venerdì 6 febbraio 2009

12 domande al Vice Console, Nicola Maria D’Ercole, che ama Miami come Pescara di Lino Manocchia

12 domande al Vice Console
Nicola Maria D’Ercole
che ama Miami come Pescara

di Lino Manocchia

MIAMI, 3 febbraio ’09 - Il Vice Console Nicola Maria D’Ercole, nato a Pescara il 27 ottobre 1945, ha compiuto, metaforicamente parlando, un salto da record Guinnes, partendo da Riga, in Lettonia, e concludendo la lunga volata a Miami, salutato dal Console Marco Rocca, dal Presidente del Comitato Italiani all’Estero di Miami Cesare Sassi, dai colleghi Carlo De Parolis e Carlo Fermi, che si trasferirà da Miami al meno... caldo centro di San Pietroburgo, in Russia.
Prima della Lettonia, D’Ercole è stato altresì, per quattordici anni in missione ad Abu Dhabi (EAU). Un cambio senza dubbio gradito dal nostro rappresentante che riscontra, in Miami, alcuni angoli belli della magnifica spiaggia abruzzese. Con D’Ercole è giunta anche la consorte, signora Silvana Di Giovanni e, ospite, la figlia Nicol, accompagnata dal fedele cucciolo bassotto.

Da sinistra, Il Console Marco Rocca, D’Ercole e il Presidente del Comitato degli Italiani di Miami Cesare Sassi

Va senza dire che la comunità italiana della Florida è soddisfatta della presenza del Vice Console che opera a fianco del Console Marco Rocca, il cui lavoro è apprezzato, essendo riuscito a creare una
“squadra” diplomatica necessaria alla zona, riunificando la comunità italiana, superando le divisioni e le
polemiche degli ultimi anni e quindi merita il giusto riconoscimento. E D’Ercole lo conferma:
«Il lavoro del Console inizia nel Consolato, ma si estende dall’industria alla cultura e dal commercio alle scuole. I colleghi mi confermano,» dice D’Ercole, «che neglii ultimi anni del suo mandato, i servizi
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consolari sono migliorati notevolmente, il commercio è incrementato e le scuole di lingua italiana hanno sviluppato nuovi corsi e nuovi programmi.»
A Miami, la Pescara della Florida, lei si è subito ambientato? Ha notato l’esistenza di particolari problemi nella zona mista italo-latina?
«Più che di problemi semmai si può parlare del sistema americano che è molto diverso da quello europeo, per cui bisogna mettersi di buzzo buono onde comprendere quel sistema che a livello bancario assicurativo, informativo è molto differente. Semmai il contatto è stato un po’ duro, ma comprensibile.»
Lei pensa che esiste il progresso senza conflitti?
«Penso che i conflitti facciano parte della vita e comunque aiutano, anche perché i conflitti vogliono dire situazioni e diverse idee, per cui più idee esistono e meglio è.»
Della comunità italiani della Florida che può dire?
«Senza dubbio rispecchia quanto vediamo nel nostro Paese. E’ una comunità che si èinserita onorevolmente, operante, ha ottenuto successi, non dimentica la Patria e onora la famiglia, ecco.»
Come sono considerati i rapporti politici, commerciali tra l’Italia e l’America?
«Sono tradizionalmente buoni perché gli Stati Uniti e l’Italia sono vecchi amici da decenni. L’Italia dovrebbe rappresentare, secondo le recenti informazioni, il secondo Paese che ha contatti europei ed una bilancia commerciale abbastanza rilevante con gli Stati Uniti.»
Console D’Ercole, qual è il vizio più amabile degli italiani?
«Io penso che i vizi degli italiani siano tutti “amabili”.»
Cosa dell’infanzia nel suo Paese, ricorda più volentieri?
«Io, essendo vissuto a Pescara, quello che ricordo e mi fa piacere ricordare tutte le estate trascorse al mare in compagnia di amici e familiari. Quel mare che, in minuscolo, si avvicina al poderoso Oceano Atlantico che abbraccia Miami come una “vezzosa signora”. Nella mia carriera ho sempre cercato un Paese che offrisse il mare. Avere dinanzi a me l’idea di spazio infinito mi rende felice.»
Cos’è la felicita’?
«Questa è una domanda da un milione di dollari. La felicità è uno stato d’animo che forse ci si arriva molto vicini, ma è in effetti una dolce chimera…»
Qual è la sua pietanza preferita?
«Preferisco due gnocchi di patate, al sugo abruzzese, quello fatto fare in 4-5 ore.»
Come trascorre una giornata Nicola Maria D’Ercole?
«Al momento ho in visita mia figlia a Miami, quando sono libero da impegni professionali, il sabato e la domenica, andiamo in giro. Non andiamo troppo lontano, visitiamo spiagge vicine ben tenute, come Key Biscaine, Fort Lauderdale; visitiamo anche Musei, il tutto in una giornata, sperando di organizzare presto un lungo piacevole week end.»
Lei crede nella fortuna?
«Metà e metà. Diciamo che è una componente non determinante del successo.»
D’Ercole si è mai pentito di aver fatto del bene?
«No, quello mai. “Fai del bene e scordatelo”, dice un vecchio saggio.»
A cosa deve il suo successo?
«Mah, io non parlerei di successo. Non penso sia solo merito mio. Sono arrivato dove sono arrivato, a piccoli passi, sono ad un passo ancora dalla pensione, mi ritengo fortunato, ma parlare di successo vero e proprio non direi.»
Se tornasse indietro, cosa non rifarebbe?
«Onestamente rifarei tutto quello che ho fatto, compresi, ovviamente anche gli errori.»
Lei segue le “disavventure” della squadra biano-celeste pescarese?
«Ogni lunedì mi collego in Internet per vedere i risultati sportivi della domenica. Debbo confessare che rimango alquanto deluso. Notare che dopo tre anni in serie A è tornata, lacrimando, in serie C. con lo stadio semivuoto. è deprimente. E Pescara, per la sua importanza, non merita un simile affronto. Dovrebbe avere, insomma, una folta schiera di tifosi, mah!... Comunque sono costretto a notare i risultati, ignorando la cronaca, tanto quanto basta per farmi star contento o meno.»
LINO MANOCCHIA

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