COMUNICATO CONGIUNTOCOMITATO NATURA VERDE - IMPRONTE DAL TERREMOTO UNA GRANDE LEZIONE PER IL FUTURO PROSSIMO
Di fronte a quella espressione di vuoto stampata sui volti dignitosi degli aquilani che si aggirano per le strade di Giulianova parlare di qualsiasi altra cosa potrebbe suonare offensivo nei confronti del loro dolore.Tuttavia siamo certi che si farebbe loro un torto ancor più grande se non si ricordasse che si sarebbero potute salvare molte vite umane se a L'Aquila gli edifici fossero stati costruiti secondo scienza e coscienza. E' forse un caso che sia il Santo Padre sia il Capo dello Stato, toccati dal dolore degli aquilani, abbiano ribadito la necessità di un serio esame di coscienza collettivo affinché -citiamo alla lettera Benedetto XVI- il livello delle responsabilità non venga mai meno?Noi invochiamo lo stesso principio nella scelta che ad qui a breve si dovrà compiere rispetto alla travagliata vicenda della petrolizzazione della nostra regione affinché un domani nessuno possa piangere anche una sola vita spezzata dagli effetti devastanti ed irreversibili che l'idrogeno solforato, legato alla lavorazione del greggio, è in grado di produrre sulla salute dell'uomo.Tornando poi ai fatti tragici degli scorsi giorni, auspichiamo che la classe politica tenga conto anche di quanto accertato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che così si esprime a proposito di un'altra area pesantemente interessata dagli insediamenti petroliferi, la Val d'Agri: "La Val d'Agri è una delle aree italiane a maggiore potenziale sismogenetico. Il recente sviluppo urbanistico, in particolare nella parte alta della valle (Villa d'Agri, Viggiano), e la presenza di infrastrutture legate all'attività di estrazione e raffinazione di idrocarburi, contribuiscono ad accrescere il rischio sismico dell'area, che è già stata colpita da un terremoto distruttivo nel 1857".DAL PRESENTE, INVECE, NUOVE OMBRE SUL FUTURO DELL'ABRUZZOGli occhi e le menti di mezzo mondo sono oggi puntati sulla nostra regione eppure tutto questo potrebbe non bastare per scoraggiare le mire delle compagnie minerarie che guardano con grande interesse all'Abruzzo per sviluppare il loro business. A queste si è aggiunta di recente anche l'americana FOREST CMI, interamente controllata dalla FOREST OIL CORPORATION di Denver, che vanta significative presenze nel Chetino già dal 2007 e che il 24 febbraio scorso ha presentato istanza per estrarre idrocarburi (gas) all'interno di un'area estesa 35 kmq. divisa tra i Comuni di Archi, Bomba, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa e Colledimezzo, e non lontana dal lago di Bomba dove tra pochi mesi si disputeranno le gare di canottaggio dei Giochi del Mediterraneo.La concessione richiesta è la "Colle Santo" ed è ubicata all'interno del permesso di ricerca "Monte Pallano, conferito dal Ministero dello Sviluppo Economico il 13 febbraio 2004 dopo l'esame della V.I.A. effettuato dalla Regione Abruzzo il 28 ottobre 2003.Da segnalare una seconda circostanza, del cui legame con la richiesta presentata dalla Forest non siamo certi: nel 2009 un'importante società di ricerca, la Cesi Ricerche S.p.a., ha curato la valutazione della documentazione relativa al progetto di messa in produzione del campo a gas Monte Pallano (ex Bomba) sottostante alla diga e all'invaso artificiale Bomba.Si ricorda che parte della comunità scientifica internazionale associa all'estrazione del gas metano l'innesco del fenomeno della "subsidenza", cioè dell'abbassamento del suolo, diffuso soprattutto nel Golfo di Venezia e nel Polesine dove, dal 1951 al 1963, il terreno si abbassò di 3 metri, favorendo ben 35 inondazioni lungo il delta del Po.
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