venerdì 13 marzo 2009

Ricordi. Giulianova, lassù ha fronte luminosa, di Lino Manocchia, giornalista giuliese







Giulianova, lassù
ha la fronte luminosa

di Lino Manocchia


Giulianova, lassù, ha la fronte luminosa. Il suo colle è tripudio di fiori e di verde. Sulla spiaggia il sole avvampa più forte. Qui l’anima è veramen-te presa da soave poesia. Odore di alghe e di salsedine, ritmi strani sgorgano dalle opaline equoree profondità e si compongono in sinfonie ineffabili che solo parlano alla più intima sensibilità dello spirito.

Sul mare zaffiro spira lievemente trasportando la mente in sogni dorati mentre il brusio della folla si mescola allo sciacquio del verde Adriatico. C’è sulla spiaggia simile ad un quadro alchimista, la meticolosità del Michetti, la luce del Celommi, il futurismo intricato di De Pero. Più avanti lo stabilimento Venere, pieno, affollato, assolato, poi la Colonia della “noblesse doreé” ed infine la Colonia dei bimbi poveri. A sinistra il Kursaal con il suo “Trenino di Santa Fe’””. Il Nautico dalla forma di una tolda di nave, il Pellicano Giallo, il bar “A Marechiaro” ed infine il Lungomare, ben custodito.

Sale l’onda della vita con tutti i suoi paramenti della ricercatezza dell’eleganza sotto forma di costumi ultimo grido, accappatoi, unghie co-lorate e cuffie di gomma. Sin dall’alba al tramonto rossastro le fanciulle brunite intrecciano ghirlan-de di boccioli belli e i ragazzi, gli eterni bambini di tutte le estate. costruiscono tanti castelli di sabbia inzuppata dove ciudono stretti i bei sogni dell’infanzia dorata. Come il castello di “Mille e una notte”
come la torre dell’antica “Castrum”. Poi un calcio, e via tutto da capo. Il mio mulino a vento che stava “macinando” giorni, momenti, attimi di vita vissuta, tenta di cancellare il “sogno” di un vecchio natio di quella “Giglie” ch’ é lu chiù belle site..., la perla dell’Abruzzo “che t’invita..,” come afferma la canzone tanto cara al coro della “maggiolata giuliese”.
Il mio sogno d’un colpo diventa realtà. I luoghi dell’infanzia, la scuola, la maestra, lo zainetto di legno, portato a spalla, che stringeva i libri ed i quaderni, le partitelle al calcio e gli amici, rimangono memorie che l’Uomo desidera rievocare, prima dell’arrivo del “Grande Giorno” fissato, per rivivere quei momenti cari trascorsi con papà , mamma ed i fratelli, ed i tanti amici d’infanzia e di scuola.

E’ allora che le figure di Egidio Taffoni, Renato Campetti, Carluccio Marcozzi, Bruno Solipaca, Renato Lattanzi, e poi Ciprietti, Rossi, Paolini, Poliandri, Giancola, la Sabatini, la Caprioni, la Morganti e le Fratoni riaffiorano gradite, ciascuna con qualche particolare umano. Alcuni hanno intrapreso il grande viaggio verso un altro pianeta, altri vivono ancora e sicuramente rievocano gli attimi più belli della loro esistenza.

(Nel titolo il nuovo logo di Giulianova realizzato da
Patrizia Bernini,nota artista giuliese .
Il Trabocco
>>>

ABRUZZOpress – N. 086 dell’11 Marzo ’09 Pag 2

Con essi in un libro, ingiallito dal tempo, che racchiude alcuni dei principali avvenimenti tracciati sulla carta dal cronista, si legge del porto di Giulianova degli anni ‘40 ridotto a tronconi contro il cielo, dove ancorava un vecchio vaporetto, ed il saliscendi gracchiava la sua quotidiana monotona sinfonia, raggranellando qualche pesce sperduto.
E la stazione ferroviaria, assetata di “restaurazione” (Disegno di Flavio Branciaroli 1964)) e di abbellimento del litorale ferroviario adriatico. Giorni impietosi, quelli, che lanciavano l’appello di uno sparuto gruppo di interessati a trasformare la vecchia Colonia “Rosa Maltoni Mussolini” in tubercolosario, difesa a spada tratta, sulla carta stampata, dal Sindaco Grue e dal cronista.
Uguale interesse sollevò l’aspirazione giustificata da antichi legami storici e da interessi presenti e futuri, e presentata al Governo dall’ex sindaco di Giulianova Riccardo Cerulli, l’avvocato Giuseppe De Bartolomeis e il dott. De Martis, per una unione della ridente cittadina Cologna col Comune di Giulianova.
Grande risonanza ebbe la dichiarazione del Cerulli, il quale asseriva che Cologna fu terra di Giulianova, come veniva ricordata dagli storici Palma e Bindi.Tuttavia, malgrado il comitato Pro Unione costituito dal gruppo di Colognesi che raccolsero un grande margine di firme, la ventilata Unione non avvenne e trascorse tanto tempo prima che i ferri raffreddassero.


Ricordi, ricordi, ricordi che non possono finire nel nulla anche se il cronista attraversò l’Atlantico tanti anni fa per descrivere, celebrare conoscere la storia dell’Uomo Colombo, che con la sua vita austera. col suo profilo aquilino, col suo forte corpo, con la sua formidabile volontà è la personificazione stessa del Sogno gigantesco, nelle di cui spire egli sembra sia stato trasportato sulle sponde del Nuovo Continente.
E’ facile dire America, ma difficile ad incontrarla, scoprirla,criticare ed amare. Lo confermano le migliaia di emigranti di ogni regione italica che della terra ospitale hanno fatto la loro seconda Patria, allevando altre generazioni che al termine di una giornata lavorativa, ritornano in famiglia che conserva ancora, a distanza di anni, la fede, l’affetto dell’Abruzzo, Sicilia, Campania,Toscana, ed altre regioni, siano essi ricchi, professionisti, lavoratori operanti nel grande calderone umano a stelle e strisce.
LINO MANOCCHIA

Nessun commento: