venerdì 30 gennaio 2009

Giornata di mobilitazione delle Provinceil Consiglio approva all’unanimità l’odg dell’Upi

Giornata di mobilitazione delle Province,
il Consiglio approva all’unanimità l’odg dell’Upi

È stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno su “Il ruolo delle Province nel progetto di riforma delle Autonomie locali”, principale punto in discussione in seno al Consiglio provinciale, straordinario e aperto, che si è tenuto questa mattina.

Il Consiglio rientrava tra le iniziative della giornata di mobilitazione nazionale delle Province, che in tutto il Paese ha visto la convocazione simultanea delle assemblee elettive provinciali. L’obiettivo dell’Upi, l’Unione delle Province italiane, era da una parte di offrire una risposta alle ventilate ipotesi di abolizione degli enti provinciali e, dall’altra, di instaurare un tavolo di discussione per rilanciare il cammino delle riforme. Entrambi i punti sono stati trasfusi nel documento approvato oggi dal Consiglio.

In apertura il presidente del Consiglio Ugo Nori ha sottolineato che “in Italia una minoranza vuole rimettere in discussione il ruolo delle Province, si tratta di una polemica sterile che non può che spingerci ad accelerare ulteriormente il processo di riforma delle autonomie locali”.
È poi intervenuto il professor Stelio Mangiameli, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Teramo, che ha svolto una disamina sul ruolo delle Province sia in una prospettiva storica sia in relazione alle esigenze, sempre più complesse, di coordinamento delle aree vaste che le vedono attualmente protagoniste. “Il Paese ha urgente bisogno della riforma degli enti locali – ha concluso Mangiameli – e questa riforma va compiuta con grande consapevolezza, altrimenti è a rischio anche il federalismo fiscale”.
Diversi gli interventi dopo l’apertura del dibattito. A ribadire la capacità delle Province di “interagire rapidamente con il territorio”, soddisfacendone i bisogni anche immediati, è stato il parlamentare dell’Italia dei Valori Augusto Di Stanislao. Dai banchi dell’opposizione il consigliere Rando Angelini (Pdl) ha auspicato con forza che si restituissero “vere funzioni” in particolare al Consiglio provinciale. Il Presidente, Ernino D’Agostino, ha ricordato invece il “ruolo fondamentale delle Province, scolpito nella Costituzione ma anche nei fatti che vedono accresciuti i loro compiti rispetto al passato. Un ruolo che consente alla Provincia di essere strumento sia di semplificazione amministrativa sia di offerta di servizi essenziali ai cittadini”.

Nel corso della seduta è stato approvato, con l’astensione dell’opposizione, anche l’ordine del giorno proposto dal consigliere di Rifondazione, Raimondo Sfrattoni, contro la proposta di legge che tende ad inserire uno sbarramento del 4% nella legge elettorale europea.

La seduta è stata ripresa integralmente e sarà visionabile in streaming sul sito della Provincia (www.provincia.teramo.it) nei prossimi giorni.

Consiglio direttivo dell’Unione delle Province d’Italia
Roma, 18 dicembre 2008




ORDINE DEL GIORNO



Il Consiglio direttivo dell’Unione delle Province d’Italia, riunito a Roma in Assemblea il 18 dicembre 2008, in rappresentanza di tutte le Province italiane, approva il presente ordine del giorno.


Premesso che

sono passati ormai 7 anni dall’entrata in vigore del nuovo titolo V, parte seconda, della Costituzione e, fino ad ora, il Governo e il Parlamento non sono ancora riusciti a dare una coerente attuazione delle nuove disposizioni costituzionali;

nel DPEF 2009-2013 il Governo si è impegnato ad approvare la delega per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione in materia di federalismo fiscale e il nuovo Codice delle Autonomie locali;

il Governo ha approvato il ddl di delega sul federalismo fiscale il 3 ottobre scorso, con il parere favorevole espresso da Regioni, Province e Comuni in Conferenza unificata, ed ha presentato il provvedimento al Senato della Repubblica (AS 1117) dove è iniziato l’iter di approvazione;

il Ministro dell’Interno ha trasmesso alle associazioni rappresentative delle autonomie locali i 4 provvedimenti relativi al nuovo Codice delle autonomie locali (Funzioni Fondamentali, Città Metropolitane, Carta Autonomie e Piccoli Comuni) sui quali è stato avviato un confronto preventivo prima della loro formale approvazione in Consiglio dei Ministri.




