mercoledì 31 dicembre 2008

BLOBEE.IT: LA COSTITUZIONE ITALIANA SI LEGGE SUL TELEFONO CELLULARE

BLOBEE.IT: LA COSTITUZIONE ITALIANA SI LEGGE SUL TELEFONO CELLULARE

Un portale internet mobile www.blobee.it con una sezione dedicata interamente alla Costituzione Italiana. Il progetto, gratis per tutti, e' firmato da Blobee.it

Il testo della Costituzione della Repubblica Italiana da oggi si puo' leggere anche sul telefonino. Su tutti i telefoni cellulari.

La Costituzione a disposizione di tutti. Basta collegarsi a internet mobile attraverso il browser, presente su tutti i telefoni anche non di ultimissima generazione, digitare il portale 'blobee.it' e cliccare nella sezione 'books'. Nell'indice del sito della Costituzione Italiana sono presenti i cenni storici, i principi fondamentali, la parte prima e la parte seconda, quindi le disposizioni transitorie e una agevole guida al servizio. Ogni area contiene gli articoli corrispondenti che possono essere letti uno alla volta per facilitarne la visione anche su piccolo schermo. Per scorrere i vari articoli basta cliccare sui links "precedenti" e "successive".

Il servizio e' gratuito per tutti gli utenti abbonati ad internet sul cellulare.

Il progetto e' stato realizzato da Blobee Labs, mobile company italiana fondata da Roberto Santuccione e Cinzia Cordesco che dichiarano:'Si tratta di una iniziativa rivolta a tutti, in particolare ai giovani e agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Tutti i ragazzi possiedono uno o piu' cellulari. E' una maniera molto trendy e diretta per conoscere la Carta che regola i fondamenti della Repubblica Italiana nei dettagli e poterla leggere in qualunque momento e ovunque ci si trovi. Questo progetto, inoltre, vuole essere un suggerimento a quelle amministrazioni italiane che fanno ancora comunicazione istituzionale attraverso il materiale cartaceo con notevole dispendio di risorse finanziarie che potrebbero essere utilizzate diversamente".

La Carta Costituzionale e' stata approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947. Fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana numero 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947. Entro' in vigore il 1° gennaio 1948.

Il presente comunicato e' stato inviato anche al presidente della Repubblica, alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al ministro per la Pubblica Istruzione e Innovazione, al Ministro per l'Istruzione e l'Universita'.

www.blobee.it
press@finlloyd.com
3291023222
392-2278996

1 commento:

Anonimo ha detto...

"BUON ANNO A TUTTI... meno che a uno, anzi mezzo"!

Come sarà il 2009? Non c’è nessuno - ma per chi ci crede ci sono i soliti oroscopi - che abbia le carte in regola per formulare previsioni attendibili circa il nostro futuro prossimo. Non sappiamo se ci sarà un collasso dell’economia. Non sappiamo se la crisi durerà uno o più anni. Non sappiamo se il prezzo del petrolio salirà o scenderà. Non sappiamo se ci sarà inflazione o deflazione, se l’euro si rafforzerà o si indebolirà. Non sappiamo se gli Usa del nuovo-Presidente saranno diversi da quelli del Presidente-guerrafondaio. Non sappiamo se Istraele e Palestina continueranno a scannarsi per tutta la vita. Non sappiamo nada de nada! La stampa, i politici, i sindacati, tacciono! Stra-parlano soltanto di federalismo, riforma della giustizia, cambiamento della forma dello Stato, grandi temi utopici che vengono quotidianamente gettati ad una stampa famelica di pseudo-notizie, mentre i veri cambiamenti si stanno preparando, silenziosamente, nelle segrete stanze. Comunque, anche se i prossimi anni non ci riservassero scenari drammatici, e la crisi dovesse riassorbirsi nel giro di un paio d’anni, non è detto che l’Italia cambierà davvero sotto la spinta delle tre riforme di cui, peraltro, si fa fino ad oggi solo un gran parlare. Del resto, non ci vuole certo la palla di vetro per intuire che alla fine la riforma presidenzialista non si farà (e se si farà, verrà abrogata dall'ennesimo referendario di turno), mentre per quanto riguarda le altre due riforme - federalismo e giustizia - se si faranno, sarà in modo così... all'italiana che porteranno più svantaggi che vantaggi: dal federalismo è purtroppo lecito aspettarsi solo un aumento della pressione fiscale, perché l’aumento della spesa pubblica appare il solo modo per ottenere il consnenso di tutta "la casta", e poi dalla riforma della giustizia verrà soltanto una "comoda" tutela della privacy al prezzo di un'ulteriore aumento della compra-vendita di politici, amministratori e colletti bianchi. Resta difficile capire, infatti, come la magistratura potrà perseguire i reati contro la pubblica amministrazione se "la casta" la priverà del "fastidioso" strumento delle intercettazioni telefoniche. Così, mentre federalismo, giustizia, presidenzialismo, occuperanno le prime pagine, è probabile che altre riforme e altri problemi, certamente più importanti per la gente comune, incidano assai di più sulla nostra vita. Si pensi alla riforma della scuola e dell’università, a quella degli ammortizzatori sociali, a quella della Pubblica Amministrazione. Si tratta di tre riforme di cui si parla poco, ma che, se andranno in porto, avranno effetti molto più importanti di quelli prodotti dalle riforme cosiddette maggiori. Forse non a caso già oggi istruzione, mercato del lavoro e pubblica amministrazione sono i terreni su cui, sia pure sottobanco, l’opposizione sta collaborando più costruttivamente con il governo. Ma il lato nascosto dei processi politici che ci attendono non si limita alle riforme ingiustamente percepite come minori. Ci sono anche temi oggi sottovalutati ma presumibilmente destinati ad esplodere: il controllo dei flussi migratori, il sovraffollamento delle carceri e l'emergenza salari. Sono problemi di cui si parla relativamente poco non perché siano secondari, ma perché nessuno ha interesse a farlo. Il governo non ha interesse a parlarne perché dovrebbe riconoscere un fallimento: gli sbarchi sono raddoppiati, le carceri stanno scoppiando esattamente come ai tempi dell’indulto e gli stipendi degli italiani sono i più bassi d'europa. L'opposizione non può parlarne perché ormai sa che le sue soluzioni-demagogiche - libertà, tolleranza, integrazione, solidarietà - riscuotono consensi solo nei salotti intellettuali. Eppure è molto probabile che con l’aumento estivo degli sbarchi, le carceri stipate di detenuti, i centri di accoglienza saturi, ed il mondo del lavoro dipendente duramente provato da un caro prezzi che non accenna a deflazionare, il governo si trovi ad affrontare una drammatica emergenza. Intanto, in Italia prosegue la propaganda dell'ottimismo a tutti i costi: stampa, sindacati e politica ci fanno sapere solo ciò che fa più comodo ai loro giochi, e "noi"- a forza di guardare solo dove la politica ci chiede di guardare - rischiamo di farci fottere. Buon Anno!