sabato 28 febbraio 2009

Intervento del Prof. Carlo Di Marco sull'area Ex SADAM di Giulianova


Ex SADAM e sviluppo sostenibile

Il recupero dell’area ex Sadam a Giulianova, è un altro terreno di prova per la credibilità della classe politica giuliese. Il rinnovamento, infatti, non si misura dal toto-candidati che impazza sulla stampa locale, ma dai programmi (di cui parla solo chi non è in pre-candidatura).
La passata amministrazione adotta il piano di recupero ex SADAM con modalità che nulla hanno a che vedere con lo spirito dello sviluppo sostenibile. Ma tale piano deriva dal PRUSST 2001 il cui obiettivo fondamentale è proprio lo sviluppo sostenibile. Alcuni dirigenti comunali che hanno seguito nostri master universitari su tale strumento di democrazia, con esso hanno sufficiente dimestichezza, ma i politici sanno cosa sia lo sviluppo sostenibile? Ho qualche dubbio! Anche perché un hotel di 50 metri di altezza (18 piani), tre edifici di circa 30 metri (11 piani) e qualche palazzone tra i 23 e i 28 metri di altezza per oltre 200 nuovi appartamenti non certo di case popolari (per maggiori dettagli rimando al sito de Il cittadino governante, http://www.ilcittadinogovernante.it/), seguono logiche diametralmente opposte allo sviluppo sostenibile! Siamo, invece, in piena logica dell’utilizzo selvaggio delle risorse con fini di lucro, massimo profitto e speculazioni private.
Uno dei contenuti fondamentali del concetto di sviluppo sostenibile riguarda, non a caso, la valorizzazione delle risorse del territorio laddove il sostantivo risorsa investe le collettività locali più di quanto non si immagini: la cultura, la storia, l’economia, l’arte, l’architettura ecc. Ed i politici che oggi adottano a cuor leggero scempi urbanistici di questo genere, ricordano (o sanno: qualcuno di loro non c’era...) quali siano le risorse di quell’area? Il punto è tutto qui: si amministra la cosa pubblica ignorando le risorse del nostro territorio ed evitando scientemente qualsiasi forma di confronto preordinato alle decisioni.
In passato l’area SADAM è stata il motore dell’economia giuliese e dell’intero territorio circostante; ha visto la presenza di centinaia di lavoratori fissi e stagionali in un’economia postbellica che ha costituito il volano della coscienza operaia della nostra città. In quell’area si sono formate schiere di militanti e uomini di cultura che informano la loro preparazione di oggi all’esperienza operaia acquisita lì dentro. E’ un’area operaia e popolare. Questa è la sua storia.
Come fare per valorizzare questa risorsa così preziosa? Come governare CON il territorio e non più SUL territorio, come invece si pretende ancora di fare? Credo che la risposta non sia nemmeno tanto difficile anche per chi non sa cosa sia lo sviluppo sostenibile. Quell’area deve riqualificarsi per il proprio bagaglio culturale e storico, non per esigenze speculative: si faccia un’edilizia operaia e popolare; un’urbanistica che metta al centro le popolazioni meno abbienti; i tecnici si mettano al servizio di questa ispirazione originaria del territorio e progettino guardando alle reali esigenze sociali delle collettività più disagiate.
Passa da qui il rinnovamento della politica: dalla rinuncia alle speculazioni; dal confronto quotidiano con i cittadini e le loro esigenze; da una programmazione condivisa con tutti i portatori di interesse e non più decisa nel chiuso delle stanze dei bottoni. La politica trovi finalmente il coraggio di scelte realmente innovative!

28/02/2009

Carlo Di Marco
Università degli studi di Teramo

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