domenica 18 gennaio 2009

Rigoletto al Teatro Marrucino di Chieti

La famosa opera verdiana inaugura la stagione musicale teatina
Rigoletto al Teatro Marrucino di Chieti

di Rosaria Maresca

Il Teatro Maruccino di Chieti, fra passate bagarre politiche, tagli governativi al F.U.S (Fondo Unico per lo Spettacolo) e crisi finanziaria che rende sempre più instabile il settore culturale, ha inaugurato ieri, venerdì 16, l’attesa stagione musicale con una delle opere più popolari e amate dal pubblico dei melomani: Rigoletto.
Passione, tradimento, amore filiale, vendetta, il melodramma verdiano è perfetta combinazione di ricchezza melodica e potenza drammatica, scava nel fondo delle tensioni sociali e della condizione femminile, addita l’indice contro la dissolutezza di una certa aristocrazia. Con pennellate rapide, imbevute nel colore del romanticismo, ritrae libertinaggio e personaggi così realistici che, nel 1850, ancor prima della messa in scena dell’opera, gli valsero la censura da parte dell’Impero Austro-Ungarico. Venti anni prima, analoga sorte era toccata a Le Roi s'amuse di Victor Hugo, dramma da cui Francesco Maria Piave trasse ispirazione per il libretto del Rigoletto. Ne Il Re si diverte (traduzione di Le Roi s'amuse), Francesco I re di Francia, è il centro di un universo di corruzione, depravazione e immoralità; il vizio più estremo pervade lo stato d’animo del protagonista e del dramma; per la censura francese affronto fin troppo grave per permettere ulteriori rappresentazioni dopo il debutto. Al musicista bussetano, invece, un tardivo compromesso artistico valse l’impedimento della condanna dell’opera: trasportare l'azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, e far diventare il re di Francia il duca di Mantova. «E, forse,» come precisa in una nota la regista Matelda Cappelletti, «di questo particolare devo essere grata proprio alla censura austriaca che ha permesso a me e agli scenografi Massimo Poli e Michele Ferrara di bearci e, spero, far godere il pubblico, delle immagini meravigliose di questa straordinaria città incantata che è Mantova!». E per incanto, allora, dall’ouverture al finale, tutta l’opera è ambientata nella città dei Gonzaga, fra belle scenografie, calde luci, costumi rinascimentali e anfratti fluviali.

Dal punto di vista musicale, la partitura è affidata alla bacchetta del Maestro Claudio Desderi, che ha saputo dirigere l’Orchestra del Marrucino con bravura, autorevolezza, profondo senso drammaturgico e, forte vigore, qualità, questa, da non sottovalutare, soprattutto se messa in relazione all’ ensemble musicale teatino, dotato di buone capacità ma, purtroppo, non sempre adeguatamente incitato. Fra i cantanti, quasi tutti giovani e al debutto dei ruoli, vanno ricordati Francesco Marsiglia nel
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ABRUZZOpress – N. 026 del 18 Gennaio ’09 Pag 2

“Duca di Mantova”, tenore dal timbro leggero, già ospite, nel 2007, del Falstaff allestito al Marrucino; Arianna Ballotta “Gilda”, soprano dalla bella voce, soprattutto nella tessitura intermedia; Maurizio Franceschetti “Sparafucile”, Milena Storti una seducente “Maddalena” ed un Carmelo Corrado Caruso nei panni di un Rigoletto che sicuramente avrebbe potuto offrire molto di più se non fosse stato affetto da una visibile indisposizione canora causata da una laringite (i caldi applausi del pubblico lo hanno premiato del nobile gesto). Al Maestro Fabio D’Orazio il compito di dirigere Il Coro solo maschile, compagine interessante ma non sempre disciplinata. Le successive rappresentazioni dell’opera sono previste per sabato 17 e domenica 18. Il costo dei biglietti è amichevole, è possibile acquistare, inoltre, un carnet di spettacoli a prezzi molto contenuti. Seconda opera prevista in cartellone per Febbraio Turandot di Giacomo Puccini.
R.M.

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