mercoledì 21 gennaio 2009

Pete Souza, il “fortunato” fotografo della Casa Bianca di Lino Manocchia

Pete Souza
il “fortunato” fotografo
della Casa Bianca

di Lino Manocchia


WASHINGTON, 19 Gennaio ’09 - Un simpaticone Peter (Pete) Souza, 54 anni, il fotografo più fortunato di questo pianeta.
Esperto Fotogiornalista ha accettato l’incarico di fotografo ufficiale della Casa Bianca, onde “documentare” per i posteri, la presidenza del 44.mo, primo “Chief” negro Barack Obama, che domani insieme ad oltre 2 milioni di spettatori, verrà “consacrato” Presidente degli Stati Uniti. Per Souza, abitante ad Athens, nello stato dell’Ohio, questa non è la prima volta che entra nella Casa Bianca, poiché ha prestato servizio durante la seconda presidenza di Ronald Regan. Pete, che insegna fotogiornalismo presso la Ohio University School of Vision Communication, ieri ha annunciato ai suoi studenti che prenderà una “prolungato periodo di assenza” per assumere la carica di fotografo ufficiale della Casa Bianca. La famiglia resterà nell’Ohio.
«E’ gran bravo uomo,» ha dichiarato il direttore del Chicago Tribune John McCormich. La Casa Bianca è fortunata di avere di nuovo alle sue dipendenze questo prototipo della fotografia.»
Obama incontrò Souza per la prima volta nel gennaio 2005 allorché il neo Presidente fece ingresso nel Senato degli Stati Uniti per lo stato dell’Illinois. Souza, che ha lavorato, appunto per il Chicago Tribune,ha visitato tra l’altro il Kenya, Sud Africa e Russia, ha contribuito a rendere più avvincente il libro “The rise of Barack Obama” divenuto subito best seller poco prima della Convenzione democratica di Denver.

Pete ha un passato professionale d’eccezione; ha collaborato con il prestigioso National Geographic Magazine, mentre è stato il primo giornalista, dopo il tragico 11 Settembre. a partire per l’Afganistan, dopo la caduta di Kabul. L’instancabile fotografo vanta il contributo di due libri di Reagan ”Unguarded Moment”e “Image of Greatness”.
Pete qual è la differenza tra un Presidente e l’altro per quanto riguarda la vita del “fotografo ufficiale” della Casa Bianca?
«Io ho lavorato per il Presidente Clinton, il quale non teneva in grande considerazione i fotografi. Ultimamente mi hanno riferito che il “Grande Bill” ha mutato opinione. Ho trascorso quattro anni con Regan durante il suo secondo periodo, in veste di reporter della Associated Press, ma la vita dei fotografi con colui che atterrò la Russia non è stata molto diversa. Tuttavia io considero l’ex Presidente Clinton molto più intelligente di Reagan.»
In effetti qual e il vero compito del fotografo ufficiale?
«Rappresenta una strana entità, in quanto non dobbiamo “rapportare” nessuno. Noi compiamo il nostro lavoro. L’unico che può ordinare ”lasciate la stanza” o “non lasciate la stanza,” è il Capo della Nazione, posso fare ciò che desidero, ovviamente nei limiti del criterio, ma seguiamo una linea prestabilita mediante la quale vengono distribuite le mie foto a riviste e giornali.»

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ABRUZZOpress – N. 027 del 19 Gennaio ’09 Pag 2



Nazione, posso fare ciò che desidero, ovviamente nei limiti del criterio, ma seguiamo una linea prestabilita mediante la quale vengono distribuite le mie foto a riviste e giornali.»
Pete voi fotogiornalisti avete il controllo dei film?
«I film appartengono a me, e vanno sempre inviati al National Archivies e quando viene costruita la “library” presidenziale tutto il materiale passa colà per i posteri. Un giorno se voglio avere qualche foto speciale, posso riacquistarla, come un qualsiasi altro cittadino che, ovviamente, impiegherà quattro cinque anni per visionare 40 mila bobine di film e scegliere la “fortunata” foto.»
Come è caduta la scelta da parte di Obama sul valido suo fotografo?
«Ho sempre seguito le vicende dell’ex senatore, sino a pochi giorni fa. Un giorno, ebbi l’occasione di assistere all’arrivo a Washinton del neo Presidente che si riunì, dopo brevissima assenza, con la famiglia. Il mio obbiettivo s’infiammò.»

«Alcune scene “familiari” furono la pietra del mio successo. Obama mi chiese se potevo dargli una copia, (una delle quali questa che pubblichiamo con la figlia minore - n.r.d.). Cosa che subito feci. Quando vide un’altra foto, mentre saliva la scalinata del Capitol, la usò per la copertina di un suo libro.»
Una storia fuori del comune, senza dubbio che ha per protagonista il nativo di South Dartmouth nello stato del Massachusset, laureatosi “cum laude” dall’Università d Boston. Nell’Università el Kansas State Pete otteneva la laurea in giornalismo. Nel Novembre 2005, Souza scrisse un interessante articolo “Surviving Prostrate Cancer” pubblicato con grande risalto anche dal Web dell’Associazione Stampa Nazionale.
Auguri Pete.
LINO MANOCCHIA

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