sabato 7 giugno 2008

Manifestazioni. Festival Letterario Lib[e]ri, III Edizione – Teramo – Giardini del Palazzo della Provincia, 9 – 14 giugno 2008


Festival Letterario Lib[e]ri
III Edizione – Teramo – Giardini del Palazzo della Provincia
9 – 14 giugno 2008



Lunedì 9

Ore 17:00 - Amori e pianeti – Simone D’Alessandro, Alcide Pierantozzi e Marco Sommariva presentano il racconto L’uomo che parlava alle piante (Carsa) e i romanzi “L’uomo e il suo amore” (Rizzoli) e “Il venditore di pianeti” (Tropea). Conversazione a cura di Francesca Di Bartolomeo.

Mostra di fotografica di Luigi Storto, Senza destino. Viaggi nei campi nomadi di Roma (mostra presentata a Roma al Teatro dei Dioscuri del Quirinale)

Ore 18:00 - La vita in un’allegoria - Elso Simone Serpentini presenta “Il criticone” di Baltasar Gracian (Artemia). Conversazione a cura di Simone Gambacorta.

Martedì 10

Ore 18:00 - Voci e versi - Nicola Catenaro e Paola Rodomonti presentano le raccolte di poesie “Grandangolo” (Ricerche & Redazioni) e “Canto per gli orfani” (Media). Conversazione a cura di Simone Gambacorta. Letture di Candida Ambrosi, Claudia Di Battista, Laura De Berardinis.

Mostra di pittura di Alessandra Striglioni né Tori, Opere d’anima.

Ore 21:30 - Tra storia e archeologia - Giovanni Lattanzi e Marco Patricelli presentano i libri “Navi e città sommerse” (Laterza) e “L’Italia sotto le bombe” (Laterza). Conversazione a cura di Luca Maggitti.

Mercoledì 11

Ore 18:30 - Scrivere racconti - Carlo Melina e Alessio Romano presentano l’antologia “Viva Las vegas” (Las Vegas). Conversazione a cura di Francesca Di Bartolomeo.

Ore 21:30 – Cagliostro – Sergio Campailla presenta il romanzo “La divina truffa” (Bompiani). Conversazione a cura di Luca Morricone. Letture di Cristina Trifoni.

Giovedì 12

Ore 17:00 - Scrittura e solitudini - Giuseppe Braga e Gianfranco Contini presentano i romanzi “Ma tu lo conosci Joyce?” (Sironi) e “Tutto esaurito” (Robin).
Conversazione a cura di Massimiliano Orsini.

Ore 18:30 - “Raccontare il lavoro” - Angelo Ferracuti presenta il libro “Le risorse umane” (Feltrinelli). Conversazione a cura di Massimiliano Orsini.

Ore 21:30 – La città fragile – Reading di Beppe Rosso e Filippo Taricco, con presentazione del libro “La città fragile” (Bollati Boringhieri). Conversazione a cura di Massimiliano Orsini.

Venerdì 13

Ore 18:00 - L'Abruzzo visto dall'America e l'America vista dall'Abruzzo: Gabriele D'Annunzio e John Fante: conferenza di Luca Scarlini e Alessio Romano, con presentazione del libro “D’Annunzio a Little Italy” (Donzelli) di Luca Scarlini. Modera Simone Gambacorta

Ore 21:30 - L’azzardo e la menzogna - Roberto Michilli e Gianluca Morozzi presentano i romanzi “Fate il vostro gioco” (Fernandel) e “L’abisso” (Fernandel).
Conversazione a cura di Simone Gambacorta.

Sabato 14

Ore 18:30 - Due scrittrici abruzzesi - Giulia Alberico ed Emma Pomilio presentano i romanzi “Il vento caldo del garbino” (Mondadori) e “La notte di Roma” (Mondadori). Conversazione a cura di Giuseppe Fantasia.

Ore 21:30 - La vera religione spiegata alle ragazze - Camillo Langone presenta il libro “La vera religione spiegata alle ragazze” (Marsilio). Conversazione a cura di Carlo Melina.


Lib[e]ri 2008 - III Edzione, 9-15 Giugno 2008 - Giardini del Palazzo della Provincia – Teramo. Organizzazione: Associazione Culturale “Empatia”, Via G. Milli 4, 64100 Teramo. Direzione artistica: Simone Gambacorta. Coordinamento generale: Enrico Angelini, Massimiliano Orsini, Stefano Gennarelli. Collaboratori: Roberto Di Giovannantonio, Antonio Liturri, Daniela Piccioni, Alessio Romano. Rapporti con gli editori: Francesca Di Bartolomeo. Addetto stampa: Alessandro Misson. Media Partner: “La Città”. In collaborazione con il Banco della Solidarietà di Teramo.

Centro Storico. Lettera aperta di un residente al centro storico di Giulianova


Vi segnalo questa scandalosa immagine per metterti al corrente di quanto il comune di Giulianova sia poco interssato ad una reale cura del Nostro Amato Centro Storico!!! Si aggirano da qualche tempo degli strani personaggi armati di granare, secchi e palette oltre a regolari guanti da giardinaggio, che, si dice dovrebbero tenere pulito il centro storico.Ora al di là del controllo che viene esercitato su questi sicuramente incolpevoli personaggi, vorrei capire con quale logica io, privato cittadino, con una bambina piccola in casa che raccoglie tutto ciò che trova per terra, dovrei assistere ad uno spettacolo simile: una siringa usata posata su uno scalino di una casa abbandonata vicino alla mia!! Ora voglio capire che non possiamo sterminare i tossicodipendenti e che non si riesce a fare un controllo accurato del traffico presente a qualche metro da casa nostra, capisco che le forze dell'ordine attendano una colpaccio (mentre a noi ci tocca convivere con situazioni a dir poco sgradevoli..), ma che il pulitore passi ed ignori questa evidente traccia pericolosa mi sembra inaccettabile!!Chiedo perciò che queste persone si comportino da buoni padri di famiglia e diano un occhio di riguardo al lavoro che svolgono e che il comune si impegni per ridare lustro ad un centro storico che potrebbe essere un vanto invece della vergogna che è adesso. A volte basterebbe che fossero posizionati dei cestini per invogliare le persone a non buttare ogni tipo di rifiuto in terra...Al momento in cui sto scrivendo aspetto che una bottiglia di birra, che ha preso il posto della siringa, autonomamente decida dopo tre giorni di buttarsi nel cestino della raccolta differenziata... MAH CHISSA'?!??!!?

Cordialmente

Gianmarco Ciccolone

Teatro. MIGRANTI, parole canti suoni corpi oggetti visioni dei popoli migratori. A partire da lunedì una settimana nel Teramano.




MIGRANTI
parole canti suoni corpi oggetti visioni
dei popoli migratori

A partire da lunedì
una settimana nel Teramano.

Ha avuto inizio lunedì 28 aprile la rassegna teatrale a tema “MIGRANTI”: un progetto a cura della Rete Teatri d’Abruzzo inserito all’interno della Rete Abruzzese per lo Spettacolo, che dal 28 aprile al 22 giugno propone ben 32 repliche di 5 spettacoli a tema.

Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 e sono ad ingresso gratuito.

Lunedì 9 giugno la rassegna farà tappa a Giulianova presso il Parco Franchi (entrata viale Orsini) con la Compagnia della Memoria, che porterà in scena “Mille metri sotto terra”, un suggestivo testo di Luca Pompei interpretato da Milo Vallone e dai solisti Muteart, nato in occasione del cinquantenario della tragica vicenda di Marcinelle, in cui persero la vita oltre 60 abruzzesi su 136 italiani. In occasione della serata, sarà possibile acquistare il testo della pièce pubblicato dalla Demian Edizioni.

Gli appuntamenti nella Provincia di Teramo continueranno giovedì 12 presso il teatro polifunzionale di Pineto con la compagnia Teatro del Sangro – I guardiani dell’oca in “Capitan Harlock - Un portiere d'albergo di Villa Santa Maria ”, di e con Stefano Angelucci Marino, che rappresenta la chiusura di un’antologia ispirata alla scrittura di John Fante con il racconto di un’emigrazione tutta moderna: quella dei giovani in cerca di lavoro.
Venerdì 13 e domenica 15 sarà la volta di Roseto, presso la Villa Comunale, con la compagnia Terrateatro nello spettacolo “Cemento” (il 13) e il Teatro del Paradosso in “Vite a perdere” (il 15).
In “Cemento” viene riportato in vita il romanzo “Cristo tra i muratori” dell’italo americano di origini vastesi Pietro Di Donato: un caposaldo della letteratura proletaria italiana che offre uno scorcio newyorkese sulle condizioni precarie che i migranti italiani dovevano accettare pur di guadagnarsi il pane.
In "Vite a perdere", scritto e diretto da Giacomo Vallozza, viene dipinta una delle mille storie che accadono ogni giorno tra badanti rumene e famiglie italiane.

Si allegano le schede degli spettacoli.

“Migranti” è un progetto inserito all’interno della Rete abruzzese per lo Spettacolo, frutto del “Patto per lo spettacolo” tra Ministero per i beni e le attività culturali, la Direzione degli Affari della Presidenza della Regione Abruzzo, l’assessorato alla cultura della Regione ed enti locali. La Rete Teatri d’Abruzzo è composta dalle compagnie teatrali del Teatro del Paradosso, del Teatro del Sangro-Guardiani dell’oca, della Compagnia della Memoria, del Terrateatro, e del Lanciavicchio.

Ufficio stampa MIGRANTI - Cristina Mosca
Informazioni: 0863/25933 – 348/9314156
http://wpop12.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=yLZ5sVqA50%2BBCuTMYBDw75Y0TlbLgsc%2Bde7ez9dkE4dVQe9GlCBZuQsTlmfvo6lPKwNTKbToVBc%3D&Link=http%3A//www.teatridabruzzo.it/, info@teatridabruzzo.it


Teatro del Paradosso

Vite a perdere

scritto e diretto da
Giacomo Vallozza

con
Elvira Rimbu
Teatrul de Stat Oradea
Romania
Giacomo Vallozza

scene
Giancarlo Gentilucci

assistente alla regia
Federica Nobilio

fonico/datore luci macchinista
Pierpaolo Di Giulio Angelo Boccadifuoco
costumi ed attrezzeria
acl

La necessità porta gli esseri umani a incontrarsi. E la curiosità, a volte, apre porte inaspettate. Ma non sempre prevalgono il rispetto dell'altro, la comprensione, la solidarietà.
Quella di Gabi, Paride e la madre è una delle mille storie che accadono ogni giorno tra badanti rumene e famiglie italiane. Non più bella o più brutta, importante o insignificante.
Così è, se vi pare.
Un incontro avvenuto per caso e per bisogno: la madre che necessita di assistenza ventiquattro ore su ventiquattro, la rumena che deve guadagnare per sostenere la famiglia nel paese d'origine.
Il contratto di lavoro, verbale, stabilisce diritti e doveri del datore di lavoro e del lavoratore; elementari, quasi brutali. Poi, ognuno per sé. I tipi, caratteriali e culturali, messi in relazione, non si incontrano. Al contrario, cercano lo scontro che risolva, una volta per tutte, la reciproca dipendenza. Vite sospese in attesa che qualcosa accada mentre, inesorabile, il quotidiano le lavora. La madre, in balia di uno scompenso al cuore, la badante con la speranza di risolvere il problema del figlio. In mezzo Paride, che racconta la vicenda. Evocando fatti e persone, ripercorre la propria vita e, inevitabilmente, ne fa un bilancio. Con la madre, registra l'incapacità di essere d'aiuto a chi l’ha sempre aiutato. Con la rumena, assiste al fallimento dei rapporti umani e cade nella trappola del pregiudizio, del sospetto a prescindere. Vede in sostanza un'occasione persa, di scambio di esperienze, di tradizioni, di arricchimento reciproco. Vite in attesa che accada qualcosa di giusto, nuovo, dirompente, come solo l'amore può essere. Vite poi riconsegnate, malvissute: vite a perdere.
Progetto di Produzione / Centro Culturale “La Trama”-Pescara


“Mille metri sotto terra”
…verso Marcinelle

Testo di Luca Pompei


Con Milo Vallone

e I SOLISTI MUTEART
ANTONIO SCOLLETTA violino LUANA DE RUBEIS violino
MARCELLO MANFRIN viola GIANCARLO GIANNNAGELI violoncello
FRANCO FINUCCI chitarra DAVIDE CAVUTI fisarmonica

Musiche originali e Direzione musicale
Davide Cavuti

La pièce “Mille metri sotto terra” narra della tragica vicenda di Marcinelle e nasce nel contesto del cinquantenario del suo compimento.
Il punto di vista narrativo è affidato ad un personaggio immaginario, un abruzzese qualunque: un ragazzo qualsiasi.
L’opera si pone così in un modo intimo e poetico, cercando di toccare corde emotive più profonde di quanto possa riuscire a fare un lavoro concepito in modo epico e/o documentaristico.

Sinossi:

Dalle cime sognate della Majella, alle “taglie” della miniera di Marcinelle, il drammatico viaggio verso un lavoro sicuro in Belgio di uno dei tanti emigranti costretti dalla fame di un Italia ancora lacerata dalla Grande Guerra, raccontato in prima persona, secondo coscienza, attraverso i propri occhi.
“Mille metri sotto terra” è un silenzio rotto in tanti piccoli pensieri, riflessioni, ma non è solo la testimonianza cruda di una denuncia civile, vuole essere qualcosa di più: la storia dell’anima trascinata a forza verso il più tragico dei destini, come in una sorta di percorso obbligato.
L’infanzia in campagna, il servizio militare tra gli alpini, il sapore di casa come elemento distintivo e identificativo, l’intensità e la purezza del suo primo amore e poi l’unica scelta possibile (“A Mà so decise…je me ne vaje”). Il lungo viaggio in treno fino a Milano per le visite mediche e poi a proseguire fino a Charleroi, in Belgio. I massacranti turni di lavoro in anguste taglie di 80 centimetri a oltre mille metri sotto terra e poi quel terribile 8 agosto del 1956, un’improvvisa luce ed il ritorno/non ritorno a casa, in un percorso obbligato a ritroso, le oltre cento bare disposte di fronte alla cattedrale di Pescara, nel giorno dei funerali e gli occhi presenti/assenti di chi può rendere testimonianza anche di questo ultimo atto.
Il tutto attraverso una intensa narrazione, dove la storia vissuta si alterna in un gioco di chiaroscuro, con la storia scritta, in un ricordo perpetuo ed eterno.
Capitan Harlock
un portiere d’albergo di Villa Santa Maria

di e con Stefano Angelucci Marino

da John Fante

progetto scenico, testo e regia Stefano Angelucci Marino
scena e costumi Massimiliano Serrapica & Paola Dell’Aquila
tecnico luci e suono Seby Marcianò
assistenza tecnica Free Power Service
ufficio stampa Walter Berghella
organizzazione Rossella Gesini
una produzione TEATRO DEL SANGRO
compagnia teatrale I GUARDIANI DELL’ OCA

APPUNTI DI SCENA


Villa Santa Maria, uno splendido paese della provincia di Chieti, è nota in Italia e nel mondo per essere “la patria dei cuochi”. L’origine della Cucina villese è veramente antica. La leggenda vuole che i primi cuochi villesi risalgano al 1560, all’epoca dei Principi Caracciolo, signori di Villa. Il principe Ferrante Caracciolo in quegli anni fondò la prima scuola alberghiera; fu proprio da quella scuola che si sviluppò il seme che avrebbe fatto poi di Villa Santa Maria la patria dei cuochi, i quali cominciarono nel corso dei secoli ad avventurarsi per i paesi del mondo in cerca di fortuna. Nel 1939 infine viene istituito l’Istituto Professionale Alberghiero, la prestigiosa Scuola che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per la tradizione culinaria italiana, un’istituzione che annualmente “sforna” cuochi, camerieri e portieri d’albergo di primissimo livello.

Capitan Harlock - un portiere d’albergo di Villa Santa Maria è il risultato di una composizione scenica che valorizza il lavoro di attori, scenografi, musicisti, disegnatori luci e videomaker fino a comprenderlo nel procedere teatrale. Si tratta di un nuovo racconto teatrale che, tra rimandi ai nodi tematici più significativi dell’opera di John Fante e visioni di un Abruzzo sospeso tra le pratiche e i simboli del mondo tradizionale, tenta di mostrare lo smarrimento della generazione degli under 30 di oggi.
Dentro una squallida stanzetta di una non precisata Casa di Cura, Dominic Pavia-Capitan Harlock vive da mesi immerso tra fumetti e dvd.In questa narrazione tutta giocata tra realismo e visionarietà, lo spettatore si ritrova da subito direttamente coinvolto nella mente del protagonista, assistendo alla materializzazione nella stanzetta di sogni, suoni, voci e immagini che rimandano a parte dei contenuti del vissuto e dell’immaginario del nostro.
In questo spettacolo teatrale Dominic Pavia (soprannominato Capitan Harlock dagli amici in omaggio alla sua passione per il noto cartone animato giapponese) un giovane abruzzese dei giorni nostri, racconta la sua storia, l’avventura di un ragazzo che dall’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria, sognando di diventare un grande portiere d’albergo, arriverà a lavorare in Germania, e lì…
Con grande ironia e semplicità si racconta di Villa negli anni ’90, degli inizi all’Alberghiero, degli scontri con i parenti, l’arrivo in Germania, i colleghi e la dura vita del “cerca-lavoro”.

Il giovanissimo Dominic detto Capitan Harlock in famiglia sente scoppiettare l’idioma abruzzese, idioma che tra i componenti del “clan“ spesso rappresenta il mito dell’origine, il rifugio salvifico, l’identità ri-affermata, mentre per lui, per il giovane professionista del “front office” oramai pronto alla conquista del mondo (ossia la Germania, la grande Europa) significa solo emarginazione e disprezzo.
Inizia così l’avventura di un ragazzo che costruisce su di sé una visione dell’estero, della Germania come terra da conquistare. Conquistare il successo, la notorietà… e farla finita con l’Abruzzo!
Da quel momento Capitan Harlock vive tutte le fasi della sua vita nel pieno di una forte contraddizione psicologica, in una specie di lunga crisi d’identità, indeciso tra la spinta all’integrazione piena (cioè verso la piena conquista di una dimensione “moderna”) e la difesa della propria radice autentica, rappresentata dal patrimonio di tradizioni dei genitori, di norma antiquati e fatalmente antagonisti rispetto alle ambizioni dei figli.
Capitan Harlock è il racconto di un continuo sogno ad occhi aperti, e del sogno questo spettacolo conserva la struttura ambigua e sfuggente.
Capitan Harlock è un lavoro teatrale “alimentato” dalla scrittura di John Fante: una comicità trafelata e plateale, l’inquietudine visionaria e ispirata, l’attenzione profonda, eppure mai compiaciuta, al mondo degli ultimi - degli immigrati - e chiaramente la scoppiettante presenza dell’ambiente domestico, cioè etnico, come sempre nei romanzi di Fante descritto nel momento della sua implosione, del suo scardinamento a causa delle forze contrapposte che lo abitano, generazionali e culturali. terrateatro
cemento
tratto dal romanzo “Cristo tra i muratori” di Pietro Di Donato
La storia di Pietro Di Donato è di per sé un romanzo. Aveva appena dodici anni che suo padre, muratore, morì sul lavoro a causa di un crollo di un edificio. Era il venerdì santo del 1923. La fatica dovuta alla perdita del padre, i sette piccoli fratelli bisognosi di essere accuditi, costringono Pietro ad iniziare il lavoro di muratore a quella giovane età. La vicenda che intendiamo raccontare con lo spettacolo “Cemento” parte proprio dalle condizioni dei migranti italiani, dai soprusi ricevuti sul posto di lavoro, dai salari bassi, dalle condizioni precarie in cui si guadagnavano il pane. Sembrano argomenti attuali, che ripropongono lo spinoso tema del mondo dei diritti legati al lavoro. Questa, in più, è una storia rude come un pezzo di granito, dove ritroviamo le nostre radici, dove il popolo dei muratori lotta contro la materia e contro il fato, sostenuto dalle forze elementari della sua stessa primitività e della fede in Dio. E il mondo di cui parliamo è un mondo oscuro, sordo, umile, nascosto, ignorato, che tenta di esprimersi a fatica per trovare una dimensione. Ma è anche un mondo in cui si parla il linguaggio della solidarietà, quella dei “paesani” , gente semplice costretta, come i genitori di Pietro, a lasciare l’Italia; in cui le tradizioni, i canti, le credenze, sono le stesse abbandonate nel paese natio. Sembra essere il medesimo racconto delle migliaia di immigrati di oggi, che muovono da ogni parte del mondo per cercare fortuna.
Gli avvenimenti si snodano, sulla scena, nell’arco di una giornata di lavoro, nella quale il piccolo Pietro è accudito, guidato, educato da Vincenzo detto Nasone, un vecchio muratore, amico fraterno e paesano del padre. Una intera giornata, dove i due protagonisti, attraverso le sottolineature dal vivo di musiche evocatrici, lasciano spazio al racconto degli avvenimenti della famiglia Di Donato, una fra le tante, che a stento vive sullo sfondo dei grattacieli di New York e della grandiosità americana in costruzione. Una fatica che diventa anche sogno, gioco, poesia, consegnando nelle mani di un bambino non solo il destino di un’intera famiglia, ma anche il grido di speranza dei miseri della terra, dei poveri Cristi.

Attori: Cristina Cartone, Alessio Fratoni, Ottaviano Taddei; Costumi, Scenografia, Oggetti: Terrateatro; Scenografia: Francesco Maria Di Bonaventura; Musiche eseguite dal vivo: Alessio Fratoni; Adattamento teatrale e Regia: Ottaviano Taddei.
cooperativa Teatro Lanciavicchio
Ergakaiemerai

le opere e i giorni

di Stefania Evandro e Antonio Silvagni
lievemente ispirato a ‘Le opere e i giorni’ di Esiodo

Con Stefania Evandro, Alberto Santucci, Armando Rotilio.
Con la partecipazione in video di Abu Gueye.
Scenografie e costumi: Scenotecnica Lanciavicchio

Regia di Antonio Silvagni

Le opere e i giorni è il titolo di un poema scritto circa 2800 anni fa da un poeta-contadino, Esiodo che aveva voglia di cantare “le cose vere” e di fare poesia attraverso il racconto minuzioso del lavoro nei campi.
Alle gesta eroiche dell’aristocrazia omerica, Esiodo contrappone la fatica dell’uomo costretto a lottare per la terra e insieme per la sua sopravvivenza, muovendosi tra le maglie di una dea - ERIS - dalla duplice faccia: quella maligna che genera lotte intestine, e l’altra benigna che ispira il desiderio di ogni uomo di migliorare onestamente il proprio stato.

Tra le due facce di ERIS “la contesa” si muove lo spettacolo.

Ergakaiemerai intende cantare del lavoro nei campi nell’occidente postmoderno, e racconta il desiderio di miglioramento della propria condizione dei lavoratori importati dal sud del mondo.
Rispondendo ad un determinismo eterno ed onnipresente nella storia dell’uomo, le contese che ci coinvolgono oggi sono ancora frutto di desideri di conquista, del sogno di annettersi nuovi territori, di sfruttare giacimenti e utilizzare manodopera a buon mercato….
Al confronto le deportazioni di un tempo sembrano grossolane caricature dei moderni sistemi, che utilizzano scientificamente le catene invisibili dell’illusione, della coercizione effettuata attraverso condizioni di vita mutate da fattori esterni, della mancanza di beni di prima necessità, della ricerca del lavoro.

C’è UNA CONTESA, E C’è UN’ALTRA CONTESA
C’è UNA TERRA E C’è UN’ALTRA TERRA
IL COLORE è LO STESSO MA IL SAPORE è DIVERSO
QUANDO SORGE IL SOLE PER QUALCUNO
QUALCUN ALTRO è NOTTE FONDA
…MA IL SOLE GIRA…
O è LA TERRA…CHE GIRA PER RAGGIUNGERLO?
E C’è UN UOMO laggiu’ CHE CORRE SENZA SCARPE…

Libri. Luca Granzotto, JUPITER DECIMUS, Presentazione di Tullio Bologna, Edizioni Tabula fati, Chieti 2008


Tabula fati / Fantascienza Paralizzato da un incidente in giovane età, Aurelius J. Langham, il più grande iperfisico vivente, inviso alla scienza ortodossa, sogna di scardinare l'oscura matrice Spazio/Tempo/Materia per consegnare all'uomo la chiave dei viaggi spaziali più mirabolanti. Quando Langham svanisce nel nulla per ventidue ore, la sua sparizione suona come un campanello d'allarme. Dov'è stato portato? Chi lo ha rapito? Forse le stesse enigmatiche presenze che, da oltre mezzo secolo, stanno segretamente reclutando cervelli sul nostro pianeta? E a quale scopo? Ma, allora, per quale ragione Langham è l'unico che sia mai stato liberato? Spetterà ad Arsha Niversen, la psicologa dell'Unità Mimesis, incaricata di far luce sugli eventi, dare un volto agli insospettabili burattinai che da sempre muovono i fili dell'esistenza non solo di Langham. Ben conscia che dalle mosse dello scienziato dipenderanno molti destini. Non ultimo, quello della Terra... Jupiter decimus è un romanzo avvincente, claustrofobico, vissuto nel chiuso paranoico e soffocante di asettiche stanze , costantemente in bilico fra rivelazioni sconvolgenti e verità solo all'apparenza senza senso. Una partita a scacchi segreta, destinata a rivelare la drammatica posta che è in gioco. E l'esistenza di un inquietante progetto occulto con catastrofiche conseguenze per la nostra stessa civiltà. Appassionato fin da ragazzo di fantascienza e in generale di ogni forma di letteratura fantastica, Luca Granzotto ha esordito nel 2005 con "Il metallo degli dei" (Editing Edizioni, Treviso 2005), primo volume della saga Solar Maximum. Il sequel "Il guardiano dei mondi" (Editing Edizioni, Treviso 2006), si è distinto per l'autorevole prefazione dell'astronauta Umberto Guidoni che ha consentito all'autore un impensabile approdo televisivo con un'intervista su Rai Uno. Con "Jupiter Decimus", Luca Granzotto, ingegnere chimico nato a Torino e residente a Brescia ormai da anni, abbandona il sentiero della space-opera per un romanzo retrò, a metà strada tra la fantascienza e il thriller e, in omaggio alla grande tradizione del passato, si rivolge a un ampio pubblico di lettori. Luca GranzottoJUPITER DECIMUSPresentazione di Tullio Bologna Edizioni Tabula fati, Chieti 2008[ISBN-978-88-7475-145-7]Pagg. 224 - ? 10,00http://www.jupiterdecimus.blogspot.com/

Libri. Mario Capanna a Giulianova, per presentare: Il Sessantotto al futuro, edito da Garzanti libri
















































Il Sessantotto al futuro
Le forme
€ 13.00 (Lire 25.172)
ISBN 881168081-9

Il Sessantotto è ormai storia e resta al centro della discussione culturale e politica. È stato l’origine di tutti i mali contemporanei o la straordinaria stagione di speranza che ci illumina ancora? Mario Capanna, che di quel movimento è stato protagonista, ne rilancia i valori profondi, le verità e l’istintiva saggezza. Mostra come la voce del Sessantotto parli oggi con un’attualità accresciuta, in proporzione all’aumento dei pericoli che minacciano la specie umana e la Terra.E ci esorta a ripartire proprio da lì, per costruire di più e meglio: da quei ragazzi che di fronte alla violenza e alle ingiustizie hanno saputo dire: «Il re è nudo!», da quella rivoluzione pacifica che ha spezzato di slancio cinismi e ipocrisie per cambiare la nostra visione del mondo. Ci offre un esempio: la vicenda di Soriano Ceccanti, un ragazzo che proprio nel ’68 ha subìto una feroce prepotenza, ma ha saputo tenere vive la lotta e la fiducia nel futuro.

