“Derivati” alla Provincia di Teramo: qual è la situazione?
Per l’ennesima volta la trasmissione REPORT, andata in onda domenica scorsa su RAI TRE, è tornata ad occuparsi della piaga dei “derivati” a cui le amministrazioni locali (finora 737 Comuni e ben 40 Provincie in tutta Italia) hanno fatto ricorso per gestire il loro debito, tentando in questo modo di allontanarne nel tempo la restituzione.
Secondo fonti ben documentate, il volume dei contratti di swap stipulati negli ultimi anni da Comuni, province e regioni, è pari a ben 35,6 miliardi di euro.
Secondo numerosi molti analisti, oggi che i tassi puntano al ribasso in molti Enti (vedi Regione Puglia) la situazione rischia di diventare esplosiva.
Anche la Provincia di Teramo ha fatto uso dei derivati. Fu così, ad esempio, nel 2002, quando, sotto la presidenza Ruffini, negoziò 46 milioni di euro di debito con UBM-CorporateLab (unità di UniCredito Banca Mobiliare).
Dell’uso degli strumenti di finanza innovativa alla Provincia di Teramo si è occupata anche la Corte dei Conti in occasione dell’esame del Bilancio di Previsione 2008 dell’Ente. Nella deliberazione n.° 652 del 19 novembre 2008, dalla lettura del bilancio la Corte rileva l’esistenza di strumenti di finanza innovativa e, sempre in base al bilancio, la previsione di flussi finanziari positivi per poco più di 10mila euro, contestando tuttavia all’Ente la mancata indicazione in bilancio degli oneri e degli impegni finanziari dovuti ai derivati e, tra questi oneri, il vero incubo di tutte le amministrazioni: il “market to market”, cioè i costi che dovrebbe sopportare la Provincia in caso di risoluzione anticipata del contratto con la banca e che cambiano in base alle condizioni del mercato.
Le domande che poniamo oggi al Presidente D’Agostino sono le seguenti:
1) Qual è il volume delle operazioni di finanza innovativa in essere presso la Provincia di Teramo?
2) Quali e quante sono le operazioni di questo genere intraprese dalla Provincia di Teramo?
3) Con quali istituti di credito sono state poste in essere e in che modo sono stati scelti?
4) La Provincia di Teramo ha concluso queste operazioni dopo avere avviato e concluso una procedura selettiva oppure no?
5) Come sono stati individuati gli Advisor?
6) A quanto ammontano oggi gli oneri e gli impegni finanziari di cui scrive la Corte, “market to market” compreso?
Giulianova, 28 maggio 2009
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