martedì 9 dicembre 2008

ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA, IMPRONTE


ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA
IMPRONTE

GIULIANOVA COME TORTORETO: COLLINA A RISCHIO FRANA
L’allarme è contenuto in uno studio condotto nel 1977. A rischio il versante est della collina e le aree in corso di edificazione nell’ex proprietà Migliori-Longari e quelle che in futuro potrebbero essere interessate da costruzioni.

Siamo venuti in possesso di un importante documento riguardante i risultati di alcuni accertamenti geologici effettuati sul versante est della collina giuliese che sovrasta l’ex Area Migliori-Longari dal geologo Luigi Cavaglià nel mese di giugno del 1977.

Lo studio così sintetizza le proprietà e le caratteristiche fisiche del terreno in quella zona:
- Proprietà generali di stabilità: di difficile consolidamento; stabilità dubbia
- Coesione in presenza d’acqua: da bassa a nulla
- Rigonfiabilità: alta
- Capillarità: altra
- Classifica delle strutture: sabbia e limo
- Il valore medio dell’indice plastico è 8,25 e quello del limite liquido è 33%. Ciò sta ad indicare che negli orizzonti limosi per una piccola variazione in acqua rispetto alla quantità per cui il terreno si comporta allo stato plastico, questo subisce un rapido annullamento della coesione e dell’angolo di attrito interno comportandosi come un fluido viscoso.

Dopo avere effettuato 7 prelievi maccanici ed averne analizzato i risultati, il geologo dott. Luigi Cavaglià giunge alla conclusione che la stabilità del versante collinare è “seriamente minacciata dalla presenza di acqua che filtrando a diverse profondità da ovest (verso est), non riesce a defluire trovando verso valle terreni sempre meno permeabili”. I terreni sempre meno permeabili sono quelli oggi interessati dall’edificazione sull’ex Area Migliori Longari e gravati fino a non molto tempo fa da un vincolo P.A.I. (Piano per l’assetto idrogeologico) inspiegabilmente rimosso e che aveva una sua logica: consentire alle acque provenienti dalla collina di trovare ai piedi della collina stessa uno strato permeabile, in grado di arrestarne lo scorrimento ancora più a valle, verso il centro abitato.

La diminuzione di granulometria del terreno della collina -continua lo studio- determina una diminuzione del valore del limite liquido del terreno stesso. Ciò fa sì che l’acqua determini l’ammollimento del terreno che nella parte più alta del versante ex della collina è nella condizione di scoscendere per gravità.

In parole più semplici, è sufficiente una piccola variazione in acqua negli orizzonti più limosi e la collina a monte di Piazza Dalla Chiesa viene giù.

Lo studio di cui siamo entrati in possesso dimostra quindi che non è consigliabile costruire ai piedi della collina. Sarà forse per questo motivo e non per capriccio che una parte del tratto pianeggiante dell’ex proprietà della Signora Longari era gravata da un vicolo P.A.I. che è stato rimosso in un secondo tempo.

Il fatto che troviamo strano e singolare è che lo studio di cui stiamo parlando non era e non è coperto da segreto di Stato ma è custodito da oltre 30 anni negli archivi del Genio Civile che, su richiesta di alcuni privati, finanziò in parte la ricerca del dott. Cavaglià.

Le domande che poniamo -nella remota ipotesi che qualcuno risponda- sono le seguenti:

1) preso atto di quanto contenuto nella ricerca del dott. Cavaglià, com’è stato possibile modificare il P.A.I. che in origine non consentiva di edificare in una parte dell’ex Area Migliori-Longari?

2) sempre alla luce di quanto affermato dal dott. Cavaglià nel suo studio, com’è stato possibile che a seguito della nota del 28 giugno 2006 a firma del Dirigente Regionale del Servizio Difesa del Suolo che ricordava all’Amministrazione Comunale di verificare il rispetto delle prescrizioni dell’art.20 del P.A.I. che vieta di costruire lungo un segmento perpendicolare al piede di collina, pari all’altezza della scarpata, i tecnici comunali siano giunti alla conclusione che le caratteristiche del terreno in quel posto consentono di costruire?

3) come mai nessun tecnico ha voluto considerare invece che qualsiasi edificio costruito ai piedi del versante est della collina di Giulianova, come dimostrato dallo studio del dott. Cavaglià, è esposto naturalmente al rischio di allagamenti e smottamenti, e che questo può determinare situazioni di rischio?

Eppure le occasioni per un ravvedimento non sono mancate; in particolare:

- prima della sottoscrizione della transazione tra Comune e privato, avvenuta il 24 marzo 2005;
- prima dell’approvazione della stessa convenzione da parte del Consiglio Comunale, avvenuta con delibera n.° 47 il 6 maggio 2005;
- prima dell’approvazione, sempre in Consiglio Comunale con delibera n.° 115 del 10 ottobre 2005, della variante specifica al P.R.G., con cui il Comune riconobbe la vocazione edificatoria dell’area pianeggiante di proprietà della Signora Migliori-Longari, estesa mq. 5.800 circa, includendola in un comparto edificatorio in zona B2 con indice di utilizzazione pari a 0,55 mq/mq;
- in occasione dei mille appelli lanciati da organizzazioni e comitati cittadini all’Amministrazione Comunale.

F.to IMPRONTE

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