Considerato che

con l’avvio del dibattito parlamentare sul federalismo fiscale, contestualmente alla presa d’atto di una congiuntura economica recessiva nazionale e mondiale, sono ripresi nei mass media gli attacchi ai principi di autonomia, pluralismo, responsabilità democratica che caratterizzano l’assetto costituzionale italiano, tra i quali deve essere inserita la campagna denigratoria per l’abolizione delle Province;

la campagna denigratoria contro le Province e, in generale, contro le istituzioni territoriali che costituiscono il presidio pluralistico e democratico dell’articolazione della Repubblica italiana, deriva dalla volontà di conservare gli assetti di potere esistenti: si vuole il ritorno al centralismo a scapito dell’autonomia e della responsabilità delle diverse istituzioni costitutive della Repubblica;

l’abolizione delle Province è innanzitutto un “attacco alla democrazia”, poiché tutta la società civile italiana è organizzata a livello provinciale e verrebbe meno l’unico ente che sul territorio provinciale ha la legittimazione democratica e la capacità di rappresentanza generale dei diversi interessi organizzati; se, invece, l’obiettivo è esclusivamente quello di tagliare i costi della politica, ovvero “eliminare” gli amministratori provinciali e le loro indennità, allora non si riesce a comprendere perché non siano considerati tutti i costi della politica dei vari livelli istituzionali diretti e indiretti;

nel dibattito pubblico sulle Province sono state riportati dati e notizie falsi e privi di fondamento, quali quelli relativi all’incremento delle spese e del personale delle amministrazioni provinciali, dimenticando che tale incremento è derivato esclusivamente da trasferimenti o deleghe di funzioni da parte dello Stato e delle Regioni;

non si comprende quale risparmio reale derivi dalla soppressione delle Province, considerato che per abolirle serve una riforma costituzionale che ha notoriamente tempi lunghi e che le loro funzioni ed i servizi da esse resi dovranno comunque essere garantiti da altri enti ai quali si dovranno trasferire le relative risorse, poiché non si potrà certo provvedere ad un taglio in blocco delle funzioni e del personale ora a carico delle Province: con il risultato di creare nuove burocrazie regionali lontane dai territori o nuovi enti e strutture che comunque moltiplicherebbero i costi e la confusione dei ruoli;

l’ingiustificata affermazione dell’inutilità delle Province costituisce un oltraggio verso il lavoro dei 61.000 dipendenti che quotidianamente svolgono numerosissimi interventi e servizi fondamentali per assicurare il benessere dei cittadini e lo sviluppo del territorio;

l’Italia ha invece bisogno di dare certezza agli assetti istituzionali: occorre portare a compimento il lungo periodo di transizione che si è aperto negli anni ’90, attraverso una profonda opera di riordino delle istituzioni che semplifichi effettivamente la pubblica amministrazione e fornisca un quadro di riferimento stabile, snello, moderno ed efficiente della Repubblica, che valorizzi i soggetti che oggi la costituiscono: i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato;

costruire un assetto istituzionale chiaro e stabile per i cittadini e le imprese e la premessa essenziale per porre le condizioni di una ripresa della fiducia e degli investimenti nei nostri territori, a partire dalla consapevolezza che non vi può essere crescita senza un grande patto tra il Governo e le comunità locali che valorizzi il ruolo delle istituzioni più vicine ai cittadini e la sussidiarietà tra soggetti pubblici e soggetti privati.



