giovedì 5 giugno 2008

USA. Obama vince la nomination, di Lino Manocchia

Riceviamo da Lino Manocchia, giornalista giuliese

Chieti, 4 Giugno ‘08 – Mercoledì, S. Quirino – An. XXIX n. 159 – http://www.abruzzopress.info/ - abruzzopress@yahoo.it - Tr.Ch 1/81
Nuovo ABRUZZOpress >>> InterNational
Servizio Stampa - CF 93030590694 - Tel. 0871 63210 - Fax 0871 404798 - Cell. 333. 2577547 - Dir. Resp. Marino Solfanelli


Ap – Speciale elezioni da New York

Hillary conquista l’ultima tappa elettorale e valuta la Vice presidenza



Obama vince
la nomination

di Lino Manocchia

NEW YORK, 4 Giugno ’08 - Se un fulmine a ciel sereno non brucerà il sogno di 35 milioni di votanti americani, la senatrice Hillari Clinton accetterà la carica di Vice Presidente degli stati Uniti a fianco del sena-
tore Barack Obama, nominato candidato alla Presidenza. Dopo 16 mesi di cruenta battaglia elettorale, il sole starebbe per spuntare sul Partito Democratico Usa. Frustrazione, stampa partigiana, spese esorbitanti, animosità divisione, razzismo e sexismo verranno sconfitti dal buon senso.
Prima ancora del risultato del Sud Dakota, vinto col 56-44 dalla senatrice di New York, parlando con i delegati della Grande Mela, interrogata se era disposta ad accettare la carica di V. P, la tenace, coraggiosa signora rispondeva: «Se il mio apporto aiuterà l’unione delle due parti, e ci consegnerà la vittoria sui repubblicani, io sono “aperta” all’idea.»
Da diverso tempo i due “campi” si incontravano per esaminare la situazione facendo trapelare l’impressione di un accordo. La “dream team” Obama-Clinton sta diventando sempre più una realtà che milioni di americani sognano, e dopo 231 anni di vita della nazione, questo precedente storico vivrà nei tempi: Un candidato di colore ed una donna bianca prenderanno alloggio alla Casa Bianca, una matassa difficile a dipanare, un tentativo inimmaginabile considerata la disparità di razze, colore e credo.
Barack Obama ha vinto con le buone e le cattive, situazioni non certo confortevoli a sfondo politico, finanziario e religioso con la incancellabile ombra del focoso pastore Wright, e aiutato dalle prime vittorie in Stati di media stazza, dal suo programma centrato sul “change” (cambi giusti) che la stanca popolazioine Usa cerca da oltre otto anni, appoggiato altresì da una stampa partigiana. La sua campagna basata sul cambio del passato e l’arrivo del futuro, ha trovato una massa giovanile desiderosa del nuovo, del pratico, ed una massa color che vedono in Obama una forma di liberazione che sognano da anni.
La Clinton ha ottenuto, inizialmente, il controllo dei delegati e le donne sono state le fedeli protettrici sino all’ultimo giorno, ha vinto la maggioranza degli “swing Stati” più grandi e numerosi, ha ottenuto il suffragio di circa 18 milioni di votanti, numero mai raggiunto nella storia americana, ma la strana morfologia di un’altrettanto strano partito, con le sue idiosincrasie, formule mutevoli come il vento, hanno contribuito alla sconfitta di Hillary che, tuttavia, ha eliminato la lunga lista di amici e politici allineati dinanzi alla porta della Vice Presidenza per essere scelti, quale ringraziamento del voto a lei promesso.
Occorrerà attendere qualche giorno, necessario a chiarire l’atmosfera tesa e preparare una campagna metodica, calcolata,necessaria a battere il candidato repubblicano John McCain.
Intanto, dopo la nomination presidenziale di Barack Obama, la “leonessa della Grande Mela” è andata nel Montana e nel Sud Dakota per concludere la campagna che ha sostenuto con decisione e coraggio.
Ancora una volta, dopo il West Virginia, l’Indiana, Ohio, Pensilvania, e la scorsa settimana il Portorico, la senatrice ha vinto con ampi voti. Nel suo discorso conclusivo, la newyorkese si è congratulata con Obama, ammirevole lottatore che con la sua corsa travolgente ha ottenuto un “accomplishment” straordinario, rinforzando la guasta politica di Washington .
«E’ stata una gara lunga ed estenuante, pertanto questa sera,» a detto la senatrice, «non prendo nessuna decisioni sul mio futuro.» Dichiarazione che fa pensare anche ad un “appello” e revisione dei punteggi elettorali. Ma la maggioranza è certa che a Washington, questa sera, i due candidati brinderanno al futuro.
Il senatore Obama, da San Paul (Minnesota) dove a settembre il senatore McCain verrà investito della nomination repubblicana, ha parlato della Senatrice Clinton, definendola «un personaggio da storia, capace di ispirare ed attrarre milioni di americani, con una campagna che ha esaltato il suo lavoro svolto prima di pensare alla Casa Bianca, a favore dei bambini, dell’assicurazione sanitaria, e per essere stata capace di riaccendere le luci spente del partito con la sua presenza.»
«Hillary – ha detto Barack – ha fatto di me un miglior candidato. Per questo le sono grato.»
Il risultato del Montana, giunto ad ora tarda, vede vincitore Obama sulla Clinton 56-44. Parità, dunque, anche l’ultima volta.
LINO MANOCCHIA NewsItaliaPress http://www.edizionisolfanelli.it/edizionisolfanelli@yahoo.it - http://www.tabulafati.it/ - http://www.edizioniamiciziacristiana.it/
info/newsabruzzopress/htm - Iscriviti alle NewsLetter di ABRUZZOpress

ABRUZZOpress è inviato in e-mail e/o fax ad organi d’informazione, regionali e nazionali, autorità, enti
Notizie ed articoli possono essere lineramente riprodotti anche senza citare la finte

Nessun commento: