lunedì 31 marzo 2008

Cultura. Martedì 1 aprile al Cineteatro Ariston di Giulianova, Il Cavaliere Errante, dramma eroicomico a Giulianova.




Martedì 1 aprile 2008, ore 21.00 Teatro Ariston, Il Cavaliere Errante, Dramma eroicomico per musica di Giovanni Bertati, musica di Tommaso Traetta. Nuovo allestimento del Teatro Marrucino- Rete Abruzzese per lo Spettacolo
Personaggi e interpreti
Guido Sabino Martemucci, Marco Iezzi
Arsinda Cinzia Rizzone, Tomomi Ogasa, Maria Rita D’Orazio
Stordivano Carmine Monaco, Nejat Isik Beleen
Melissa Raffaella Ambrosino, Ozge Kalelioglu
Ismeno Francesco Landolfi
Calotta Pierluigi Dilengite
Ruffina Valentina Di Cola, Francesca Bruni
Lo spiritello dell’opera Rossella Micolitti

Orchestra e Coro del Teatro Marrucino

Maestri concertatori e direttori
Vito Clemente, Patrick Murray

Regia
Michele Mirabella


Assistente alla regia Maestro del Coro Scene e costumi
Isabella Crisante Fabio D’Orazio Lino Cavallo


Maestro al cembalo Luci
Simone Di Felice Ivano Ursini

Maestri Sostituti
Simone Di Felice, Ivana Francisci, Fabio Monaco


“Il Cavaliere” visto da Michele Mirabella
«Può un’isola misteriosa e sperduta nel mare oceano della fantasia tardobarocca delimitare il suo orizzonte tra Arcadia e Mondo Nuovo? Può un Paladino di Francia attardarsi nel secolo dei Lumi alla ricerca dell’Amor profano in compagnia di uno scudiero in caccia di Governatorati alla Sancio Pancia? Può un cavaliere errante errare cupido di Dulcinee maliziose e renitenti alle fatiche di Venere salvo che onorate da epitalami costumati? E può vagabondare tra maghi e incantesimi, privato di avventura e imprese onorevoli in nuovi continenti e compiacersi solo di onorare il pubblico divertendolo? Può un carro alato sedimentare nella scopa di una Melissa masciara e stregonessa per far correre le strade della favola e un palazzo reale spalancare le sue porte di cartapesta solo con un cigolio dell’immaginazione? E può la Commedia dell’Arte attardarsi dolcemente in un libretto d’opera buffa che si fa musicare mirabilmente da un maestro cosmopolita e vagabondo praticante? E può la musica farsi ariosa e gentile, popolare e cicisbea, raffinata, colta, ma anche cantabile e picaresca al servizio di un raccontar cantando mirabilmente moderno? E può la modernità vivere azzardando sul pentagramma strade ardite e nuove che aspettano Teatri affollati di popolo che sta per generare cittadini? Può essere tutto questo se il regista si fa bambino che riacchiappa per la coda le comete e sogna tra corde, quinte, scenari, luci tremolanti di ribalte la favola bella e ritrova il piacere di narrare. Meglio sarà se il marchingegno sarà semplice, fatto di carta e colla, gesto e evocazione, smorfia e sorriso. E amore incondizionato per l’arte pura del teatro. Preziosa scenderà la musica e, allora, il canto si farà racconto: nessuno si accorgerà che il carro volante è una scopa,che il coro dei fantasmi abita un lenzuolo,che il cavaliere e la sua bella altercano e bisticciano,si scambiano per altri e riconoscono per finta, per gioco. Tutti gioiscono: poi si baciano sulle labbra come fanno da sempre un uomo e una donna. Solo che sulla scena li stanno guardare come se fossero unici e irripetibili».

Tommaso Traetta e Il Cavaliere errante
Herman Kretzschamar, parlando di Tommaso Traetta, scrive: “Traetta fu anche un maestro nell’opera buffa:qui ha innanzi tutto sviluppato il lato amabile del suo talento sino all’originalità e si è acquisita una leggerezza nell’espressione musicale”. Il Cavaliere errante che va definito “dramma eroicomico” appartiene all’ultimo periodo creativo di Treatta, anzi, insieme a La disfatta di Dario (opera seria) può essere considerato il suo “commiato” dal mondo: ambedue le opere andarono in scena a Venezia nel 1778, l’anno dopo il musicista si spegneva. L’opera è in sostanza una favola, fra i personaggi che appaiono ancora i “maghi”: il “cattivo” autore di sortilegi, la “buona”che li annulla. In sostanza la vicenda è così strutturata: un principe spagnolo fa rapire la dama della quale è innamorato, la confina in un’isola incantata e lì, con i sortilegi di un mago, tenta di convincerlo a sposarlo. La dama è però innamorata del Cavaliere Errante – Guido, Paladino di Francia – che, grazie all’aiuto di una maga buona, riesce ad annullare i sortilegi e a liberare l’amata ed a sposarla.