Mario Capanna (Città di Castello, 1945) è laureato in Filosofia, presidente della Fondazione Diritti Genetici (www. fondazionedirittigenetici. org), scrittore, giornalista pubblicista, coltivatore diretto, apicoltore. Leader studentesco nel Sessantotto, segretario nazionale di Democrazia Proletaria fino al 1987, esponente ambientalista e pacifista, è stato consigliere regionale della Lombardia (1975-80), comunale di Milano (1980), parlamentare europeo (1979-84) e deputato nazionale per due legislature (1983-92). Tra i suoi libri, editi da Rizzoli: Arafat (1989), Speranze (1994), Il fiume della prepotenza (1996, Bur 2000), Lettera a mio figlio sul Sessantotto (1998), L’Italia viva (2000), L’uomo è più dei suoi geni (curatore, 2001). Con Baldini Castoldi Dalai editore: Verrò da te. Il mondo presente e futuro (2003, Supernani 2004), Lettera a mio figlio sul Sessantotto (2005), Coscienza globale. Oltre l’irrazionalità moderna (2006).Con Garzanti ha riproposto, con una introduzione aggiornata, Formidabili quegli anni (2007), apparso per la prima volta nel 1988










Manifestazioni. Silvia Battisti, Miss Italia 2007, a Giulianova, venerdì 6 giugno 2008 da Carla & Luciano Intimo di Via Trieste





























Libri. Elio Veltri a Giulianova, presentazione de Il Topino Intrappolato, edito dalla Longanesi





































Deriva delle regole, illegalità e corruzione, paralisi della giustizia e assenza di etica hanno favorito il degrado. Senza legalità, l’Italia si allontana dall’Europa. Questo è il terreno sul quale il centrosinistra avrebbe dovuto combattere e battere Berlusconi. Finora non è accaduto. Può accadere se cambia la cultura politica e si rinnova la rappresentanza nelle istituzioni. Nel declino morale, fisico e sociale che imperversa, la prima vittima è la verità. Il malato Italia è grave ma non è perduto. Tuttavia, la politica e i partiti non sono il medico. Sono la malattia. E la malattia non solo non si cura da sola, ma si diffonde a tutto il corpo del paese, ingoiando ricchezze, istituzioni, democrazia.La questione morale è diventata un vero marchio di delegittimazione. Per gli incensurati che si avvicinano alla politica sono tempi duri. Chi delinque è premiato. Reati e condanne fanno curriculum e carriere e costituiscono messaggi rassicuranti alle organizzazioni criminali. Il libro parla di questo. Fornisce dati che le televisioni nascondono. Dice cose delle quali i partiti, tutti i partiti, non vogliono parlare. Dimostra che un paese illegale e senza etica della responsabilità non ha futuro. E propone come uscirne.

IL TOPINO INTRAPPOLATOPolitica e questione morale, Elio Veltri, SaggisticaCollana: Le Spade Pagine: 304Prezzo: € 18.00In libreria dal: 13 Marzo 2008

Elio Veltri è nato a Longobardi (Cosenza) nel 1938 e dal 1956 vive a Pavia, dove ha svolto attività di medico ed è libero docente all’Università. Iscritto al PSI nel 1956, ne è uscito nel 1981. Nel corso della sua lunga militanza politica ha ricoperto più volte incarichi pubblici, come sindaco di Pavia, consigliere della Regione Lombardia, deputato dell’Ulivo, membro delle commissioni Affari Costituzionali, Anticorruzione, Giustizia e Antimafia. Ha pubblicato: Milano degli scandali (con Gianni Barbacetto), 1991; DA CRAXI a craxi, 1993; Manifesto per un paese normale, 1995; L’odore dei soldi (con Marco Travaglio), 2001; Le toghe rosse, 2002; La legge dell’impunità, 2003.

Sport. GIRO D’ITALIA A VELA 2008 , LUNEDI’ MESSA A PUNTO DEL PROGRAMMA GIULIESE







GIRO D’ITALIA A VELA 2008

LUNEDI’ MESSA A PUNTO DEL PROGRAMMA GIULIESE


L’evento legato alla manifestazione “Giro d’Italia a Vela 2008” si avvicina a grandi passi ed a Giulianova, che quest’anno è particolarmente interessata dalla manifestazione, si stanno serrando le fila. Infatti, per il prossimo lunedì 9 giugno è prevista una riunione di tutte le realtà che compongono il Comitato Organizzatore di accoglienza. Presso la sede dell’Ente Porto di Giulianova si sono dati appuntamento Pierangelo Guidobaldi (presidente dell’Ente ospitante), il presidente del Circolo Nautico “V. Migliori” Marco Maria Ferrari, il presidente della Lega Navale Italiana sezione di Giulianova Nello Di Giacinto, il consigliere delegato allo sport Alfredo Cerasari, l’assessore provinciale Orazio Di Marcello ed il consigliere regionale Antonio Macera nella veste di Presidente del Comitato stesso e rappresentante della Regione Abruzzo. In tale sede saranno definiti i dettagli legati alle tappe Cattolica-Giulianova (95 miglia) e Giulianova-Bisceglie (150 miglia) rispettivamente del 28 e 30 giugno. Particolare attenzione sarà rivolta anche alla probabile regata “bastone” del 29 giugno che si svolgerà nelle acque antistanti il litorale giuliese. Lunedì, nella stessa sede, saranno ulteriormente definiti i dettagli relativi agli spettacoli pomeridiani e serali, oltre al convegno incentrato sul futuro di “Giulianova, il Porto della Vela”. Non sarà ovviamente trascurata l’organizzazione del “Villaggio Promozionale”, che verrà allesito sulla banchina di riva, all’interno del quale i tanti sponsor della manifestazione creeranno momenti di incontro per la loro “self promotion”.

Giulianova, lì 5 giugno 2008


L’Addetto Stampa
( EP – CN – LN )
340 - 9858493

Libri. Un libro di Simonetta Longo, “Silva Sambuceti ” (Ed. Solfanelli




Un libro di Simonetta Longo, “Silva Sambuceti ” (Ed. Solfanelli)
La conquista normanna della bassa valle del Pescara

Due documenti del 1095 e del 1099, conservati presso l'Archivio Arcivescovile di Chieti, per la prima volta trascritti e tradotti in questo testo, permettono la ricostruzione delle prime conquiste dei Normanni nella bassa valle del Pescara. Le chiese e la pieve di Aterno, la "silva Sambuceti" e il castello di Furca (presso l'odierna San Giovanni Teatino), vengono donati dal conte Roberto di Loritello al vescovo di Chieti Rainulfo che governò la diocesi teatina dal 1097 al 1105. A soli due decenni dalla battaglia di Ortona (1075) nella quale i conti Attonidi di Chieti erano stati sconfitti, Roberto di Loritello, nipote di Roberto il Guiscardo, è il padrone dell'Abruzzo adriatico.
Dietro la consueta veste medievale della donazione ci troviamo di fronte a vere e proprie transazioni politiche atte a strutturare un territorio da poco sottratto ai conti Attonidi di Chieti e al ceto signorile autoctono.
I documenti pur concentrandosi sull'antico abitato di "castellum Furca", presso l'attuale centro di San Giovanni Teatino e Sambuceto, hanno carattere più generale e forniscono informazioni preziose su un'epoca della storia dell'Abruzzo, per alcuni versi ancora oscura e poco studiata, in seguito alla quale la regione che dall'epoca carolingia aveva gravitato verso l'Italia centro-settentrionale, si trovò inserita nel regno normanno di Sicilia.
In questa prospettiva, il testo, come dice Laurent Feller nell'introduzione, è un tentativo di "come ci si possa appropriare di un territorio tramite la sua storia, e, attraverso la ricerca d'archivio, contribuire a che se ne riapproprino coloro che abitano tale territorio, vi vivono e ne vivono".
SIMONETTA LONGO, nata a Pescara nel 1964, è dottore in lettere. Ha compiuto i suoi studi presso la Sapienza di Roma. Si è interessata della storia altomedievale dell’Abruzzo, con particolare riferimento ai fenomeni dell’eremitismo e al rapporto tra istituzioni ecclesiastiche e signorili dell’area adriatica.




Simonetta Longo
SILVA SAMBUCETI
(1095 – 1099)
La conquista normanna
Dalla bassa valle del Pescara
Presentazione di Laurent Feller
Edizione Solfanelli
Pagg. 128 - € 12,00
[ISBN-978-88-89756-37-9]

Mostra. ENNIO CALABRIA, Un volto e il tempo, Ritratti e autoritratti 1960 - 2008 al MAS di Giulianova


