domenica 24 febbraio 2008

Sabato 1 marzo presentazione del Libro: D'Annunzio e Filippo De Titta





Sabato primo marzo 2008, alle ore 17.30, in occasione del 70° anniversario della morte di Gabriele d'Annunzio, nella Banca di Teramo, a Teramo, verrà presentato il libro D'Annunzio e Filippo De Titta. Carteggio (1880-1922) e altri documenti dannunziani, a cura di Enrico Di Carlo, ed. Rocco Carabba.
Una biografia di Gabriele d’Annunzio, scritta agli inizi del Novecento dall’amico d’infanzia Filippo De Titta, è stata pubblicata (dopo oltre un secolo) dalla Casa editrice Rocco Carabba, a cura di Enrico Di Carlo, nel volume D’Annunzio e Filippo De Titta. Carteggio (1880-1922) e altri documenti dannunziani.
L’idea di scrivere i Racconti dannunziani per documentare gli anni giovanili del poeta era maturata, nel maestro di Sant’Eusanio del Sangro, nel 1901, com’è testimoniato da una lettera che lo stesso d’Annunzio gli aveva inviato il 26 dicembre di quell’anno, in cui confessava al «caro Filippo» che il «libro che mi annunzii – intorno alle memorie della mia fanciullezza e della mia adolescenza, di cui fosti amoroso e fedele testimone – sarà dolcissimo al mio cuore di amico. Sono molto curioso di leggere le lettere che tu conservi e di riavere, a traverso il tempo, qualche riflesso di quell’infantile ardore».
D’Annunzio, in realtà, non si curò mai di favorire la pubblicazione delle “memorie”, forse perché contrariato dal fatto di dover «sopportare il fastidio ed il disgusto di vedermi ristampati aridi esercizî scolastici, prosette ingenue della puerizia e dell’adolescenza, esperimenti di studioso, rifacimenti rapidi, facili zibaldoni, capricci improvvisi, cronache frivole non destinate a vivere se non un giorno o un’ora».
Tra i vari tentativi esperiti da De Titta, vi era stato anche quello di far stampare i Racconti proprio dalla Casa editrice Rocco Carabba, con la quale collaborava come consulente culturale. Ma la mancata presentazione di d’Annunzio convinse don Rocco a non rischiare.
Il volume raccoglie anche il carteggio tra i due conterranei, grazie al quale si delinea una più accurata ricostruzione biografica di Filippo De Titta (1853-1926), cugino del latinista Cesare, alla luce dei rapporti che egli ebbe oltre che con d’Annunzio, con numerosi intellettuali dell’epoca.

Enrico Di Carlo (Chieti, 18 settembre 1960) è laureato in Lettere ed è Dottore di ricerca in “Lingua e letteratura delle regioni d’Italia”. Lavora presso la biblioteca dell’Università di Teramo e svolge attività di giornalista-pubblicista.
Ha pubblicato: Dall’Abruzzo al Vittoriale: d’Annunzio 1938-1998 (Andromeda, 1998), Luigi Savorini e il fondo dannunziano della biblioteca “M. Delfico” di Teramo (Deputazione abruzzese di storia patria, 1999), Caro Pascal: carteggio d’Annunzio-Masciantonio (1891-1922) (Ianieri, 2001), Gabriele d’Annunzio negli Abruzzi. Il poeta alla prima rappresentazione de “La figlia di Iorio” (Giugno 1904) (Ricerche&Redazioni, 2003), Bibliografia della cultura tradizionale del popolo abruzzese: 1486-2003, con Giuseppe Profeta (Deputazione abruzzese di storia patria, 2005), Chieti nelle fotografie della collezione Cocco, con Teresio Cocco e Fausto Eugeni (Edigrafital, 2005), e Mario Zuccarini. Un palco sulla città (Paper’s World-Edigrafital, 2006). Ha curato Gente d’Abruzzo. Dizionario biografico, 10 voll. (Andromeda, 2006).
Nel 2004 ha coordinato le manifestazioni promosse dal Teatro Marrucino di Chieti per “I cento anni de La Figlia di Iorio”, nell’ambito delle quali ha curato il convegno omonimo e i relativi Atti (Loffredo, 2005).

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