giovedì 5 febbraio 2009

E se in una notte d’inverno germogliasse un fiore?

E se in una notte d’inverno germogliasse un fiore?
A Chieti, in via Pescara, nasce il “Piccolo Teatro dello Scalo”
Una stagione teatrale all’insegna del classico e del contemporaneo

di Rosaria Maresca

CHIETI, 3 Febbraio ’09 - Nel cuore di Chieti Scalo, nella movimentata via Pescara, è nato (dieci giorni appena), un piccolo ma prolifico teatro di circa ottanta posti, una realtà culturale che va ad arricchire tutta la cittadina teatina e, non solo, quel lembo geografico agglomerato sul pendio del Colle San Gallo. Artefice dei natali, a cui si augura prosperità, è l’ Associazione “Il Canovaccio” di Chieti Scalo. La compagnia, composta da più di dieci elementi fra attori, costumisti e tecnici, vede l’impegno di: Giancamillo Marrone, Vincenzo Battista, Fabio Castorani, Rosario Cicellini, Fabio Consorti, Paola D’Onofrio, Stefano Di Salvatore, Olimpia Durazzo, Antonella Giancaterino e Carmen Giancaterino, un ensemble artistico attivo ed affiatato già prima che venisse alla luce il “Piccolo Teatro dello Scalo” e prossimo a festeggiare le nozze d’argento con il mondo teatrale: il 1985, infatti, è la data del loro primo debutto.
La prima opera messa in scena - “Il Malato Immaginario” di Moliere - ha avuto un successo di pubblico ragguardevole (alle due rappresentazioni previste per il 24 e il 25 Gennaio è succeduto, tre giorni fa, un fuori programma con tutto esaurito) e ciò, ovviamente, fa ben sperare per il futuro della rassegna fatta di cernite artistiche stilate all’insegna dei grandi classici ma anche del contemporaneo e dell’ospitalità a compagnie di fuori zona.
A Giancamillo Marrone, referente del gruppo e regista di questa prima piéce, abbiamo chiesto:
Illustrarci il programma completo della stagione e, ovviamente, il perché di queste scelte:
«Moliere è un po’ il padre del teatro, è un drammaturgo che mi affascina, e non nascondo la mia intenzione di lavorare su altri suoi testi riuscendo a concludere la trilogia con “L’avaro” e “Tartufo”. Si, questo è il mio desiderio per i prossimi anni. Per quanto riguarda la scelta di allestire indistintamente classico e contemporaneo ecco, sicuramente c’è da dire che se seguissimo un filone, tipo il contemporaneo o il classico, diventeremmo conformi ad altre realtà che operano sul territorio abruzzese, noi invece vogliamo proporre “tutto” il teatro, in guisa di alfabetizzazione, interessandoci anche alla commistione delle arti, […] qualche anno fa, per esempio, al Supercinema di via Spaventa a Chieti, portammo “L’eccezione alla regola” di B. Brecht e quello fu uno spettacolo in cui, accanto al testo drammaturgico originale, coesisteva la musica prodotta da una piccola orchestra e delle video-installazioni. Direi che noi siamo aperti a tutto.»
E una sorta di introduzione al teatro, effettivamente, già avviene per mano di Marrone con i laboratori teatrali da lui istituiti. «Si, io curo un gruppo di venti adulti, mentre il mio collega Fabio di Cocco dieci ragazzi, abbiamo anche un laboratorio di danza curato da Marianna Dan. La struttura ce lo permette,» mostrando l’ampia sala del sottosuolo attrezzata di tutti i confort. «A maggio ci sarà la prova finale e molti individui che fino a poco tempo fa temevano di salire su un palcoscenico o addirittura parlare in pubblico si cimenteranno in un saggio.»
Per quanto riguarda le altre opere in programma, cosa ci dici?
«Il 22 febbraio ci sarà “D’Annunzio di Musica” con Fabio di Cocco e musiche di Antonio Cericola; l’8 marzo “In Compagnia”, una serata con teatro e musica sulla donna e dedicata alla donna; il 21 marzo l’annunciato “Suoni di un paesaggio” di Harold Pinter sarà sostituito dando ospitalità alla compagnia Odeon di Ortona che si cimenterà su un testo adattato da
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ABRUZZOpress – N. 045 del 3 Febbraio ’09 Pag 2

Massimo Paolucci; il 18 aprile c’è una rappresentazione scritta e diretta da me: “Chi ha rubato il mio formaggio?!”, sul cui sfondo c’è la personale vicenda alla cartiera Burgo; il 9 maggio “Teatro da Camera” di e con Vincenzo Battista e tutta la compagnia, atti unici di autori teatrali; e prima dell’estate uno spettacolo del gruppo di ragazzi diretto da Pino Insegno».
Domanda finale, quali obiettivi per il Piccolo Teatro dello Scalo?
«Poter senz’altro realizzare degli scambi con altri piccoli teatri, e, soprattutto, consolidare la stagione riuscendo a produrre senza avere grandi risorse, perché noi, praticamente, non abbiamo nemmeno l’1 % dei fondi che possono vantare le grandi strutture, ma siamo mossi dalla passione».
Ad maiora etiam…
A.M.

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