lunedì 25 febbraio 2008

Pepito, l'illustre giuliese contemporaneo











Un illustre contemporaneo giuliese: Pepito, al secolo Romolo Algeni

Di Walter DE BERARDINIS



Avevo sentito parlare del “fantomatico” Pepito da New York, ma non immaginavo che era un giuliese purosangue come lo è lui. Pepito, al secolo Romolo Algeni, è nato nel 1968, da Benito (autotrasportatore con la Romanelli) e Santina. Fin da giovane ha dimostrato grandi attitudini nella comunicazione e nello stare sempre con la gente. Pensate che da ragazzino i suoi familiari gli regalarono un piccolo trasmettitore, fu passione vera, partecipò attivamente alla nascita della radio locale, Radio G. Il suo primo programma, tra l’altro seguitissimo, si chiamava “Dedicato a!!!”. La più grande gaffe in radio fu quando, dopo circa 36 dediche con la canzone di Tozzi “Ti Amo”, non mandò in onda il pezzo, con le naturali polemiche dei radioascoltatori. Poi, le magiche serate allo stabilimento balneare della “Conchiglia”, con tante feste e serate in maschera, anche con la presenza di numerose cariche istituzionali locali. Poi, nel 1991, all’età di 34 anni la svolta, dopo una lunga esperienza nel settore commerciale, prima in Abruzzo e poi sul resto della penisola italiani, decide di cambiare vita, partire alla volta della grande America, gli USA.

Negli USA, portava la creatività tutta italiana e la passione per i grandi vini della nostra terra. Approdato nella “grande mela”, iniziò a collaborare con un altro giuliese, già contitolare di un ristorante nella zona di Soho. Era un locale alla moda, con un nuovo concetto di cucina etnica fusion, tra oriente e occidente. New York, una città aperta alle nuove idee e soprattutto alla cucina inventiva. Passata la sbornia e la dura ambientazione di un paese straniero, penetrato nell’ambiente della ristorazione che conta, decide di crescere arricchendo il bagaglio culturale nel settore della degustazione dei vini, di quale è un ottimo esperto.

Nel 1993, la prima e vera esperienza nel campo, management di ristoranti, dirigendo un multilocale nell'Est Villane, dal nome Caffè Anarchy, affiancato da 2 amici conosciuti a New York, Egizio Parietti, critico cinematografico e Maurice Vasco, regista televisivo, quest’ultimo vincitore di 5 telegatti con la trasmissione per i bambini, “Bim Bum, Bam!”, diretta da Paolo Bonolis. Fu un successo. Molte le recensioni e soprattutto il primo articolo sul New York Times. Nel 1996, prima collaborazione nella zona dei Hamptons, nota località balneare di New York, con Rocco Ancarola, anche qui un successo incredibile. Dal 1997 ecco che prende la direzione del ristorante Baraonda, il suo concetto di rivoluzionare la ristorazione a New York gli porta fortuna. Subito inizia lo scambio culturale con altri cuochi italiani che volevano misurarsi con esperienze internazionali. Con la collaborazione del Dott. Mosca, già Direttore della compagnia di bandiera Alitalia negli USA e di altri ristoratori newyorkesi, iniziano l’importazione dei prodotti italiani. Ad oggi ha ricevuto già 7 Honoring Of Exellence, dalla famosa rivista Wine Spectetor, come migliore lista di vini a New York. Sarcastica fu la risposta al commento del Presidente dei sommelier francesi che contesto la mancata presenza nella sua lista dei vini francesi “…non li ho inseriti perché li ritengo ovvi!”. Memorabile l’articolo uscito sull’Espresso, dopo un cena con il Direttore della rivista a New York, Gianni Perrelli, con il mitico “brodetto alla giuliese” ed erano presenti anche Jhon Kennedy e sua moglie Karoline, quest’ultimi veri cultori della nostra cucina.

Gli italiani come lui, già da tre generazioni nella terra delle vere opportunità, hanno visto la strada spianta, ma pur sempre legata allo stereotipo dell’italiano pizza, spaghetti e mandolino. La svolta è stata quello di differenziare i vari tipi di cucina regionali italiani ed approfondirli con prodotti originali. Infatti, ancora oggi, New York si presta come meta preferita per i molti chef italiani che voglio confrontarsi con la cucina internazionale. I prossimi progetti che sta portando avanti sono l’apertura di un ristorante nella contea dei Hamptons, nota località balneare dove vanno i newyorkesi che contano. Sarà affiancato da due qualificati chef italiani, Stefano Marracini e Vincenzo Pincelli. Certo, il calore della sua terra gli manca, la sua Giulianova affacciata sul Mare Adriatico la porta dentro il suo cuore. Non solo, molti sono i giuliesi che partono alla volta degli USA, ma poi finiscono per passare da lui, al mitico Baraonda di New York. Certo che Pepito è rimasto nel cuore dei giuliesi e oggi anche dei numerosi newyorkesi che lo frequentano. Non mancano le celebrità nel suo locale, si annovera tra l’altro: il cantante Zucchero, l’attore Giancarlo Giannini, il giornalista Giulio Borrelli e Fabrizio Maffei, poi le squadre del Milan e della magica Roma, di cui è un grande tifoso.

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