Il Consiglio direttivo dell’UPI ribadisce le seguenti proposte delle Province

Si deve procedere ad un forte riordino istituzionale che consenta di semplificare la pubblica amministrazione, individuando le funzioni fondamentali di Comuni e Province e riorganizzando in modo organico tutte le funzioni amministrative intorno alle istituzioni che compongono la Repubblica, colpendo le reali inefficienze e superando enti e strutture ridondanti a livello nazionale e a livello regionale, che non hanno una diretta legittimazione democratica e che non sono quindi responsabili nei confronti della cittadinanza.

Nel riordino del sistema amministrativo è essenziale che ogni livello di governo sia disponibile a concentrarsi sulle funzioni che rientrano nella specifica missione istituzionale, evitando di invadere il ruolo degli altri livelli di governo. In particolare, chiediamo che sia ridefinito chiaramente il ruolo delle Province, nelle funzioni di governo del territorio, di programmazione e di pianificazione territoriale e su quei compiti che non possono essere svolti adeguatamente a livello comunale, e che siano ricondotte in modo organico in capo alle Province le funzioni di governo di area vasta di diversi organismi ed enti intermedi (ad es. ATO acque e rifiuti, Consorzi, Comunità montane, agenzie, enti strumentali, uffici delle Regioni decentrati a livello provinciale,…).

Nelle aree metropolitane, occorre rilanciare l’istituzione delle Città metropolitane come enti di governo integrato nel quale assorbire la gran parte delle funzioni comunali e provinciali, con il conseguente superamento della Provincia e del Comune capoluogo.

Occorre avviare una verifica approfondita sulla dimensione demografica e territoriale dei diversi livelli di governo (comunale, provinciale e regionale) per verificare le possibilità di accorpare gli enti su dimensioni adeguate per l’esercizio delle funzioni attribuite ad ogni livello di governo. Nella prospettiva di un rafforzamento del ruolo di governo provinciale di area vasta, occorre bloccare l’istituzione di nuove province ed, anzi, prevedere un intervento relativo alla revisione delle circoscrizioni provinciali.

Il federalismo fiscale dovrà garantire alle Province, come ai Comuni e alle Regioni, la certezza delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle funzioni istituzionali, allocando la gestione dei cespiti tributari in modo appropriato e trasparente tra i diversi livelli di governo ed esaltando l’autonomia e la responsabilità di tutte le istituzioni costitutive della Repubblica: occorre legare strettamente il prelievo fiscale alla responsabilità politica di ciascun livello di governo, collegando il gettito dei tributi alle capacità dei territori e individuando nuovi meccanismi di perequazione e solidarietà, ancorati a fabbisogni standard di servizi ed interventi che tengano conto delle diverse condizioni oggettive dei territori.

Nella prospettiva della semplificazione istituzionale e della riduzione della spesa pubblica occorre infine ripensare complessivamente i costi delle istituzioni, razionalizzare la disciplina delle ineleggibilità ed incompatibilità a tutti i livelli, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo politico ed istituzionale delle istituzioni democratiche della Repubblica, restituire agli eletti una vera rappresentanza territoriale e rafforzare il ruolo di indirizzo e controllo delle assemblee elettive.



Il Consiglio direttivo dell’UPI richiede infine a tutte le Province

di convocare il prossimo 30 gennaio 2009 Consigli provinciali straordinari, aperti alla cittadinanza e alle forze economiche e sociali e invitando i Sindaci del territorio, i Consiglieri regionali, i Parlamentari, i responsabili provinciali delle forze politiche, per approvare il presente ordine del giorno.

L’obiettivo unitario delle Province è quello di sollecitare il Governo e il Parlamento alla rapida approvazione di norme per la semplificazione e la razionalizzazione delle funzioni di ogni livello di governo previsto dalla Costituzione, a partire dall’approvazione del disegno di legge delega sul federalismo fiscale e dalla presentazione in Consiglio dei Ministri del complesso dei provvedimenti relativi all’individuazione delle funzioni fondamentali dei Comuni e delle Province e alla scrittura della nuova Carta delle autonomie locali.

In tale occasione, inoltre, potranno essere approvati eventuali documenti unitari per difendere la dignità delle istituzioni provinciali da ulteriori attacchi denigratori e per integrare le presenti proposte.

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