MOSTRA
ENNIO CALABRIA

Un volto e il tempo
Ritratti e autoritratti 1960 - 2008

MAS - Museo d"Arte dello Splendore - Giulianova (Te)
5 luglio - 7 settembre 2008

Esponente tra i più noti della pittura italiana della seconda metà del '900, tuttora felicemente operante, Ennio Calabria (Tripoli, 1937) è un maestro della figurazione, che non ha mai smesso di credere nella pittura, intesa come insostituibile strumento per accostare e conoscere la realtà esterna e nel contempo interna allo stesso artista. Un percorso problematico e arduo, il suo, mai soddisfatto dei risultati raggiunti, generoso nel continuo rimettersi in discussione, anche nella conseguita e ampiamente storicizzata pienezza dei mezzi espressivi. Un percorso scandito dalla ripetuta partecipazione alle principali rassegne, dalla Biennale di Venezia alle Quadriennali, da prestigiose mostre personali, da uno sterminato curriculum critico ed espositivo e dalla presenza in prestigiose raccolte pubbliche a livello internazionale.
Dagli esordi in chiave di ricerca di un nuovo linguaggio figurativo (molto importante il suo ruolo nel gruppo Il pro e il contro, fondato nel 1961 assieme ai pittori Attardi, Farulli, Gianquinto, Guccione, Vespignani e ai critici Del Guercio, Micacchi e Morosini, in chiave di reazione alle istanze informali, al tempo egemoni), la pittura di Calabria si è andata aprendo ad uno spettro di interessi e ad una vivacità e duttilità di linguaggio che trova pochi riscontri nella situazione artistica contemporanea.
Questa mostra, curata da Carlo Fabrizio Carli in collaborazione con l"Archivio Calabria, espone oltre quaranta dipinti, ed è dedicata ad un versante importante, per quanto abitualmente poco frequentato dalla critica e dal pubblico della pittura di Calabria, il ritratto. La mostra si trasforma in una felice occasione per ripercorrere, seppure in estrema sintesi, cinquant"anni di attività artistica del pittore romano, dall”inizio anni Sessanta ad oggi. Proprio al 1960 risale infatti una tela come Nuovo acquisto che restituisce il sapore delle accese polemiche artistiche del tempo e trova il momento culminante nel ritratto di Palma Bucarelli, mitica Soprintendente della Galleria Nazionale d”Arte Moderna e grande signora dell’arte italiana del dopoguerra. Segue poi una straordinaria galleria di ritratti, perloppiù politici, che abitualmente non è facile poter accostare direttamente, dal Giovanni XXIII del 1963 allo Stalin e al Paolo VI del 1964, dal Mao pianeta del 1968 a Ho Chi Min (Un vespaio) e a Gandhi, entrambi del 1971.
Segue poi, esposto quasi al completo, il celebre ciclo che Calabria ha dedicato al volto sofferente di Giovanni Paolo II, ciclo che spazia dal 2002 al 2005. Si tratta in questo caso di ritratti molto particolari, ispirati da intensa drammaticità, in cui sussiste ben poco del ritratto tradizionale. Eppure, sembra volerci dire l”artista una delle poche iconografie che possa essere praticata da un pittore, in una società in cui sembra trionfare una grottesca telegenicità di celluloide.
Viene infine esposto un nutrito nucleo di ritratti e autoritratti che Calabria ha eseguito nell’ultimo triennio, produzione tuttora in corso e che pertanto si configura come un accesso al laboratorio più segreto del Maestro. Si tratta di ritratti tradizionali, efficacissimi anche dal punto di vista cromatico, di personaggi pubblici (il corridore Pantani, il Ministro Padoa Schioppa, il leader iraniano Ahmadinejad), ma anche di ritratti di celebri figure del passato (Newton, Berlioz, Croce) che sembrano quasi delineate sulla base di evocazioni medianiche e di ritratti di personaggi "anonimi" che contengono un "ossimoro" consistente nella convivenza del massimo sforzo identificativo della psicologia di personaggi assunti come "anonimi", entro la risacca delle infinite immagini proposte dalla stampa quotidiana.


Mostra: Ennio Calabria. Un volto e il tempo.
Ritratti e autoritratti 1960 – 2008.
Curatore della mostra: Carlo Fabrizio Carli
Luogo: MAS – Museo d”Arte dello Splendore, Viale dello Splendore,112 Giulianova (Te)
Data inaugurazione: 5 luglio ore 18.
Durata della mostra: dal 5 luglio al 7 settembre.

Orario di apertura: da martedì a sabato, ore: 10-13; 16-20; domenica 16-20, lunedì chiuso, 15 agosto chiuso
Catalogo: Edizioni MAS;
Informazioni: 085 800 7157; www.museodellosplendore.it
Ufficio Stampa: Museo dello Splendore

Libri. Giuseppe Prevete, Il Modernismo, Conferenza tenuta al Duomo di Milano (Quaresima 1909)

Giuseppe PreveteIL MODERNISMOConferenza tenuta al Duomo di Milano (Quaresima 1909)In appendice:- Lamentabili sane exitu- "Professio Fidei" Tridentina- Giuramento antimodernista [.] in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. Per la qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, seppur non vogliamo aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza di più sani consigli. Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo. Dalla "Pascendi Dominici Gregis" di S. Pio X(Roma 8 settembre 1907) Giuseppe PreveteIL MODERNISMOEdizioni Amicizia Cristiana, Chieti 2008[ISBN-978-88-89757-19-2]Pag. 64 - ? 5,00
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edizioniamiciziacristiana@yahoo.it
http://edizioniamiciziacristiana.blogspot.com/

venerdì 6 giugno 2008

Storie. Lino Manocchia,il giornalista abruzzese, tra stars e motori, del nuovo mondo, si racconta

Con Solipaca e De Lucia
Con Ruggero Orlando

Con Newman



Speciale di "Giulianova news."

Lino Manocchia,il giornalista abruzzese, tra stars e motori
del nuovo mondo, si racconta
di Walter De Berardinis
NEW YORK, – Lino Manocchia racconta gli anni della giovinezza a Giulianova, gli studi al Collegio aeronautico di Forlì, l'incontro con il Duce, la guerra, il dopoguerra, l'arrivo negli Usa, il Bronx e la sua carriera giornalistica negli anni del boom. È nota la sua passione per il giornalismo che, sembra, non possa sfuggire all’era di Internet. È uomo poliedrico e dai mille interessi. Le sue passioni: la penna (oggi il pc) e i motori di cui è esperto ed appassionato, le auto da corsa che nacque dopo una intervista che gli concesse il grande Tazio Nuvolari, prima di una importante edizione della “Coppa Acerbo” di Pescara.
In questa intervista Lino racconta la sua vita di oggi, di abruzzese negli Usa, e del suo attaccamento alla regione che lo ha visto nascere, della sua giovinezza, della guerra, dell’incontro con il Duce e dei personaggi del cinema da lui intervistati.
Lino, che ricordo hai della tua giovinezza?
«Sono nato a Giulianova da padre giuliese, Francesco Manocchia, giornalista illustre e scrittore, figlio di Pasquale e Lucia Macellaro, nato il 6 marzo 1890 e morto il 29 febbraio 1944, e da madre toscana, Filomena. La mia infanzia è trascorsa tra i nonni materni ed i genitori, i quali, un bel giorno, ricevettero dai due fratelli paterni (Gino e Marino, proprietari di una fabbrica di tabacchi in Pensylvania) i biglietti che li avrebbero portati in America. Ma la nonna, Lucia Macellaro, di salute cagionevole, convinse mio padre a restare a Giulianova, ove sono cresciuto, ho studiato e ho iniziato a scrivere sui giornali mentre frequentavo il Regio Istituto Tecnico “Raffaello Pagliaccetti”. Ricordo ancora i miei compagni di scuola: Renato Campeti, Carlo Marcozzi, Guido Pompei, Ernesto Ciprietti, Dante Paolini (poi famoso giocatore della serie A), Epimerio Taffoni e tanti altri che oggi non ci sono più».
E poi cosa hai fatto?
«Ho completato gli studi nel Collegio Aeronautico “Bruno Mussolini” di Forlì; divenni aiutante di campo del Colonnello Moore col quale, fui trasferito a Mostar (oggi ex Jugoslavia). Anche a Forlì mi feci avanti un bel giorno, stringendo la mano al Duce, in visita al Collegio».
Hai stretto la mano al Duce?
«Certo! Ricordo un episodio curioso. Al termine della cerimonia, il redattore dell’Eiar (la Rai dell’epoca) dettò il resoconto ad un aviere addetto all’ufficio. Ma, poverino, col sudore che gli colava dalla fronte ed il tremore che lo scuoteva, non riuscì a battere una riga giusta. Al che il Colonnello Moore mi chiamò e mi diede l’ordine di trascrivere il resoconto della giornata appena trascorsa. Mussolini, presente, si congratulò con me e chiese come mi chiamavo. Quando dissi il nome, il duce del Fascismo sorrise ed esclamo: “Il figlio di Francescuccio ?”».
Mussolini conosceva tuo padre?
«Sì. Mio padre, in quel periodo scriveva per il “Popolo d’Italia” il giornale più letto in Italia».
Cosa ricordi dell’armistizio dell’8 settembre?
«Una lunga odissea sui vagoni merci, i campì d’internamento tedeschi non si potevano definire certamente “umani”, ma meglio della morte erano. Quando ancora oggi mi chiedono perché non scrivo un libro-ricordo di tutte le vicende italiane e americane rispondo che ”La storia è quella che è, resta, ma il più delle volte si dimentica”. Perciò desidero dimenticare anche la Germania ed i suoi “lager”».
Quanto tempo sei stato rinchiuso?
«Tre lunghi anni. Solo al mio ritorno (nel 1945), seppi delle bombe cadute sulla mia casa (oggi dietro il Municipio) dove perse la vita mio padre Francesco,colpito alla fronte da una scheggia, e della triste situazione in cui si trovavano i miei tre fratelli (Franco, Benito ed Omero) e la mamma. Confesso che non amo tornare indietro nel tempo per dare dettagli di quei momenti, preferisco ricordare, semmai, la mia giovinezza, quando si correva la coppa Alleva per la festa della Madonna dello Splendore (festa della Santa Patrona di Giulianova) del 21 e 22 aprile, di 120 km e la mia partecipazione a bordo
della splendida Lancia Lambda di Pierino Di Felice al seguito dei ciclisti, e poi la banda di Introdacqua, diretta dal noto maestro Di Rienzo».
E poi c’era il calcio, quello vero di una volta…
«Era vivo e combattuto. I giocatori più in voga erano Paolini, Taffoni, Poliandri e Rossi. Memorabili le partite contro il Macerata, la Sambenedettese, la Fermana, il Teramo, il Chieti, il Vasto ed altre città impegnate nella serie C del 1947/48».
Ma a Giulianova ti ricordano anche per le splendide feste d’estate. Vero?
«Sulla grande terrazza del Kursaal, allestivo serate splendide fatte di danze, canti ed elezioni di Miss Giulianova intorno al caratteristico “trenino di Santa Fè”. Purtroppo, dicono, il bello dura poco ed anche la permanenza nella mia città finisce rapidamente. Mi innamorai di Ada Di Michele, una magnifica e semplice fanciulla, nata nello stato americano dell’Ohio da Adriano Di Michele di Giulianova (ove aveva tanti parenti), e ci sposammo salutando gli amici di sempre come gli indimenticabili: Bruno Solipaca, Giorgio De Santis, Dante e Renato Granata, Claudio Gerardini, “Carluccio” Marcozzi, Renato Lattanzi, (nella foto)riuniti per la cena d’addio e tanti altri compagni. E raggiunsi gli States».
Come è stato l’impatto con il Nuovo Mondo?
«E’ una terra sconfinata, avvincente, aperta a chi ha volontà di lavorare e migliorare. Sono arrivato a New York nel marzo 1948 a bordo della nave Vulcania, una volta sbarcato entrai a far parte della famiglia di Adriano Di Michele nel rione del Bronx, a quei tempi definita la “Little Italy”, dove gli italiani intrecciavano discussioni serali pro e contro la Juventus, Inter o la Fiorentina. Dopo una breve parentesi, aprii un ristorante dal nome “Capri” insieme ad un cuoco sorrentino, ma dovetti vendere dopo soli 3 anni, essendo impegnato con il mio vero lavoro: la Voice of America, la Rai e altri giornali, nonché un programma televisivo settimanale sulla rete WEVD ed uno radiofonico sulla WHOM».Tramite la Voice of America ho avuto modo di intervistare cinque Presidenti degli Stati Uniti.
Hai intervistato moltissime star del cinema, come il tuo amico Paul Newman....
«Sì ne ho incontrati proprio tanti. Di tutti conservo ancora le preziose e rare foto d’epoca. “Era un’altro mondo fatto di balletti, eleganza, snobismo”. Era la copia di Hollywood spostata a New York e Washington. Mi ambientai rapidamente intervistando la lunga schiera dei personaggi del mondo della celluloide, come Frank Sinatra (nella foto in alto insieme a Walter Winchell il più famoso giornalista Usa. (Lino è il primo da sinistra ndr ), Dean Martin, Perry Como, (Foto con Lino) e tanti altri illustri personaggi. L’America mi “ingoiò” letteralmente».
Sei stato circa 10 anni a Little Italy e poi ti sei trasferito…
«Esatto, nella zona di Westchester, divenuta una delle più ricche degli Stati Uniti, ad un tiro di fucile dagli aeroporti che usavo quasi settimanalmente per portarmi nella varie città dove si svolgeva una manifestazione sportiva. Infine nel 2000, la famiglia decise di “espatriare” cercando un luogo calmo, pacifico, capace di ispirare l’arte di mio figlio Adriano e anche la mia verve giornalistica . La scelta cadde su Cambridge, a nord dello stato di New York, distante 3 ore da Montreal, 3 da New York, un’ora da Saratoga spring, famosa per il suo ippodromo e un’ora anche da Albany, capitale dello stato della “Grande Mela”, e mezz’ora dal Vermont ricercato posto montano di sci».
Sembra un paesaggio da sogno che la maggior parte degli Italiani conosce solo grazie alla Tv e ai film
«In effetti un magnifico fiume sfiora oggi la nostra tenuta, dove Adriano e gli amici effettuano battute di pesca, tanti ettari di terreno verde, alberi secolari ed un garage capace di ospitare 9 macchine antiche, passione di mio figlio e del giovane Adriano Jr.. E’ veramente un paradiso che credo di meritare, dopo una incredibile carriera pluridecennale».
Ci sarebbero veramente tantissime cose che vorrei ancora chiederti… magari, però, ripensaci: quel libro dei ricordi scrivilo: anche solo la parte americana basterebbe.
Grazie Lino e buon lavoro.
Dall’Album dei ricordi

Ambiente. Iniziativa " Disimballiamoci" di Legambiente







In occasione dell'iniziativa " Disimballiamoci" diLegambiente organizzata dal Circolo di Giulianova per sabato7 Giugno 08 presso il Centro commerciale Val Vibrata, èindetta una conferenza stampa congiunta ( IPER- Legambiente)alle ore 10.30. Interverranno:Assessore Ambiente Provincia di TeramoRegione Abruzzo: Osservatorio Regionale RifiutiAssessore Ambiente Comune di TortoretoAssessore Ambiente Comune di NeretoAssessore Ambiente Comune di ColonnellaAssessore Ambiente comune di GiulianovaAssessore Ambiente Comune di Alba AdriaticaPresidente Legambiente Circolo GiulianovaDirettore Centro Commerciale Val VibrataDirettore Iper Colonnella Nella conferenza stampa verranno presentatati l'iniziativa"Disimballiamoci" e il piano prevenzione riduzione rifiutiche l'Iper sta mettendo in atto in collaborazione con ilCircolo di Giulianova quale consulente/partner al progetto.IL presidente Circolo Legambiente GiulianovaFrancesca Morgantehttp://www.legambientegiulianova.it/

Politica. La farmacia Comunale di Giulianova è oggi una realtà riconosciuta


Circolo “PASQUALE DI MASSIMANTONIO”
Corso Garibaldi,43/45 – GIULIANOVA

AGLI ORGANI DI STAMPA
E DI INFORMAZIONE
COMUNICATO STAMPA

La farmacia Comunale di Giulianova è oggi una realtà riconosciuta anche nei corridoi della Giulianova Patrimonio, sia come qualità del servizio, sia dal punto di vista commerciale: dunque una necessità pubblica fortemente voluta e “salvata” da Rifondazione Comunista, una necessità che funziona offrendo servizi importanti e producendo denaro contante per le casse comunali; ciò da ragione della battaglia condotta dal nostro partito per non svendere ad un prezzo irrisorio (euro 500.000) un bene di tale importanza.

La battaglia politica di Rifondazione Comunista di “non vendere” la farmacia comunale di Giulianova, anzi di riinvestire attraverso una società del Comune ha consentito di valorizzare al meglio il patrimonio pubblico.
La nostra farmacia fattura circa 1.500.000 d’euro l’anno e produce utili rispettivamente di 190.000 euro. Il Comune dunque guadagna al netto 100.000 euro ogni anno (dati del 2007).i restanti € 90.000 circa restano alla società Giulianova Patrimonio per ammortizzare le rate del mutuo.

Noi crediamo che i soldi derivanti dal maggiore ricavo ( 100.000 euro) si potrebbero attuare veri e mirati progetti rivolti al sociale ed a protezione delle persone più deboli, come gli anziani od i malati cronici.

“La nostra azione politica, quando eravamo in maggioranza - è stata sempre orientata a "PRIVILEGIARE” la vita dei cittadini nel rapporto con l’amministrazione pubblica, soprattutto per coloro che sono più svantaggiati, «La politica di Rifondazione Comunista – ha dato i suoi frutti - .

Il risultato positivo è tanto confortante da poter oggi affermare che i tempi sono maturi per poter aprire una nuova farmacia comunale, un nuovo servizio economicamente e culturalmente vicino al cittadino.

In quest’ottica ci rivolgiamo al Sindaco e all’intera amministrazione affinchè vogliano percorrere la strada di una convenzione tra comune e Giulianova Patrimonio, strada che ha già dato i suoi frutti e che non può essere abbandonata in un momento in cui la recessione economica colpisce senza sconti amministrazione e cittadini.





Giulianova 06 Giugno 2008

Sport. Successo a Torano Nuovo del Campionato Italiano di Tiro alla Fune





Chieti, 5 Giugno ‘08 – Giovedì, S. Bonifacio – An. XXIX n. 162 – http://www.abruzzopress.info/ - abruzzopress@yahoo.it - Tr.Ch 1/81
Nuovo ABRUZZOpress >>> Nazionale
Servizio Stampa - CF 93030590694 - Tel. 0871 63210 - Fax 0871 404798 - Cell. 333. 2577547 - Dir. Resp. Marino Solfanelli


Ap – Sports tradizionali

Successo a Torano Nuovo del Campionato Italiano di Tiro alla Fune

di Gianluigi Mucciaccio

TORANO NUOVO (TE), 5 Giugno ’08 – Una giornata di quelle indimenticabili quella che si è svolta a Torano Nuovo, il rinomato “Paese del gusto”, che ha visto in prima fila uno sport di grandi tradizioni popolari come il tiro alla fune. Nel bellissimo centro vibratiano in località Cisterna, con sullo sfondo l’imponenza straordinaria del Gran Sasso d’Italia, si sono dati battaglia, con grande sportività, le squadre provenienti da diverse regioni dello stivale, che hanno dato vita a delle gare entusiasmanti inerenti la prima giornata del campionato italiano del tiro alla fune, categoria 680 Kg. Uno sport, quello del Tiro alla Tune, come lo ha ben definito il presidente della Federazione Italiana Sport Tiro alla Fune Giorgio Trocchi, «povero, ma ricco di sentimenti.»
Di seguito le otto squadre partecipanti: la nostra Val Vibrata; Dogi (Venezia); l’AS Cobra (Fermo); il TAF Scorzè (Venezia); TAF Vazzola (Treviso); Polisportiva Centese (Ferrara); Copo (Ferrara-Rovigo); Gapo (Mantova). Il gioco, in sintesi, consiste nel trascinare la squadra avversaria di quattro metri, tirando una fune della lunghezza che varia dai 33 ai 36 metri e dalla circonferenza di 10/12 cm; il materiale, invece, di cui si compone la fune è la canapa ed ogni squadra è formata da otto elementi.
Sotto un torrido sole estivo a spuntarla alla fine, dopo una vera e propria maratona è stata la squadra veneziana dello Scorzè che si è aggiudicata questa prima giornata con il punteggio finale di 22 punti. La Val Vibrata pur non conseguendo punti in classifica ha comunque ben figurato e ha raccolto, nonostante tutto, molti applausi del numeroso pubblico presente a questa bella manifestazione sportiva, che di questi tempi merita, senza tema di smentite, una sempre maggiore visibilità poiché oltre alla forza fisica ovvero al sano agonismo associa quei valori sportivi che tanti sport dovrebbero prendere ad esempio. In ultimo un ringraziamento è stato tributato dal simpatico e intraprendente Presidente Nazionale Giorgio Trocchi agli amministratori locali per la loro proverbiale ospitalità nelle persone del sindaco Dino Pepe, l’assessore allo Sport Lucio Di Pietro, Tito Pulcini presidente della locale Pro Loco, al Presidente della ASD Sport Tradizionali Vibrata Massimo Pelliccioni, all’Asssociazione Culturale L’Istrione ed altresì al Consigliere Giuseppe De Santis del Coni Provinciale. Davvero complimenti a tutti.
Nella foto il team della Val Vibrata La squadra vincitrice dello Scorzè (Venezia)http://www.edizionisolfanelli.it/edizionisolfanelli@yahoo.it - http://www.tabulafati.it/ - http://www.edizioniamiciziacristiana.it/
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Tante le adesioni al progetto Creo Lab, i corsi inizieranno il 10 giugno

Tante le adesioni al progetto Creo Lab, i corsi inizieranno il 10 giugno

Alla chiusura dell’avviso pubblico del progetto CREO Lab, scaduto il 30 maggio, sono state più di 60 le adesioni pervenute ai Centri per l’Impiego provinciali. L’iniziativa si propone di fornire attraverso un percorso formativo mirato un aiuto agli aspiranti imprenditori che hanno fatto richiesta. A questi gli esperti dei Cpi garantiranno attraverso i laboratori di Creo assistenza nella redazione del business plan, cioè del piano d’impresa necessario a realizzare la propria idea.

I corsi di formazione inizieranno come già annunciato il 10 giugno e si svolgeranno fino al 29 luglio, con un calendario analogo sia per Teramo che per Giulianova. Le lezioni si terranno ogni martedì, dalle ore 9,30 alle ore 13,30 per un totale di 32 ore.

Quanto alle sedi, a Teramo i corsi si svolgeranno presso l’Agenzia Formativa Pubblica Provinciale, situata in via Taraschi, mentre a Giulianova saranno ospitati presso il Loggiato del Belvedere, situato nei locali sottostanti il Belvedere.

Per l’assessore al Lavoro e alla Formazione professionale Francesco Zoila, l’alto numero di adesioni ai laboratori del progetto Creo è “un risultato importante, che sancisce la correttezza delle nostre analisi, le quali hanno evidenziato la necessità di soddisfare una forte richiesta di autoimprenditorialità”.
“i cittadini – aggiunge Zoila - hanno saputo cogliere il valore aggiunto della nostra offerta, rappresentato dalla possibilità di realizzare, a titolo gratuito, il business plan per la propria idea imprenditoriale. Un plauso e un ringraziamento particolare per il lavoro svolto va ai collaboratori del settore lavoro della Provincia, che faranno del loro meglio per aiutare gli aspiranti imprenditori, seguendoli passo dopo passo”.

Teatro. Orchestra e Coro del Teatro Marrucino, domani ad ATRI







Il Barbiere di Siviglia
Melodramma buffo in due atti di Cesare Sterbini

musica di
Gioacchino Rossini

Nuovo allestimento del Teatro Marrucino- Rete Abruzzese per lo Spettacolo


Orchestra e Coro del Teatro Marrucino

Personaggi e interpreti

Rosina Paola Antonucci, Francesca Bruni, Valentina Di Cola
Il Conte D'almaviva Sabino Martemucci Figaro Gianpiero Ruggeri, Christian Starinieri Bartolo Nejat Isik Belen
Basilio Antonio Marani Fiorello Francesco Landolfi Berta Ozge Kaleiloglu, Tomomi Ogasa Un Ufficiale Dario Pattile, Mirco Zizzi
Ambrogio Raffaele Pisani

Orchestra e Coro del Teatro Marrucino

Maestro Concertatore e Direttore
Claudio Desderi, Marco Moresco

Regia
Isabella Crisante

Maestro al cembalo Maestro del Coro Luci
Simone Di Felice Fabio D’Orazio Ivano Ursini

Maestri Sostituti
Simone Di Felice, Ivana Francisci, Fabio Monaco

In scena l’ultima opera lirica della stagione lirico-sinfonica 2007/2008, Il Barbiere di Siviglia, il componimento rossiniano più noto ed apprezzato dal grande pubblico, venerdì 6 giugno alle ore 21.00 al Teatro Comunale di Atri, prodotto dal Teatro Marrucino, ente organizzatore di Rete abruzzese per lo Spettacolo, progetto ideato per promuovere la cultura e per valorizzare nuovi talenti artistici attraverso la realizzazione di una Rete dei teatri regionali in grado di ampliare la loro offerta culturale.

Il Barbiere di Siviglia per Rete Abruzzese per lo Spettacolo
6 giugno ore 21.00 ATRI Teatro Comunale
7 giugno ore 21.00 ROSETO Cinema Odeon
8 giugno ore 21.00 ORTONA Teatro Vittoria
10 giugno ore 21.00 PESCARA Cinema Massimo
11 giugno ore 21.00 LANCIANO Teatro Fenaroli



Figaro, Rosina e la giovinezza: le note musicali di Claudio Desderi
Rossini…Il Barbiere di Siviglia…allegria, spensieratezza, gioia di vivere… In Orchestra, nel Coro e nelle voci dei protagonisti la felicità musicale non si ferma solo in un istante: in definitiva si vive una febbre ritmica che contagia e costringe tutti a vivere insieme l’ebbrezza delle “bollicine champagne” rossiniane: quel terribile Don Basilio che appare luciferino con la sua filosofica “Calunnia” si stempera subito al secco NO del saggio Bartolo, a commento della famosa aria, così come lo stesso Bartolo che sembra furbo, intelligente, colto, seppur innamorato della pupilla attraente e geniale, cade nella trappola del travestimento del Conte in Don Alonso… il quale sarà anche il Conte di Almaviva ma non sa far di meglio che affidarsi a un gruppo di scalcinati strumentisti per una serenata notturna, tanto che deve rimediare da solo accompagnandosi con la fedele chitarra… e poi rischia addirittura l’arresto e per fortuna che a quell’epoca il “Lei non sa con chi parla!!!” aveva un certo fascino… E Figaro? Fa tutto e fa tutto bene, combina guai ma rimedia, sembra essere pronto a portare a termine le avventure più intricate (che abbia letto il libretto in anticipo o si tratta di Rossini stesso che si è scritto la più famosa Cavatina della storia della Musica… facile e difficile allo stesso tempo ma comunque su misura per un grande successo?) E la bella Rosina? Attenzione maschi di tutto il mondo!, un tipino così va bene solo per chi ama vivere pericolosamente, con quel caratterino… D’altronde lo confida lei stessa presentandosi: “Io sono docile sono obbediente… ma se mi toccano…brrr!!!! Buon divertimento, noi ad ogni Barbiere si ringiovanisce… quindi pronti per il prossimo!!

Un’inutile precauzione combattere l’amore: la fresca regia di Isabella Crisante
Realizzare la regia di un titolo così noto è una sfida a cui mi sono volentieri sottoposta, quando poi a dirigerla è un Maestro come Claudio Desderi.......tremano le vene dei polsi... D’altronde è un’occasione privilegiata in cui mi sono immersa totalmente con l’affettuoso sostegno del mondo “dietro le quinte” del teatro: ovvero macchinisti, costruttori e attrezzisti che hanno realizzato la stilizzata scenografia e la decorazione degli arredi minimali impreziositi dalle luci e dalle video-proiezioni pensate insieme al disegnatore luci, Ivano, grazie al lavoro degli “elettrici” ed infine i costumi sapientemente realizzati da Marina ed Attilio che hanno fatto (gli ormai consueti) miracoli. Insomma una vera realizzazione corale del Teatro in cui la compagnia di Canto ha trovato la giusta cornice ...GRAZIE.
Le linee di regia si muovono dalla trilogia teatrale di Beaumarchais composta da “le Barbier de Seville”, “le Mariage de Figaro” e “la Mère coupable”: l’eccezionalità del lavoro teatrale è confermata (se fosse necessario) dalla trasposizione operistica di ben due titoli realizzata cronologicamente all’inverso ovvero Le Nozze di Figaro da Mozart, con il libretto di Da Ponte prima, e le due versioni del Barbiere di Siviglia da Paisiello (librettista Petrosellini) e da Rossini con il libretto di Sterbini, poi. ll filo rosso che collega i personaggi tra un’episodio e l’altro della trilogia è stato il motore propulsivo della regia in cui ho voluto riportare alla luce i caratteri e le motivazioni della storia che vede Figaro abile “factotum” (come lo battezza Rossini) della storia d’amore tra il Conte d’Almaviva (alias Lindoro, l’Ufficiale ubriaco, Don Alonso) e la “spiritosa” Rosina pupilla inquieta del Dottor Bartolo (ovvero Barbaro, Balordo, Bertoldo) cui si affianca (per infine tradirlo) il truce e servile Don Basilio
La scelta di una realizzazione semiscenica mi ha motivato alla ricerca di immagini da proiettare sia per creare i differenti ambienti esterni ed interni della casa di Don Bartolo, sia per avvolgere nella luce appropriata le differenti emozioni espresse sul palcoscenico. La dinamica teatrale è talmente esaltata dalla musica di Rossini che spesso la regia scaturisce dalla partitura stessa, i numerosi recitativi che collegano le parti musicali formano l’ordito narrativo. Al gentile pubblico non resta che accomodarsi e viaggiare nel tempo fino a Siviglia dove (nuovamente) vedrà, come dice Beaumarchais, che “quando la gioventù e l’amore si alleano per ingannare un vecchio, ogni tentativo di opporsi può ben dirsi UN’INUTILE PRECAUZIONE”.

