sabato 7 marzo 2009

Nota del PRC di Teramo sull'8 marzo


Era il lontano 1908, quando, pochi giorni prima dell'8 marzo, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché, proprio l'8 marzo, il proprietario , bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme.

La cosiddetta festa della donna nasce da lì, ed ogni anno, almeno per un giorno, diventa l'occasione per ricordare non solo quel tragico avvenimento, ma anche e soprattutto quanto cammino sia ancora da compiere, nonostante i progressi acquisiti, nella direzione della pari dignità fra uomo e donna.
I recentissimi fatti di cronaca costituiscono la dimostrazione più eclatante di come, ancora oggi, più di 100 anni dopo quel primo, tragico 8 marzo, l'essere donna costituisca se non una colpa, quantomeno un motivo ancestrale di discriminazione.
E se l'abuso sessuale e la violenza fisica, troppo spesso perpetrati fra quelle mura domestiche che dovrebbero piuttosto garantire rifugio e protezione, rappresentano la più odiosa e vigliacca forma di disprezzo, non esauriscono il campionario quotidiano di prevaricazione cui ancora oggi, nel pieno del XXI° secolo, vengono quotidianamente sottoposte donne di ogni età, razza, religione.
Le maggiori difficoltà di accesso al lavoro, le retribuzioni inferiori a quelle dei lavoratori di sesso maschile di uguale livello, la recentissima volontà di elevare a 65 anni l'età pensionabile. E ancora, la facilità di licenziamento, le pari opportunità che esistono solo sulla carta, la mancanza di infrastrutture sociali che possano, se non eliminare, almeno limitare gli ulteriori carichi che gravano sulle donne lavoratrici. Tutte questioni ancora sospese, questioni che incombono, pesantemente, lungo la strada della giustizia sociale.

La festa dell'8 marzo, con tutti i suoi limiti ed i suoi rischi di commercializzazione, crediamo serva proprio a questo: a far sì che, almeno una volta ogni 365 giorni, ci si ricordi, si parli, si discuta degli abusi, delle disuguaglianze, delle prevaricazioni. Il nostro auspicio è però un altro: che un mondo ripulito da quegli abusi, da quelle disuguaglianze e da quelle prevaricazioni trasformi l'8 marzo nella festa dell'uguaglianza ristabilita.



Partito della Rifondazione Comunista
Segreteria Provinciale di Teramo

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