martedì 17 marzo 2009

Il “Figliol prodigo” di Alberto Chiarini donato dagli eredi alla Biblioteca Delfico


Il “Figliol prodigo” di Alberto Chiarini donato dagli eredi alla Biblioteca Delfico

I familiari dello scomparso artista teramano, Alberto Chiarini, doneranno alla Biblioteca Dèlfico l'opera incompiuta “Il ritorno del figliol prodigo”. La consegna della tela, domani pomeriggio, alle 17.30 nel corso di una cerimonia ufficiale che si svolgerà nella sala Audiovisi della Biblioteca Melchiorre Delfico, a Teramo. A ricordare la figura del pittore sarà Romolo Bosi e interverrà l’assessore alla cultura Rosanna Di Liberatore.

L’opera, un dipinto di grandi dimensioni, circa 5 metri di larghezza per 2 di altezza, rappresenta “Il ritorno del figliol prodigo” e doveva far parte di un ciclo pittorico, comprendente anche “La parabola del buon samaritano” da collocare nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Piazza Garibaldi a Teramo.

Nelle intenzioni dell'artista, in realtà, doveva trattarsi di un affresco da realizzare sulle pareti della chiesa, ma difficoltà di ordine tecnico consigliarono l'abbandono del progetto e la scelta di dipinti su tela. Questo spiega le dimensioni dell'opera. Fu elaborato nell'agosto del 1988 ma Chiarini non ebbe il tempo di completarlo perché morì a causa di incidente stradale.

Nota biografica dell’autore

Terminati gli studi a Macerata si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida dei maestri Gentilini e Maccari. Dopo vari lavori di grafico pubblicitario e vetrinista si dedica all’attività didattica divenendo successivamente titolare della cattedra di Disegno e Storia dell’arte all’Istituto Magistrale di Teramo. Organizza con i coetanei mostre collettive e
pratica la pittura en plain air; vince vari concorsi extemporanei con apprezzamenti di critica e pubblico. Conosce Guido Montauti a cui si lega particolarmente. Nel 1964 alla costituzione del gruppo “Il pastore bianco” aderisce e ne è il maggiore artefice. Partecipa alla
realizzazione della grande tela “Il giudizio universale” ora collocato nell’androne del municipio di Teramo. Pur rimanendo legato al maestro , ne sviluppa il linguaggio aderendo alla sua personale poetica lirica e completativa. La rarefazione dell’atmosfera con la creazione di forme dense di chiara luce mediterranea e il rigore prospettico dello spazio illusorio rinascimentale portano all’esaltazione di angoli mai considerati della città e vegetazioni irridescenti del territorio. Attento alle tradizioni popolari con la nascita della tv locale via cavo TeleTeramo da lui voluta nel 1974, organizza la trasmissione “La preta mmarmarata” rispolverando il lessico e la
cultura nel teramano, quando ancora il dialetto locale era sinonimo di arretratezza culturale. Teramo 17 marzo 2009

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