mercoledì 11 febbraio 2009

Corse e moda nel “cassetto” di Danika Patrick, di Lino Manocchia, giornalista giuliese


Corse e moda nel “cassetto” di Danika Patrick

di Lino Manocchia

S. PETERBURG, 11 Febbraio ’09 - Le quattro ruote da corsa Usa riprenderanno a graffiare i consueti percorsi dopo il letargo invernale Il 5 aprile p. v. La IRL (Indy Racing Series), malgra-do il collasso finanziario mondiale, regge fiduciosa nel futuro che dovrebbe riportare a galla quella che era la serie sportiva più seguita, e che assi del passato come Mario Andretti, A.J.Foyt , i fratelli Unser, Rick Mears e tanti altri scrissero nel palmares, pagine memorabili.

Dopo San Petersburg (Florida) la serie passerà nella mitica Long Beach, dove migliaia di sportivi accorreranno a salutare i “moderni” piloti decisi a copiare le gesta dei campioni, tentando, quando è possibile, di saltare nelle serie superiori. L’arrivo sempre più voluminoso delle donne nel mondo motorizzato (compresa la nota Nascar, Imsa, Petit Ler Mans) ha convulsionato sempre più l’atmosfera corsaiola. E questo dai diversi angoli della nazione e delle viciniore.

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E mentre gli uomini fanno la fila dinanzi alla porta dei “prospettivi” Sponsors, che sovven-zionano le squadre, malgrado la crisi finanziaria, dal Venezuela, decisa ad arrivare, la magnifica Milka Duno, che si affiancherà con Sarah Fisher per contrastare l’avanzata della “veterana” Danica Patrick (foto). La graziosa, sbrigliata arizoniana, dopo un paio di anni altalenanti, regge tutt’ora lo scettro di “atleta dell’anno” dinanzi ... pensate!, a Serena e Venus William, le scatenata sorelle del tennis mondiale, e Candece Parker.Lo conferma la National Basket Association che ha raccolto 88 milioni di voti di sportivi i quali hanno dato la preferenza alla Patrick.
Non poteva star lontano il ben noto “Sport Illustrated” – che la vede tra le cento più “sexy girl”, pubblicando annualmente un calendario d’onore e 151mila poster – venduti a oltre 70 milioni di lettori. La Patrick, per il secondo anno, è in testa insieme ad una splendida Shelby Cobra 427 con la quale ha posato.

«Questa volta,» dice Danica, capace anche di dire no a Playboy ed un succoso assegno, «la sessione foto in costume da bagno è stata più’ divertente ed il risultato è stato soddisfacente.»
La Patrick ha 26 anni ed un sorriso sconcertante che passa dal serio al faceto. Lo scorso anno ha strappato la sua prima gara in Indy car, diventando così la prima donna a vincere una corsa in una delle maggiori categorie automobilistiche americane, e nel 2005 fu proclamata “Rookie dell’anno” nella mitica 500 miglia di Indianapolis.
Dunque, le chiediamo, le donne possono gareggiare liberamente senza ...uno speciale passaporto?
«Fra uomo e donna deve esserci parità o anche eguaglianza. Non vedo differenza. Siamo tutti esseri umani. Ciò che cambia sono i quozienti ormonici.
Quale categoria, preferisci gli ovali o gli stradali?
«Ho trascorso quattro anni in Inghilterra dove non ho fatto altro che graffiare le piste. Non nascondo che la Formula uno è rimasta impressa nella mia mente, ed ora che ho abbracciato gli ovali, il sogno di potermi avvicinare alla Ferrari, resta una chimera. Del resto la Fata Morgana di noi piloti risiede in Italia, in quella mitica città del Cavallino che la si può “visitare” soltanto se si fa una cinquina.»
Credi nella fortuna?
«La fortuna è volubile. Una volta è con te, poco dopo contro. Meglio non fidarsene.»
C’è talento senza successo?
«Io non sono mai entusiasta.»
Ma ti piace il successo ?!
«A chi non piace.»
A qualunque prezzo?
«Non a prezzo dei miei principi.»
L’automobilismo è più arte o più mestiere?
«Mestiere e arte, tecnica ed esperienza. Sono una testa “calda”,» conclude la Patrick, «ma credo di essere una buona “sportiva”.»
Lino Manocchia
SSNPHOTO.-S/I

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