Provincia. La casa editrice Vallecchi dona alla biblioteca Dèlfico una serie di libri rari

La casa editrice Vallecchi dona alla biblioteca Dèlfico una serie di libri rari
Cerimonia domani, alle 18, alla presenza del direttore editoriale Fernando Corona

Una serie di volumi di pregio, tra i quali la rarissima cinquecentina Biblia Bibliorum, sarà donata alla biblioteca provinciale Dèlfico dalla casa editrice Vallecchi di Firenze. La cerimonia si svolgerà domani, alle ore 18, nella sala degli audiovisivi della biblioteca, alla presenza del direttore editoriale della Vallecchi, Fernando Corona, artefice della donazione.

Del volume Biblia Bibliorum, stampato nel 1541 dal tipografo-editore francese Jean Marechal, si conservano in Italia soltanto altri due esemplari (uno alla Biblioteca universitaria di Bologna e un altro alla Biblioteca apostolica vaticana). L’opera, infatti, messa all’indice perchè conteneva una lettura non ortodossa della Bibbia, è andata quasi totalmente distrutta.

Si segnalano inoltre, tra le opere donate dalla Vallecchi, anche una ristampa anastica della Bibbia del 1541; il Codices cantorum, un’opera che raccoglie l’intera serie dei manoscritti miniati utilizzati nei secoli dai Papi per la loro cappella privata (i codici e le relative miniature sono riprodotti nel loro formato originale); il manoscritto miniato Il Libro d’ore Capponi-Ridolfi, risalente al Cinquecento; la Ptholomei cosmographia, una raccolta di carte geografiche basate sugli studi di Tolomeo (il volume, a tiratura limitata, è rilegato a mano in pelle con impressioni in oro); il Libro dei Salmi di Federico II, edizione facsimilare del Codice 323 della Biblioteca Riccardiana di Firenze, che riproduce il libro miniato fatto confezionare nel 1235-37 dall’Imperatore Federico II per la moglie Isabella d’Inghilterra.

Alla cerimonia di domani interverranno l’assessore alla Cultura Rosanna Di Liberatore e il direttore della Dèlfico Luigi Ponziani.

“Si tratta – è il commento del direttore della biblioteca Ponziani - di un dono che sottolinea non solo l’attenzione civile di un teramano come Fernando Corona, che svolge attività editoriale a Firenze e dirige una prestigiosa casa editrice come la Vallecchi, ma che assume un valore rilevante per la ricchezza delle opere donate e per l’alto valore dei materiali, delle immagini e della confezione delle opere stesse”.

“Questa donazione così prestigiosa – afferma l’assessore alla Cultura Di Liberatore - sottolinea ancora una volta la considerazione che la nostra biblioteca ha nella mente dei cittadini e anche presso gli esperti del settore. La Provincia non può che rallegrarsene e dare il lieto annuncio ai cittadini che potranno beneficiare di un patrimonio, quello della Dèlfico, notevolmente arricchito”.

Note sulla casa editrice Vallecchi
La casa editrice, fondata a Firenze nel 1913 da Attilio Vallecchi, ha rappresentato per lungo tempo non soltanto una importante impresa editoriale, ma anche uno snodo fondamentale della cultura letteraria nazionale del primo novecento.
Tutto il primo periodo dell’attività della casa editrice fu del resto ispirata da giovani intellettuali (Giovanni Papini, Ardengo Soffici) che furono anche animatori di una serie di riviste, a partire da “Lacerba” (1913-1915), “Il Selvaggio”, “Civiltà Moderna”, “Il Frontespizio”, ma anche “Campo di Marte” e “Belfagor” che vivacizzarono il panorama culturale, specie letterario, italiano della prima metà del Novecento. Le riviste edite da Vallecchi, divennero così crogiuolo di interessi, di culture e uomini che poi si ritroveranno nel ricco catalogo vallecchiano di questi anni che annovera tra gli altri autori quali Papini, Soffici, Prezzolini, Slataper, Palazzeschi, Dino Campana, F. Tozzi.
Altrettanto ricco il catalogo vallecchiano relativo a studi critico-letterari che vanta studiosi del calibro di Anceschi, Antonelli, Bo, Falqui, Macrì a sottolineare l’attenzione della casa editrice verso la letteratura contemporanea in generale e la produzione lirica in particolare.
Ancora nella collana “Collezione di letteratura contemporanea” la Vallecchi ha pubblicato opere di G.B. Angioletti, P. Bargellini, R. Bilenchi, G. Comisso, A. Gatto, T. Landolfi, E. Pea ; senza dimenticare l’attenzione prestata a letterature straniere (“Collana Cederna”), alla storia (“Collana storica”) e alla filosofia con testi editi in collaborazione con l’Istituto di Studi filosofici.
Nel corso di tutto il Novecento la Vallecchi ha continuato ad avere un ruolo assai rilevante nel panorama editoriale nazionale. Ruolo oggi rinnovato e arricchito nel solco della continuità e della curiosità culturale della nuova proprietà cui si deve il salvataggio e la ripresa robusta di questi anni.


Teramo, 5 giugno 2008Elenco delle opere donate alla Biblioteca Provinciale “Melchiorre Dèlfico” dal dott. Fernando Corona (Casa Editrice Vallecchi Firenze)


Biblia Bibliorum. Opus sacrosantum…, Lugduni, [Nicolas Petit, per conto di Jean Marechal], 1541.
Rarissima cinquecentina della quale si conservano in Italia solo tre esemplari.

La Bibbia perduta, Firenze, Officine del Novecento, 1998. Edizione facsimilare di la Biblia Bibliorum…. Lugduni 1541.

Emilia Anna Talamo, Codices cantorum. Miniature e disegni nei codici della Cappella Sistina, Firenze, Officine del Novecento, 1997.
Raccoglie l’intera serie dei manoscritti miniati utilizzati nei secoli dai Papi per la loro cappella privata. I codici e le relative miniature sono riprodotti nel loro formato originale.

La parola di Dio, Firenze, Officine del Novecento, 1997.
Il volume raccoglie gli scritti di S. Giovanni nella versione latina con pregevoli miniature.

Marco Polo, Il Milione, Firenze, Officine del Novecento, 1999.
E’ la prima versione italiana del prezioso manoscritto con la ristampa anastatica di edizione veneziana del XVI secolo. E’ arricchita da un apparato iconografico di miniature, carte geografiche e inedite illustrazioni.

Il Romanzo di Alessandro. Firenze, Officine del Novecento, 1999.
Opera composta tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C., viene riproposta in versione italiana in edizione di grande formato con 70 tavole a colori. Il volume è rilegato in tutta pelle e decorato con incisioni in oro e impressioni a caldo.

Il medico. Immagini di una professione, Firenze Vallecchi, 2003.
Il volume raccoglie antologicamente testi letterari e documenti relativi all’arte medica con corredo di tavole illustrative provenienti da archivi storici e collezioni private.

Il Libro d’ore Capponi-Ridolfi, Firenze 1500.
E’ pregevole esemplare della miniatura fiorentina del Rinascimento, riprodotto nel ridottissimo formato originale in carta pergamenata con applicazione di oro a caldo e cucitura a mano.

Dante Alighieri, La vita nuova, Firenze, Vallecchi, 2003.
Si tratta della riproduzione facsimilare dell’edizione: Bergamo, Istituto italiano di arti grafiche, 1921. E’ contenuta in cofanetto e rilegata in seta con impressioni in argento.

G. Wolf, L. Sebregondi, Volti di Cristo, Firenze, Vallecchi, 2006.
Opera a tiratura limitata contenuta in elegante cofanetto di plexiglas. Ha impressioni in oro ed è rilegato a mano e riproduce 120 immagini del volto di Cristo.

L. Sebregondi, Volti della Vergine, Firenze, Vallecchi, 2008.
Elegante volume dedicato alla iconografia mariana. Contiene una selezione di 120 immagini attraverso il tempo. Il volume è rilegato a mano in purissimo lino naturale e ha avuto una tiratura limitata.

Ptholomei cosmographia, Firenze, Vallecchi, 2004.
E’ una raccolta di carte geografiche basate sugli studi di Tolomeo. Sono 39 le tavole con i relativi commenti. Il volume, a tiratura limitata, è rilegato a mano in pelle con impressioni in oro.

La Fenice, Firenze, Officine del Novecento, 1997.
Il volume, con ricco apparato iconografico, racconta la storia del Teatro veneziano, tempio mondiale della musica.