sabato 29 novembre 2008

LE IMMAGINI PITTORICHE DI CLAUDIO ROMANO, a Giulianova dal 22 novembre al 7 dicembre 2008


LE IMMAGINI PITTORICHE
DI CLAUDIO ROMANO


In esposizione dal 27 novembre al 7 dicembre 2008giovedì - venerdì - sabato - domenica
h 18.00 / 24.00
Presso Piazza Dante Club, P.zza Dante Alighieri, 2 - 64021 Giulianova alta (TE) - centro storico



di Manuela Valleriani
Claudio Romano, nato a Novara ma abruzzese d’adozione, è un giovane dai mille ‘volti’ artistici: è innanzitutto un fotografo di manifesto talento, ma anche grafico, montatore, regista, critico cinematografico e musicale. Frequenta l’Accademia dell’Immagine a L’Aquila; collabora inoltre con Evoque-Officina d’Arte e la rivista Re-volver. Di recente ha collaborato alla realizzazione di un documentario (Fango) prodotto da Evoque-Officina d’Arte e la RAI, regia di Mauro John Capece che è stato presentato al Festival di Roma 2008.
Nelle sue opere affiorano - dalla superficie in poi e in modo più o meno inconscio - tracce di queste forme d’arte, tutte veicolate verso un unico scopo, quello di documentazione sociale. La fotografia è, infatti, un’urgenza interiore che esprime un potere comunicativo, perché i contenuti vengono prima di tutto, anche della tecnica.
Da sempre appassionato nel ‘catturare’ la realtà (capacità sviluppata fin da piccolo a contatto con il padre pittore), Romano parte dalla ricerca del ‘bello’ ideale per giungere ad esiti volutamente e straordinariamente opposti. Dallo scatto iniziale, infatti, egli passa alla manipolazione dell’immagine attraverso il fotoritocco, in modo da ottenere un’opera trasformata al suo interno da ritagli, inserti, colori ‘virati’ rispetto agli originali. Il risultato finale è quello di un’immagine pittorica, che trova ispirazione in maestri quali Giacomelli e Gioli, ma che in questo caso assume un carattere di sperimentazione assoluta, come dimostra la sua prolifica produzione.
I soggetti fotografati sono soprattutto donne - la bellezza è femminile - ritratte però in cupe ed ostiche ambientazioni che concorrono alla creazione di un’immagine ‘deturpata’. L’artista infatti ‘sporca’ la rappresentazione con segni che appartengono alla pittura (tratti, linee, macchie di colore, tele, crettature di intonaci), al cinema (sequenze tagliate e ri-montate), alla grafica e alla pubblicità (giornali, parole). É la logica conseguenza di un pensiero catastrofista (o moderno Neorealismo?) che giudica con orrore la società e quindi l’uomo, che oggi esprime sempre più un’assenza totale di contenuti, di fronte alla quale anche l’arte è destinata a soccombere, nell’indifferenza e nell’incomprensione generale. A Romano non resta allora che celare la sua identità, per preservare un’integrità che sopravvive solo a livello interiore, e che tuttavia non rinuncia alla provocazione - intelligente e incisiva in un lavoro come Models - e a un grido di protesta che possa almeno evocare (nel significato etimologico di ‘chiamar fuori’) l’essenza e la vera bellezza delle cose.

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