giovedì 19 marzo 2009

Mostra di Alfio Pulcini, dal 19 al 29 marzo 2009 a Piazza Dante Giulianova




Venerdì 20 marzo 2009, alle ore 22,00, verrà presentata, c/o i locali dell'associazione culturale "PiazzaDante" di Giulianova Alta, la mostra personale del notopittore martinsicurese Alfio Pulcini : "Luce eGeometrie".L'esposizione, presentata dalla curatrice SimonaClementoni, immergerà il visitatore in un'atmosferasognante, quasi irreale, dove quiete e silenzio regnanosovrani: architetture essenziali, torri, templi greci,facciate di edifici dalla prospettiva non realistica,volutamente deformata ed allungata con inevitabili suggestioni dechirichiane.L'esposizione resterà allestita fino a domenica 29 marzo2009 e sarà visitabile nei giorni di giovedì, venerdì,sabato e domenica dalle 19,00 alle 24,00.




Alfio Pulcini
Luce e geometrie
di
Simona Clementoni

Nato a Martinsicuro (TE), il 15 novembre 1943, Alfio Pulcini vanta numerosi premi ed una pubblicazione su Nuova Arte di Mondadori. Annovera, inoltre, partecipazioni a diversi concorsi, tra cui il “World Wide Millenium” di Milano nel 1999, il “Giovanni Guareschi” di Parma nel 2000 e la Biennale d’Arte “A. Cesari” di Verona.
Giovanissimo si trasferisce a Legnano, in provincia di Milano, dove frequenta l’Istituto Tecnico, rivelando subito una forte predisposizione per quel tipo di disegno. Tornato nel paese di origine, dove attualmente vive e lavora, frequenta i corsi del maestro Vincenzo Zanchiello da cui apprende le tecniche della pittura del Cinquecento, in cui colori e luci diventano gli elementi essenziali della composizione. Dall’arte figurativa, Alfio Pulcini passa successivamente alla pittura metafisica e poi all’informale, a cui continua ad applicare la tecnica cinquecentesca, ben visibile nel sapiente uso del colore che comincia a farsi più chiaro e luminoso, grazie anche al copioso impiego dell’oro, pur rimanendo prevalente l’azzurro, il colore preferito dell’artista, nelle sue varie sfumature, fino al bianco. Risalgono a questo periodo anche alcuni dipinti dalle forti suggestioni etniche. Affascinato dalla cultura indiana ed egizia, dipinge totem decorati con segni misteriosi, graffiti, triangoli, rombi e spirali. Tra i simboli più ricorrenti, lo scorpione, il suo segno, e l’occhio di falco, sostituto metonimico dell’artista che osserva, scruta ed indaga. Sono le opere dell’ultimo periodo, però, che decretano la piena maturità tecnica ed emotiva dell’artista, nel ritorno alla pittura che più gli è congeniale, quella metafisica. Inevitabili le suggestioni dechirichiane nella rappresentazione di oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto: un manichino senza volto dalle sembianze femminili, simile ad una statua greca, elegantemente avvolto in un drappo azzurro e arancio che sfuma in trasparenze gialle, baroccamente plissettato e fermato su un fianco; sulla sinistra il globo terrestre, il mondo di cui l’artista si sente cittadino, una costante nelle sue opere; sulla destra, compostamente assemblata, una natura morta: una grossa conchiglia, una ciotola e resti di antiche rovine colpite da un abbagliante raggio di luce. Sullo sfondo, un paesaggio desertico dai colori pastello, ma tanto distante ed indistinto da sfumare nel nulla. Il tutto immerso in un’atmosfera sognante, quasi irreale, dove quiete e silenzio regnano sovrani. Ed ancora cavalli, quasi imbizzarriti, rappresentati nel rigore delle proporzioni classiche, immersi in una sorta di nuvola di polvere atta a conferire loro il senso del movimento. E poi ricorrenza di architetture essenziali, torri, templi greci, facciate di edifici dalla prospettiva non realistica, volutamente deformata ed allungata. Lo sfondo, sempre molto distante, vacuo ed indistinto, conferisce maggiore risalto agli elementi in primo piano; a volte figure misteriose, ombrose presenze o una semplice testa dal profilo greco e dall’occhio indagatore: è l’artista che, riservato e timorosamente sensibile, si nasconde dietro la sua maschera. Più spesso figure geometriche: parallelepipedi, coni, piramidi, sfere, prismi e cubi; ancora l’artista, il cui carattere preciso e “squadrato” si rispecchia nel rigore geometrico dei simboli che più lo rappresentano.
Come elemento unificante, una padronanza sapiente e sicura della tecnica e del colore, con effetti di luminosa drammaticità, risultato della maestria con cui Alfio Pulcini, senza l’ausilio del pennello né di alcun altro strumento tecnico, riesce, con mano leggera ed esperta, a riportare alla luce il chiaro, conferendo alla composizione sfumature e trasparenze, con sorprendenti effetti di chiaro-scuro. Sono proprio la perizia tecnica, la purezza delle linee, la cura del segno e dei dettagli, uniti ad un temperamento sensibile e rigoroso, che fanno di Alfio Pulcini un artista completo e raffinato.




Paesaggio metafisico
olio su tela, cm 70x120, 2008

Omaggio a De Chirico
olio su tela, cm 70x80, 2008






La memoria nel tempo
olio su tela, diametro cm 80, 2008


In esposizione dal 19 al 29 marzo 2009
Piazza Dante
Giovedi, venerdi…….19.00…24.00


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