giovedì 18 dicembre 2008

Mario Andretti, augura "Good Luck" all'anno che viene, di Lino Manocchia

Mario Andretti
augura “Good Luck”
all’anno che viene

di Lino Manocchia

NAZARETH, 18 Dicembre ’08 - La cittadina della Pensilvania presenta avanzi di neve che ha seppellito gli stati dell’est. Nel garage del più grande pilota di tutti i tempi, spiccano una Ferrari, Lamborghini , Corvette e due moto, che scattano di tanto in tanto al contatto di un “Piedone” famoso quanto la torre di Pisa.
Buon giorno, Signor Sindaco!
E Mario Gabriele Andretti (foto) ci accoglie come tante altre volte, nella sua magnifica villa lungo la Rose Inn avenue. Già, Mario è il Sindaco del “Libero Comune di Montona in esilio”, oltre ad essere Commendatore della Repubblica Italiana, al pari del compianto Drake Ferrari.
Con le sue scuola guida di Las Vegas e Charlotte (Carolina), con la sua vigna in California, e tanta altra “merce”, Andretti ha il tempo contato, ma fa eccezione per il nostro “Sito” che usa per inviare gli auguri di Buon Natale a piloti, meccanici, ingegneri, patron, sponsors, dirigenti e tifosi di mezzo mondo motorizzato.
«Più che mai – dice Mario – con la situazione finanziaria attuale, c’è bisogno di veri, forti auguri di salute, prosperità, ed un futuro più avvincente per le quattro ruote,» dai quali egli, a 68 anni, non riesce a distaccarsi. «Occorrerà essere forti, tirare avanti con coraggio e decisione se un giorno vorremo ancora trionfare. Il 2008 ha offerto diversi episodi in varie categorie – prosegue Mario – la Irl ha messo il piede più volte fuori dell’ovale e nel 2009 la vedremo ancor più impegnata con gli stradali. Si spera di osservare nuovi volti, anche europei. Il resto è nelle mani del destino.»


Mario Andretti davanti alla sua vineria




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Indubbiamente il discorso verte sulla famiglia, ed il nome Marco scivola nella conversazione.
“Il ragazzo (il figlio Marco - ndr), quest’anno, ha effettuato una serie di errori dovuti alla pessima direzione di un paio di ingegneri a corto di strategie ed incapaci. Insomma è stata una scelta sbagliata di personale. Ovviamente è stata colpa di Michael che dirige i team Irl, ma, scoperto l’errore, siamo corsi ai ripari, e nel 2009 sicuramente, la situazione sarà più fluida, decisiva ed io faccio gli auguri.»
Non pensi, Mario, che per un pilota l’ovale sia un handicap, se passare alla F.1?
«Marco pochi mesi fa, in Spagna, ha provato la F.1 con la Honda destando ottima sorpresa. Ha partecipato tra l’altro al G.P. A1 piazzandosi terzo in Malesia e quest’anno aprirà la serie nella Nuova Zelandia il 25 gennaio. Il “ragazzo” lavora seriamente, è un professionista dedito, serio tra i migliori del momento e, se avrà l’opportunità, sicuramente il nome Andretti emergerà. Personalmente sono del parere che mio nipote saprà guidare nella giusta via.»
Della Formula Uno edizione 2008 che puoi dire?
«E’ stata una “edizione” bella, combattuta sino all’ultimo giro, specie per i tifosi, non sono mancati i colpi di scena come gli errori di Massa, che in un campionato di massimo grado sono naturali. Peccato che sia mancato l’apporto tecnico di Mika Raikkonen, un pilota indecifrabile, misterioso.»
E di Hamilton cosa ne pensi?
«Bravissimo, alla guida di un mezzo fantastico. Perdere il campionato per un punto richiama il detto: ”Per un punto Martin perse la Cappa”. Peccato”. La F.1 ha bisogno di nuove linfe, tipo Hamilton. Speriamo che le beghe interne scompaiano per far posto al vero sport automobilistico.»
Si annuncia l’arrivo del Cowhorth...
«Sarebbe bello vedere un’altra Casa costruttrice impegnata con i nuovi regolamenti ed un altro motore, capace di sostituire l’assenza della Honda ritiratasi dopo aver speso tanti milioni.»
Mario quali sono stati i “momenti più forti” della tua carriera?
«Indubbiamente i 12 G.P, di Formula uno dove ho vinto il titolo mondiale con la Lotus 79. Ho disputato 128 G.P. ottenendo 19 podi e 18 pole positions. Certamente non dimentico la conquista del trofeo di Indianapolis per la 500 miglia con una vettura dell’italo americano Andy Ganatelli.»
Coraggioso, generoso, serio professionista, idolo d’America, al suo nome sono legate alcune delle più belle vittorie Ferrari, grazie alla sua grande voglia di vincere, una voglia straripante, assoluta, cocciuta, senza ripensamento di comodo o di calcolo, di arrivare al vertice.
Mario Andretti, detto “Piedone” è sempre stato così: il pilota del secolo, il più grande tra i grandi!
Buon Natale campione.!
LINO MANOCCHIA

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