domenica 5 ottobre 2008

Riceviamo dal collega Mastellarini EDIZIONE STRAORDINARIA. La vera storia di Pippo Ciuro e quello che Travaglio non dice

http://www.gabrielemastellarini.com/editoriali/la-storia-di-pippo-ciuro-e-quello-che-travaglio-non-dice
di Gabriele Mastellarini
Fino a ieri sera non riuscivo a capire perché Marco Travaglio se la fosse presa così tanto dopo gli attacchi di Giuseppe D'Avanzo di Repubblica che gli rinfacciava le vacanze fatte con Pippo Ciuro. Non comprendevo perchè, all'apparentemente "innocua" notizia di una vacanza trascorsa insieme a un ex maresciallo della Finanza, il noto giornalista fosse andato su tutte le furie, riprendendo più volte anche Filippo Facci del Giornale, solito ricordare l'episodio.
Non capivo perché Travaglio si ostinasse a far chiarezza su un'insignificante vacanza e un'intercettazione imbarazzante ma comunque innocua, producendo copie di assegni di pagamento, sbagliando addiriuttura anno, richiamando ancora la banca per fornire anche il numero dell'assegno dell'anno successivo (del quale si attende ancora la copia).
Ieri sera ho capito. Su Raitre è andato in onda il docufilm (documentario basato su fatti reali ma ricostruito da attori) dal titolo "Doppio Gioco", nato da un'idea del giornalista Salvo Palazzolo, uno dei migliori in circolazione.
In "Doppio Gioco" si ricostruisce il processo alla "Mafia bianca", quella dei rimborsi d'oro alle cliniche, e si punta il dito sul ruolo determinante delle talpe della Procura di Palermo che avevano fatto il "doppio gioco": invece di stare dalla parte dello Stato erano dalla parte dei mafiosi.
Le due talpe rispondono al nome di Giorgio Riolo, carabiniere del Ros, e Giuseppe (Pippo) Ciuro, maresciallo della Finanza, in servizio alla Direzione Distrettuale Antimafia che, tra le altre cose, aveva messo in piedi una rete riservata di cellulari per non farsi intercettare.
Quel Ciuro è lo stesso Ciuro con il quale Travaglio è stato in vacanza nell'agosto 2003 ("soggiorno di dieci giorni in un villino del residence Golden Hill ad Altavilla. (Il conto) lo saldai con la proprietaria in data 21 agosto 2003 con un assegno della mia banca, San Paolo-Imi di Torino, assegno di 1000 euro n. 3031982994", Marco Travaglio, blog voglioscendere).
Marco Travaglio ha dichiarato a Repubblica: "Ho conosciuto il maresciallo Giuseppe Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino. Il primo anno trascorsi due settimane nell'albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c'era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L'anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di "cuscini". Ecco tutto".
Eppure Travaglio, sempre ben informato sulle altrui vicende giudiziarie, liquida il "curriculum" di Ciuro in 2 righine, ricordando che è stato "in servizio con Falcone" e che ha lavorato all'antimafia "con il Pm Ingroia che l'ha impiegato nell'ultima fase delle indagini su Dell'Utri e sui finanziamenti Fininvest" (fonte Marco Travaglio, Saverio Lodato, Intoccabili, Bur Rizzoli 2005).
Mentre era in vacanza con Travaglio, il maresciallo Ciuro stava commettendo il reato di favoreggiamento semplice ad associazione mafiosa, favorendo Michele Aiello, l'uomo chiave dell'indagine sui rimborsi d'oro alle cliniche e braccio destro del boss Provenzano ("Fatti commessi in Palermo ed altrove fino al mese di ottobre 2003", come da comunicazione del Pm Pignatone).
Pippo Ciuro - come ricostruisce benissimo il documentario andato in onda ieri sera - viene arrestato il successivo 5 novembre 2003 (due mesi dopo la vacanza con Travaglio) ed è veramente significativa l'intercettazione che vede protagonista l'ex maresciallo mentre parla con una segretaria della Procura (che non sa dei mandati di arresto già firmato) e dice "Non ci arrestano" e invece lo mettono dentro.
Sempre nel libro "Intoccabili", Travaglio dice che: "I due marescialli (Ciuro e Riolo, ndr) sono talpine. Manca la talpona" (pag. 392).
Successivamente le "talpine" che hanno fatto il doppio gioco verranno condannate. A Ciuro danno 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento semplice, con il rito abbreviato (che dà diritto a uno sconto di pena). La condanna di Ciuro è stata riconfermata nei mesi scorsi dalla Corte d'Appello.
E di recente "(ANSA) La Terza sezione del Tribunale di Palermo presieduta dal giudice Raimondo Loforti ha condannato l’ex maresciallo della Dia Giuseppe Ciuro a un anno e 4 mesi con l’accusa di peculato. Secondo i magistrati il sottufficiale che per lungo tempo ha lavorato nell’ufficio del pm Antonio Ingroia, usava le linee telefoniche della Procura per collegarsi a siti hard ad alto costo e scaricare immagini pedopornografiche ritrovate dagli inquirenti nel suo computer. Per Giuseppe Ciuro, al quale il pm Francesco Del Bene aveva chiesto tre anni di carcere, il giudice della Terza sezione ha valutato fondata la telefonata del 6 novembre 2002 mentre per le altre connessioni non si ritiene sufficientemente accertata la sua responsabilità".