La Trama (Bertati, dramma eroicomico per musica,Venezia 1778)
Atto I
Un posto solitario di montagna, sullo sfondo la gola di una caverna. Guido e il suo scudiero Calotta si arrampicano sulle rocce. Guido vuole vedere da vicino la dimora della sua amata Arsinda, una nobildonna francese. Si reca nella grotta. Calotta ha paura; quando il padrone gli dice di seguirlo, per prudenza si licenzia già dal mondo. I due s’imbattono in un tempio nascosto; un coro di spiriti invisibili cerca di spaventarli. Guido ordina a Calotta, terrorizzato, di tacere379. Lui vuole cercare Arsinda costi quel che costi. Appare Melissa, che ha sentito tutto, e riconosce il valore di Guido. Gli dice che lui potrebbe essere arrivato dalla sua amata ma prima però deve superare gli spiriti che la fanno apparire. Disegna un cerchio e ordina ai due uomini di entrarci. Poi recita la formula magica. Guizzano le fiamme; un coro di spiriti infernali informa che Arsinda è stata rapita da Stordilano, principe diGranata che vive su un’isola incantata. Melissa assicura Guido che rivedrà la sua amata e promette il suo aiuto. Guido si mette subito in marcia. In un bel giardino, su un’isola incantata, Arsinda si strugge per Guido. Ruffina, la sua dama di compagnia, le ricorda il sentimento che Stordilano nutre nei suoi confronti: le ha dato un anno e mezzo di tempo per imparare ad amarlo e accettare di sposarlo. Questo periodo è ormai passato da tempo. Arsinda dice francamente a Stordilano di non amarlo. Preferirebbe morire piuttosto che sposarlo. Ruffina grida di aver visto un carro trainato da due bestie e arrivato dal cielo. Ne sono scesi due uomini o spiriti con sembianze umane. Ismeno, il fedele di Stordilano, conferma quanto dichiarato da Ruffina. Stordilano ha paura che si tratti del diavolo.Non appena Guido e Calotta sono vicini al palazzo, il giorno lascia improvvisamente posto alla notte. Quando i due decidono di entrare, il palazzo si trasforma in un castello di metallo dal quale



fuoriescono guizzanti lingue di fuoco. Inizialmente Guido non sa cosa fare e invoca l’aiuto di Melissa che segnala la sua presenza con lampi e con tuoni. Melissa gli dice che il fuoco non gli farà nulla se Calotta ballerà tra le fiamme. Spinto dalla necessità, lo scudiero segue le indicazioni ricevute e la scena ritorna a essere come prima. Calotta e Guido entrano nel palazzo; si giunge così alla battaglia tra Stordilano e Guido. Ismeno irrompe con una bacchetta magica che paralizza Calotta e i due duellanti stregandoli.

Atto II
Sotto l’effetto della formula magica di Ismeno le vittime sono state manipolate. Guido ha un violino nella mano, s’immagina di essere Orfeo380 e ripensa alle battaglie perse; Calotta crede di essere Ippocrate e pronuncia banalità piuttosto che parole di autentica saggezza. Ismeno scioglie dall’incantesimo Stordilano per procedere con il suo piano: Stordilano deve prendere l’elmo di Guido e andare da Arsinda. Lei vedrà in lui Guido e in Guido Stordilano. Così la potrà facilmente sposare. Stordilano è entusiasta di questa idea. Melissa vola da loro per sciogliere l’incantesimo di Guido e Calotta e ancora una volta scompare nel nulla. Nella sala reale Guido vede Arsinda porgere la mano al suo rivale. In realtà sembra che Arsinda sia caduta nell’imbroglio del mantello che rende invisibili. Guido esce dal nascondiglio. Stordilano è confuso e Guido rimane esterrefatto quando Arsinda non lo riconosce. Quando Arsinda fa manifesto il suo amore per Stordilano – che lei crede ancora sia Guido – il vero Guido cerca ancora una volta di spiegarle chi lui sia davvero. Arsinda ordina di allontanare il folle. Guido, disperato, invoca nuovamente Melissa. Lei appare, pone fine al sortilegio, apre gli occhi ad Arsinda e conduce Guido da lei. Stordilano è senza speranze soprattutto perché, per opera di Melissa, del suo giardino non restano che le rovine. Alla fine domina questo confronto tra odio e amore (Stordilano/Ismeno).
Tratto dal volume di Jörg Riedlbauer Tommaso Traetta. Opere, edito dalla casa editrice Palomar.






Il Cavaliere errante per Rete Abruzzese per lo Spettacolo

29 marzo ore 21.00
CHIETI Teatro Marrucino
30 marzo ore 17.30
CHIETI Teatro Marrucino
1 aprile ore 21.00
GIULIANOVA Teatro Ariston
2 aprile ore 21.00
PESCARA Teatro Massimo
3 aprile ore 21.00
CITTA’ SANT’ANGELO Teatro Comunale
4 aprile ore 21.00
LORETO APRUTINO Teatro Comunale “Luigi de Deo”
5 aprile ore 21.00
ATRI Teatro Comunale
6 aprile ore 18.00
SULMONA Teatro Maria Caniglia
8 aprile ore 21.00
ORTONA Teatro Vittoria
9 aprile ore 21.00
LANCIANO Teatro Fenaroli
10 aprile ore 21.00
ROSETO Teatro Odeon
19 aprile ore 21.00
L’AQUILA Teatro Comunale
20 aprile ore 21.00
VASTO Cinema Ariston
21 aprile ore 21.00
TERAMO Cinema Teatro Comunale
4 maggio ore 21.00
POPOLI Teatro Comunale


Chieti, 27 marzo 2008

1 commento:

Tommaso Traetta ha detto...

Per saperne di più su Traetta consiglio questa web: htñl://www.traetta.com ed in particolare sul Cavaliere Errante: http://www.traetta.com/2005/04/traetta-opera-festival.html

Complimenti