venerdì 20 febbraio 2009

“Percorsi del bianco e del nero nell’Arte italiana contemporanea”

A Pescara, “Cromofobie” rassegna di settantasei artisti dal dopoguerra ad oggi
“Percorsi del bianco e del nero nell’Arte italiana contemporanea”

di Rosaria Maresca

PESCARA, 19 Febbraio ’09 – Nel giorno di San Valentino (con la ferma considerazione che si possa anche e soprattutto essere innamorati dell’Arte), il 14 febbraio scorso, si è inaugurata all’Ex-Aurum di Pescara una delle mostre più attese e importanti dell’anno – sia da un punto di vista del capitale umano che negli intenti programmatici – dal titolo: Cromofobie. Percorsi del bianco e del nero nell’Arte italiana contemporanea. Padrini, genitori e mecenati d’eccezione: la Regione Abruzzo, il Comune di Pescara, il Ministero per lo Sviluppo Economico, la Biennale di Venezia e la Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Una Rassegna d’autori senza precedenti per la città costiera e un punto d’attrazione per tutto l’Adriatico. L’investigazione nel bianco e nel nero – come ragionato a lungo dalla curatrice della mostra Silvia Pegoraro – è nata dalla fascinazione del grande “tunnel” optical di Getulio Alviani, «un grande lavoro, racchiuso nel cuore dell’edificio di Michelucci, anzi, ormai parte di esso, che mi auguro (commenta emozionata) possa essere interpretato come il simbolo della vocazione artistica di questo luogo, della sua splendida predisposizione ad ospitare eventi d’arte di grande valore».
Il concentrarsi sull’assenza e la somma di tutti i colori – il bianco e il nero hanno questo duplice significato – nasce dall’analisi profonda che questi simboli tautologici riescono ad assurgere. Essi appartengono ad una categoria fondante di gran parte dell’arte del Novecento e molti artisti li adoperano consapevoli della tensione che come non-colori determinano. Ad avvalorare quanto detto, anche il giudizio professionale della Consigliera Regionale Verì, presente all’inaugurazione: «il bianco e il nero producono forti emozioni sul nostro cervello e di entrambe ci si avvale per somministrare test diagnostici in ambito psichiatrico. Cromofobie, potrebbe significare lo spettro e la paura di entrare entro se stessi» o, forse, come semplicemente suggerisce il titolo “la paura di confrontarsi con il colore”.
Getulio Aviani, “Tunnel”
Giulio Turcati, “La forma del fuoco”

Archiviate le premesse dell’iniziativa, quella apparsa sabato scorso alla folla di visitatori, è una grande ed interessante panoramica – dal dopoguerra ad oggi – sulle espressioni storicizzate di queste due grandi “entità”. Settantasei artisti e circa centotrenta opere. Maestri già celebri, che hanno fatto la storia della Biennale di Venezia e dell’Arte Internazionale – Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Giuseppe Caporossi, Enrico Castellani, Lucio Fontana, Ezio Gribaudo, Jannis Kounnelis, Sergio Lombardo, Piero Manzoni, Manfredo Massironi, Angelo Savelli, Giulio Turcato, Emilio Vedova – affiancati dalle ultime generazioni – Fausto Cheng, Gino De Dominicis, Nunzio Di Stefano, Roberto Pietrosanti, Lucio Rosato, Gino Sabatini Odoardi, Gilberto Zorio – e da under trenta abruzzesi – Lorenzo Aceto, Daniela D’Arielli, Matteo Fato, Paride Petrei, Simone Zaccagnini – perché, come ha ribadito ancora una volta la Pegoraro «[…] gli artisti locali vanno valorizzati in contesti ampi, evitando la ghettizzazione e credo, in questo luogo splendido dell’architettura contemporanea, siano al posto giusto». Asserzione rincarata anche dall’Assessore
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ABRUZZOpress – n. 069 del 19 febbraio ’09 Pag 2

Sergio Lombardo, “Nikita Kruscev”



alla Cultura del Comune di Pescara, Paola Marchigiani, orgogliosa del lavoro eseguito e del ruolo di Pescara come polo di attrazione dell’arte contemporanea in linea con la sua continuità storica. «La nostra città ha sempre ospitato gran-di maestri dell’arte contemporanea, (spiega attentamente) […] Kounnelis è stato qui negli anni ’70, così pure Alviani che presentò nell’allora galleria d’arte Pieroni un pavimento in acciaio. Questa mostra, che nasce all’interno di un progetto più ampio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali denominato “Sensi Contempo-ranei” e rivolto a tutte le Regioni del Sud Italia per sperimentare modelli inediti di sviluppo economi-

co e sociale attraverso le forme espressive delle arti, nel nostro Abruzzo “ha fatto goal”».
Discorrendo, poi, un po’ del valore tecnico e del significato di queste innumerevoli opere d’arte, andrà ricordato che gran parte di esse si muovono dal clima del Bauhaus, rivisto alla luce di una nuova sensibilità tecnologica e, quindi, dell’attribuzione all’arte di un ruolo scientifico basato sull’allargamento del campo del percettibile e sulla forzata razionalizzazione e geometrizzazione della stessa. Capolavori dell’Arte Informale, dell’Astrazione, dello Spazialismo, dell’Arte Cinetica, dell’Arte Povera sono tangibili e visibili nelle quattro ampie sale dell’esposizione, e, lo spettatore, avrà tutto il tempo per poterne godere l’essenza vista la permanenza dell’allestimento fino al 31 maggio prossimo.
R. M.

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