martedì 19 agosto 2008

Sport. Michael Andretti nella "Hall of Fame" delle auto di Lino Manocchia

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Michael Andretti nella "Hall of Fame" delle auto

Notiziario NIP News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 161 - Anno XV, 19 Agosto 2008, 11:11:00
Italici nel mondo
Michael Andretti nella "Hall of Fame" delle auto
Il tempio sacro delle auto dove c'è anche "papà" Mario
19.08.2008 11:08:11
Nazareth - Michael Mario Andretti si è insediato nella mitica Hall of Fame, dove alloggia dal 1999 anche papa' Mario "Piedone".

Michael, nato a Betlehem (Pennsylvania) il 5 ottobre 1962, fa parte delle tre vittoriose generazioni, germogliate in casa di babbo Gigi Andretti, che partono dal mitico Mario Gabriele, quindi Michael ed oggi il "delfino" Marco Michael.


Il neo candidato nel tempio dei "grandi" ha un passato alquanto movimentato, tanto che allo scadere del 1990, appendeva il casco col palmares ricco di 31 pole position e piu' di 16 milioni di dollari vinti. L'anno successivo, chiamato dalla Mc Laren Formula uno, a fianco dell'immortale Ayrton Senna, tento' di mostrare la sua bravura fotografata nella Cart, con il team di Paul Newman/Carl Haas e Chip Ganassi.

Purtroppo pero' l'assenza di esperienza con le "active suspension" e "traction controll", attuate dalla F.1, visibilmente "sabotato", e la perdita di concentrazione per il "pendolare atlantico" durante le pause agonistiche, contribuivano ad una stagione senza successo.

Nel 2002 disse addio alle armi, ma dopo un breve ritorno alle gare, ottenne la sua 42ma vittoria di carriera a Long Beach, pareggiando cosi' il numero di vittorie col noto Al Unser, della mitica famiglia di piloti del New Mexico.

Michael e' nato "business man" come papa' Mario. Anziche' passare il tempo a contemplare i suoi trofei, ha investito i suoi capitali per uno "sport caffe' pizza", insieme al noto asso del baseball Mike Piazza, ed ha poi inaugurato una "catena" di ristoranti in societa' con altri assi del volante come Richard Petty, Jeff Gordon e John Force.

Incapace di dimenticare il mondo delle corse, Michael decise di far "ritorno" in veste di "proprietario" allestendo la Andretti/Green Racing, con Kim Green, l'ex capo meccanico del suo team. Da quel giorno il successo e' passato fluido e meritato sotto il ponte di Andretti, dopo aver ingaggiato Dario Franchitti, il brasiliano Tony Kanaan-che ha rifirmato per altri 5 anni-,il giapponese Hideki Mutoh, la sexy Danica Patrick ed infine Marco Michael, l'ultimo arrivato degli Andretti.

Il campionato Irl, che recentemente si e' unito alla Champ car, vede, ogni settimana,con grande soddisfazione dei tifosi, il duello tra Michael e "compare" Chip Ganassi.

"Restano tre gare - commenta il Cittadino di Pittsburgh - ed e' tutto da decidere", ma Andretti piu' "pacato", pensa che il vento spiri verso l' italo americano, che con Scott Dixon regge le redini del campionato con grande disillusione di nonno Mario il quale non lesina lezioni preziose al "focosetto" nipote, ostinatamente deciso a percorrere i passi del mitico nonno in Formula uno.

Indubbiamente papa' Michael e' lieto ed orgoglioso per l'ambito premio, da tanti sospirato. "E' un onore appartenere nella Hall of Fame, con i piu' grandi dell'automobilismo, tra i quali papa' Mario. Io ho cercato sempre di fare il mio lavoro, senza pensare alla Hall of Fame, ma ogni tanto, quando il successo bussa alla porta, allora la mente si agita".

A Marco, chiediamo: 21 anni, sempre nella irl, dove si gira soltanto a sinistra pensi che tu possa trovare la strada spianata che conduce alla formula iridata?

"Sono decisamente convinto. Noi della Irl abbiamo intrapreso a correre sugli stradali e, francamente li trovo piu' adattabili degli ovali. Nel 2009 molte riforme e innovazioni ci porteranno a rinsaldare il sistema di guida stradale."

La stagione priva di successo che tuo padre provo' con la Mc Laren ti ha insegnato nulla?
"Tu sei giornalista e conosci anche certe scuciture della categoria. Lascia che ti dica francamente: mio padre fu sabotato in maniera sfacciata. Lo stesso Ayrton Senna, grande pilota, aveva capito la situazione, tanto che un giorno ebbe a dire al capo meccanico: "fate provare Michael con la mia macchina e smettetela con questi stratagemmi."

Per essere "l'ultimo arrivato in casa" non c'e' male. Il desiderio ardente di vincere c'e'. Somiglia al mitico nonno Mario, che durante i suoi 30 anni di carriera ha vinto tutte le gare immaginabili. Non per questo la stampa americana all'unisono lo hanno proclamato "Pilota del secolo".

Ma nonno Mario che puo dire dei suoi "cari"?

"Michael durante sua carriera ha ben figurato. Peccato che non sia riuscito a vincere una 500 miglia di Indianapolis. omunque ha fatto la sua parte. La nostra stirpe e' rifornita.Con Marco sopravvive la speranza di difendere una tradizione sportiva per tanti anni ancora."

Lino Manocchia News ITALIA PRESS

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