venerdì 21 marzo 2008

Agricoltura. La Cia di Teramo replica alle decisioni del Consiglio Provinciale di Teramo sul contenimento dei cinghiali.










Il consiglio provinciale, nella seduta del 18 marzo, ha approvato definitivamente il piano quinquennale di contenimento dei cinghiali accettando l’obiettivo di prelievo proposto dal settore e basato su un “falso censimento”, perché si tratta solo di “osservazioni”, ed oltretutto non veritiero in quanto riferito all’anno 2004. Forte è stato il tentativo della Confederazione Italiana Agricoltori di trasmettere ai componenti del consiglio provinciale lo stato di emergenza e di preoccupazione che i cittadini e gli agricoltori del territorio collinare e montano della Provincia sopportano tutti i giorni.
Non c’è stata la volontà, afferma Giorgio De Fabritiis, Presidente della CIA di Teramo, di voler comprendere la portata del problema. Persino l’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, in genere molto contenuto nell’indicare gli obiettivi di prelievo, rispondendo ad una richiesta di parere formulata dalla Provincia, ha dichiarato “accettabile in base ai danni registrati nell’ultimo periodo” un obiettivo di prelievo di 2000 capi. Il consiglio provinciale, invece, ha scelto di limitare le catture a 1147 (perché non 1146 o 1948???) scegliendo di proteggere i cinghiali ed anzi farli aumentare infischiandosene sia della sicurezza dei cittadini che della possibilità degli agricoltori di continuare a vivere in quelle realtà e proseguire la loro attività imprenditoriale.
Siamo fortemente sfiduciati e amareggiati, continua il Presidente della CIA, perché il Piano di contenimento quinquennale doveva rappresentare una garanzia per i cittadini delle aree interne e per il mondo agricolo per ripristinare il giusto equilibrio specie-ambiente, ed invece si è tradotto nell’ennesima delusione. La Provincia di Teramo ha deliberatamente deciso di accogliere le istanze delle associazioni venatorie calpestando esigenze di sicurezza individuale di tutti i cittadini e la possibilità di continuare a svolgere una attività agricola.
E fin troppo evidente, continua il presidente della Cia, che gli agricoltori delle aree collinari ed interne non sono, evidentemente, portatori di grandi interessi “ economici o elettorali” e pertanto, per alcune Istituzioni, non sono , meritevoli di attenzione.
Per noi invece, sostiene Giorgio De Fabritiis, quel mondo rappresenta un vero baluardo posto a difesa dell’ambiente oltre che una grande realtà economica che va aiutata, sostenuta ed incentivata. Una vera ricchezza. Per questo non possiamo assolutamente accettare questo schiaffo rivolto ai cittadini delle aree interne ed agli agricoltori che vedono compromessa sia la loro sicurezza che la possibilità di continuare a svolgere la loro attività. Ricorreremo pertanto a tutti gli strumenti a nostra disposizione, compresi eventualmente quelli legali, per affermare il diritto civile di continuare a vivere e produrre in quel territorio se, nei prossimi giorni , non arriveranno dalla Provincia segnali inequivocabili di ritornare sulle decisioni assunte.
Non accetteremo mai, conclude il presidente della CIA, di essere trattati come gli “invisibili” di questa società, di essere cioé coloro che svolgono un ruolo importante e vitale per la collettività ma che, quando chiedono aiuto per affrontare una vera emergenza, vengono ignorati dalle Istituzioni e invochiamo pertanto solidarietà da parte delle Istituzioni locali e di tutti i cittadini in favore dei quali noi lavoriamo duramente ogni giorno per assicurare loro “un mangiare sano, genuino e buono” e la salvaguardia di ambiente e territorio .
Confederazione Italiana Agricoltori di Teramo

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