Di questo Ciuro e del suo ruolo nell'inchiesta sulla Mafia bianca ho appreso solo ieri da Raitre, mentre il blog di Travaglio, le sue rubriche sui vari giornali e settimanali e i suoi libri, mi avevano un po' confuso le idee. Oltre a definire Ciuro e Riolo due "talpine" (il maresciallo Riolo, ha dichiarato al processo di provare vergogna per quanto ha fatto, mentre di Ciuro non si hanno dichiarazioni processuali, visto che ha scelto l'abbreviato e la sua posizione è stata stralciata dal troncone), nel libro "Intoccabili" si muovono due obiezioni all'operato della Dda parlermitana. Critiche che riguardano proprio la posizione del maresciallo Ciuro. "Sono in molti - si legge a p. 395 di Intoccabili - a chiedere spiegazioni al procuratore su due questioni cruciali: 1) Assodato il ruolo di talpe di Ciuro e Riolo, perché gli inquirenti li hanno lasciati circolare indisturbati per mesi negli uffici della Procura, consentendo loro di danneggiare le indagini (si vedrà quanto) su Aiello e sulla mafia e di "infettare" con le loro incursioni segretarie e ufficiali di polizia ignari di tutto? Il codice di procedura penale (articolo 55) prevede espressamente l'obbligo di "impedire che i reati vengano portati a conseguenze ulteriori". E limita rigorosamente la possibilità di lasciar delinquere qualcuno per esigenze investigative, cioè per vedere dove può arrivare; 2) Perché in alternativa non si sono informati subito i Pm più vicini a Ciuro per limitare i danni che le sue soffiate potevano arrecare alle loro indagini? (...) Eppure dell'inchiesta su Ciuro vengono inforamti soltanto i procuratori aggiunti e, sommariamente, un solo sostituto, Ingroia. E solo a metà giugno, in seguito a una telefonata che inchioda definitivamente il maresciallo-talpa".
Stando invece alle risultanze delle indagini, viste ieri sera nelle due ore del docufilm di Palazzolo, la scelta della Procura antimafia di attendere fino a novembre per gli arresti a me è sembrata perfetta, come confermato anche dall'esito delle perquisizioni domiciliari.
Travaglio, sempre nel libro "Intoccabili", parla di Totò Cuffaro (condannato nello stesso processo) e scrive: "Il governatore conosceva Ciuro e Riolo (l'ha detto lui, l'ha confermato Riolo)". Ora si potrebbe scrivere "Il giornalista e autore del libro, Travaglio, conosceva Ciuro (l'ha detto D'Avanzo e lui l'ha confermato)". Secondo me, se conoscere Ciuro è una nota da evidenziare per Cuffaro, era opportuno che Travaglio mettesse anche una postilla dicendo: "Anch'io, che sto scrivendo queste righe su Cuffaro e il processo, conoscevo l'imputato e condannato Ciuro da molti anni...". (Piccolo inciso "L'ex maresciallo Ciuro ricorda bene quella vacanza al «Golden Hill» con Travaglio e il dottor Ingroia durante la quale «si stava insieme, si giocava a tennis e si facevano lunghe chiacchiere a bordo piscina ma poi ognuno faceva la sua vita anche perché c'erano i figli piccoli», fonte "Il Corriere della Sera", 15 maggio 2008)
Sempre nello stesso libro pubblicato nel 2005, Travaglio sminuisce fin troppo il ruolo di Ciuro. Si legge nel libro a p. 410: "Ciuro si limitò a qualche intrusione nel computer della Procura e a qualche millanteria per farsi bello con il ricco imprenditore. Il grosso lo fece Totò".
Da un articolo sul recente processo d'Appello (www.90011.it/articolo.asp?idnotizia=3498&tags) leggo invece. "Una figura estremamente compromessa col sistema criminale". Così la quarta sezione della corte d'Appello di Palermo definisce l´ex maresciallo della Dia Giuseppe Ciuro (nella foto), condannato a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento, nelle motivazioni della sentenza che dispose anche la destituzione dall'incarico e la rimozione dalla Finanza dell´imputato.
Il processo. Quello a carico di Ciuro è uno dei processi della indagine della procura di Palermo sulle cosiddette "talpe alla dda". Il maresciallo scelse di essere giudicato in abbreviato e la sua posizione venne così stralciata da quella degli altri protagonisti della vicenda: come l'ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro e l'imprenditore della sanità privata Michele Aiello, processati e condannati col rito ordinario.
Le accuse. Secondo l' accusa Ciuro avrebbe rivelato al manager di Villa Santa Teresa notizie riservate su indagini a suo carico. L'ex maresciallo ideò la rete riservata di cellulari, per non farsi intercettare, con un altro esponente delle forze dell'ordine, Giorgio Riolo, maresciallo del Ros, anche lui condannato.
Con Travaglio. Il nome di Ciuro è tornato d'attualità nei giorni scorsi nell'ambito della polemica tra il giornalista Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo che ha ricordato i rapporti tra il giornalista e l’ex maresciallo della Dia. Rapporti innegabili e mai negati. Già nel libro “L’odore dei soldi”, infatti, pubblicato nel 2001 da Marco Travaglio ed Elio Veltri, veniva ripresa un’importante indagine di Giuseppe Ciuro – ai tempi in forze presso la Guardia di Finanza – sulle fortune di Berlusconi e sullo “sbarco” delle reti Mediaset in Sicilia".
Nei prossimi giorni scriverò alla casa editrice di "Intoccabili" per chiedere il rimborso del libro pagato 10 euro che darò in beneficenza ai famigliari delle vittime della Mafia.

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