, Don Bosco iniziò la pubblicazione delle "Lettere Cattoliche", efficace mezzo di istruzione popolare, edificante e devota, che avranno una altissima tiratura di copie in tutta Italia.
L'operetta teatrale "Una disputa tra un avvocato ed un ministro protestante" rientra in questo genere di letteratura; nell'operetta Don Bosco, in modo divertente, illustra le "note della Chiesa", mette in berlina i ministri protestanti e smaschera i mezzi di corruzione da essi utilizzati per adescare nuovi adepti. Durante le famose "passeggiate autunnali" nelle parrocchie piemontesi, le popolazioni attendevano con impazienza la recita di queste operette da parte degli alunni di Don Bosco nei teatri comunali.
Il testo, in controtendenza rispetto all'ecumenismo imperante, permette di apprezzare lo zelo apostolico che infiammava san Giovanni Bosco, il quale utilizzava ogni mezzo per preservare i giovani e i ceti più popolari dalle insidie dell'eresia. Ritornano alla mente le parole che gli alunni dei collegi salesiani cantavano a squarciagola: "Don Bosco ritorna!".
Silvio Riva, PICCOLO CATECHISMO DEL SOLDATO - IL LIBRO DELLA FEDE
[ISBN-978-88-89757-29-1] - Pagg. 64 - € 5,00
Si narra che un giorno fu chiesto a Michelangelo: "Come fate a produrre statue così piene di vita?" L'artista rispose: "Le statue sono già nel marmo. Tutto sta a cavarle fuori". I giovani, come il marmo, sono della materia grezza: se ne può ricavare dei buoni cristiani, delle anime generose, perfino dei santi. I catechismi sono dei preziosi strumenti che consentono agli educatori - genitori, sacerdoti, religiose - di modellare l'anima del giovane secondo le verità che ha insegnato Gesù Cristo.
Lo sforzo della Chiesa, per assicurare il massimo risultato nel campo catechistico, ha portato alla pubblicazione di numerosi testi "cuciti su misura" delle persone a cui sono rivolti: catechismi per le scuole dei diversi gradi, catechismi per gli adulti, catechismi per i lavoratori, ecc. Non poteva mancare un testo rivolto ai giovani impegnati nel servizio militare.
Il "Piccolo catechismo del soldato" fu concepito alla vigilia della seconda guerra mondiale, rivolto ai giovani, cresciuti nelle famiglie e nelle parrocchie dell'Italia Cattolica, che la leva obbligatoria (di origine napoleoniche) aveva arruolato in vista della guerra. Gli uffici ecclesiastici predisposti all'assistenza religiosa nelle Forze


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ABRUZZOpress –N. 154 del 10 maggio ’09 Pag 2

Armate diffusero in modo capillare questo genere di catechismi, che furono usati dai cappellani militari per mantenere viva la Fede delle truppe.
Il testo, malgrado il linguaggio che risente della retorica del tempo, mantiene il suo interesse e può essere un valido aiuto per tutti coloro che indossano un divisa o per coloro che desiderano rispolverare le nozioni principali della religione con un'impostazione militare. Del resto, come ricorda sant'Agostino nella lettera 189, riprendendo il Libro di Giobbe, la vita dell'uomo sulla terra non è forse una milizia?
Alfonso Maria de' Liguori, NON PUO' ESSER VERA LA RELIGIONE GIUDAICA
[ISBN-978-88-89757-25-3] Pagg. 96 - € 7,00

"Verità della Fede" (di cui "Non può esser vera la religione giudaica" è un piccolo estratto) è lo sviluppo dei due trattati "Breve dissertazione contro gli errori de' moderni increduli e Verità della fede fatta evidente", apparsi nel 1756 e 1762. Il primo è ripreso e completato nelle due prime parti da quest'opera; il secondo nella terza parte.
Sant'Alfonso dichiara che si è molto servito "Dei Fondamenti della Religione e dei fonti dell'Empietà" del P. Valsecchi (1764); nonostante ciò, questo libro, a suo dire, "è costato sudori di sangue". Vi si trovano 480 citazioni d'autori senza contare i testi della bibbia. "Pregate Dio - scriveva il 7 gennaio 1766 al P. Sapio - che io scriva in maniera da poter disingannare tanti poveri giovani infettati oggigiorno da questi errori, specialmente a seguito di numerose pubblicazioni avvelenate che ci giungono dalla Francia."
Dapprima fece stampare questo libro in pochi esemplari, a Napoli nel 1767, per paura che si perdesse l'originale e per avere maggiore facilità di correggere il testo. L'opera piacque non solo a Napoli, ma anche a Roma. Remondini la ristamperà nell'anno stesso della sua approvazione. Il papa Clemente XIII, a cui venne dedicato il lavoro, l'onorò con un Breve il 4 agosto 1767. Ignazio Neubauer, S. J., nella sua "Vera Religio Vindicata" (Wurzbourg, 1771) cita a più riprese la "Verità della Fede" come un'opera di valore.

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