martedì 3 giugno 2008

USA. Hillary Clinton sbanca a Portorico e punta su Dakota e Montana di Lino Manocchia

RICEVIAMO Da LINO MANOCCHIA, giornalista giuliese

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Ap – Speciale da Portorico


Hillary Clinton
sbanca a Portorico
e punta su Dakota e Montana


di Lino Manocchia
SAN JUAN, 3 Giugno ’08 - Hillary Clinton ha puntato la carta vincente sul Commonwelt di Portorico ed ha sbancato il rivale Barack Obama: 68-32% (263.220=121.430). Una vittoria che doveva e poteva toccare cifre più solide senza l’ostinatezza degli “Indipendentisti” dell’isola che combattono per “liberarsi dell’intervento del governo federale americano che non la riconosce come Stato”, ma che l’esenta da tasse e la rifocilla con sovvenzioni sostanziose.
«E’ stata una vittoria consistente, capace di tenere in testa alla classifica di “maggioranza popolare”, particolare importante che la senatrice prospetterà ai Super delegati i quali dovranno soppesare l’importanza dei due candidati,» ha commentato Jeff Mc Caluff, chairman del Comitato Clintoniano. «In un certo senso è stata una rivincita dopo l’inspiegabile decisione del Comitato che ha peccato di integrità, che Hillary metterà in chiaro a giorni.»
Dopo Portorico, la newyorkese si presenta con 17.989.000 voti contro i 17.870.300 di Obama, che ha preferito trascorrere due giorni nel Montana e quindi nel Sud Dakota, la capitale del granturco, ultimi “western post” di questo convulso processo elettorale. Martedì, infatti, si concluderà la serie di votazioni, con 23 delegati in posta, che i due contendenti si divideranno.
Il senatore dell’Illinois si è congratutato con Hillary definendola «un avversario importante per il successo finale del Partito democratico.»
La dichiarazione ha allargato ancor più le previsioni secondo le quali la Clinton accetterebbe la Vice Presidenza, perché, dicono gli esperti, «la Signora è un personaggio forbito, capace di battere John Mc Cain e, quindi, necessario a Obama che suderebbe per conquistare gli “swing stati” come West Virginia, Ohio, California, New York.Indiana, Virginia ed altri, conquistati dalla senatrice.
A Portorico la vittoria ed il discorso di Hillary sono stati salutati da continui applausi al canto di “Hillary alè, alè” sull’onda di un’orchestra di un famoso cantante portoricano.
«Voi – diceva la Clinton – avete bsogno di aiuti. Le studentesse non possono terminare i corsi, le macchine non possono girare per mancanza di carburante, le donne di casa non hanno un’assicurazione sanitaria. Quando sarò alla Casa Bianca, molte cose cambieranno, ve lo prometto.»
Il discorso, dal tono pacato, conciliatorio, ha avuto ripercussioni favorevoli anche negli States con la stampa, in stato di metamorfosi e favorevole alle decisioni che Hillary prenderà a giorni.

PACE FATTA?
Il lungo week end ci ha impedito di fornire maggiori informazioni, come, ad esempio che questa sera, martedì, Hillary Clinton e Barack Obama, dopo aver seguito lo svolgimento delle votazioni del Sud Dakota e Montana, si troveranno a New York, insieme, al seguito delle due
“corti” per brindare alla fine delle elezioni principali. Intanto si apprende, in esclusiva, che i dirigenti dei due “campi” stanno trattando segretamente sul da farsi onde riunire le due parti ed intraprendere la battaglia contro McCain. Il meeting assume una grande importanza poiché cela qualcosa di grande, e l’attesa è morbosa.

NUOVI GUAI PER OBAMA
Quando tutto sembrava rasserenato, a ciel sereno, il senatore Obama veniva investito da un turnillon di eventi spiacevoli, con l’arrivo di un sacerdote cattolico, Michael Pfleger, il quale, invitato dalla Trinità Church di Chicago, la stessa del discusso pastore Geremy Wright, parlava ad una folla di afroamerican, usando un linguaggio infiammatorio, osceno, offensivo. Ad un certo punto, cercando di mimizzare Hillary Clinton, gridava: «Lei ha diritto a diventare Presidente perché è una donna bianca e fa parte della supremazia bianca, ed è difesa dalla setta.» Quindi, con un fazzoletto faceva finta di asciugare le lacrime di Hillary ed esclamava: «Obama vuol prendersi il titolo che mi appartiene, questo è osceno, l’America deve pagare caro.»
Il lugubre, sconnesso discorso procedeva a lungo tra le grida forsennate dei “fedeli” che approvavano applaudendo.
Da segnalare che Pefgler è un vecchio amico di Obama col quale collaborò in passato in attività “liberali” e recentemente ricevette dal senatore, un dono di 150 mila dollari.
L’offensivo accaduto ha richiesto l’intervento anche del Cardinale di Chicago che sconfessa il sacerdote e deplora simili incidenti. Il senatore dell’Illinois, sotto insistente pressioni alla TV tagliava corto con la Chiesa della Trinity e con il pastore Wright che quest’oggi è stato nominato “emeritus Pastor”, definendolo “un amico sincero e rispettabile.” Restano i commenti pubblici e l’insistente domanda: “Come mai Obama ha atteso oltre 20 anni per sconfessare e disassociarsi dal pericoloso pastore?”
A mettere la ciliegina sulla torta agrodolce, è giunto Tony Resko, (amico di Barack), il discusso personaggio di Chicago che è in attesa di essere condannato dal tribunale per operazioni illecite.
Un week end non certo gradevole, che non ha fatto altro che far perdere qualche punto alla notorietà del candidato democratico che i polls ora vedono alla pari con il senatore Mc Cain sempre più tagliente con le sue accuse di “incompetenza in politica estera.”
LINO MANOCCHIA, NewsItaliaPress
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