venerdì 25 aprile 2008

Libri. Palestina, una terra troppo promessa, di Antonella Ricciardi


Vi segnalo la pubblicazione del libro, che è uno studio sull'attualissimo e nello stesso tempo antico conflitto inPalestina. Dal titolo "Palestina, una terra troppo promessa", è edito con la casa editrice Controcorrente; può essere richiesto puredirettamente a questo mio indirizzo web: http://www.antonellaricciardi.it/


Rifacendosi soprattutto a fonti israelo-sioniste, ma anche delle piùvarie provenienze, italiane ed internazionali, senza distinzioni dicolore politico, l'opera mette in luce quanto uno degli aspetti piùsconcertanti del modo con cui i poteri forti trattino del conflitto inPalestina sia la continua rimozione del passato: ciò, naturalmente,perchè una profonda disamina degli avvenimenti, prossimi e meno recenti,metterebbe inevitabilmente in luce l'illegittimità storica dellapresenza sionista in Palestina. Un argomento spesso usato per tale(voluta) rimozione è dato dalla considerazione che furono gli arabi arifiutare la spartizione della Palestina, sancita dall'O.N.U. nel 1947 erealizzatasi nel 1948, con la creazione dello Stato d'Israele. Siaffermava spesso, inoltre, che i palestinesi fossero sempre stati unaparte indistinta del mondo arabo, senza sentire l'esigenza di un proprioStato, salvo poi avvertirla per puro spirito di contrapposizione aicoloni ebrei sionisti. Queste obiezioni tuttavia ignorano che laPalestina avesse già una sua identità geopolitica al tempo dell'ImperoOttomano, mentre altre identità erano ancora in formazione: ad esempioil Libano era diviso in varie regioni a sè stanti, tra cui il MonteLibano, la zona a maggioranza drusa dello Chouf, ecc.... Inoltre,seguendo una filosofia affermativa, non rinunciataria, questo libroevidenzia la giustezza del sostegno al principio dell'autodeterminazionedei popoli, in modo tale che ogni popolazione possa liberamentescegliere, senza subire imposizioni colonialistiche, se considerarsiparte integrante di una comunità nazionale più vasta e composita, o sedecidere di essere una nazionalità indipendente, a sè stante.Particolare attenzione viene anche riservata alla rimozione concernenteil fatto che gli ebrei originari della Palestina fossero solo il 10%della popolazione in epoca ottomana, saliti poi al 30% perl'immigrazione sionista, spesso illegale, all'epoca della spartizionedella Palestina, che risulta chiaro, a questo punto, essere stata uncrimine, ottenuta inoltre con scandalose pressioni americane, favoriteda interessi economici e dall'aberrazione "cristiano-sionista" (secondomolti, in realtà di tipo anticristiano). Di fondamentale importanza, percomprendere nel profondo la questione, sono anche i passaggi relativialla circostanza che i dirigenti sionisti fondino la propria identitànazionale solo sulla religione, non accordando la possibilità diemigrare in Israele a persone di origine ebraica ma di religione diversada quella israelitica... quegli stessi dirigenti israeliani cheavrebbero voluto includere nel loro Stato, oltre all'intera Palestinastorica, anche porzioni di Libano, Giordania (allora denominataTransgiordania), Iraq, Siria, ed Egitto, per aumentare le propriedisponibilità idriche: intenzione evidente anche nelle bande dellabandiera israeliana, che indicano i confini "relitti" che sarebberodovuti essere d'Israele: dal Nilo all'Eufrate... Palese appare, inoltre,che le classi dirigenti di Tel Aviv, senza distinzioni di destra e disinistra, abbiano cercato di ottenere il maggior numero di terrepossibile col minor numero di arabi possibile: per questo avevanocolonizzato e non annesso Cisgiordania e Striscia di Gaza, per questoavevano annesso Gerusalemme Est ed il Golan, nonostante annessioni ecolonizzazioni siano illegali. Per questo, appare ancora evidente, saràil ritorno dei profughi palestinesi (da tanti opinionisti conformisti,non a caso, avversato), a portare ad unico Stato di Palestina, nel qualeogni sua etnia possa vivere in una terra libera, laica, e veramenteindipendente.

Nessun commento: