martedì 22 luglio 2008

Politica. Comunicato de Impronte di Giulianova

ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA
IMPRONTE

STRONCATA DALLA CORTE DEI CONTI LA GESTIONE FINANZIARIA DEL COMUNE DI GIULIANVA TARGATA RUFFINI

Il giudizio non ammette appello. Senza usare i mezzi toni, la Sezione Regionale di Controllo per l’Abruzzo della Corte dei Conti ha disegnato un quadro impietoso della gestione finanziaria del Comune di Giulianova a tutto il 2006 e lo ha fatto con la sentenza n.°8, adottata nell’adunanza del 26 febbraio 2008, dopo aver sentito il Sindaco ed il Dirigente dell’Area Finanziaria, Donato Simeone.
L’atto è stato inviato al Consiglio Comunale dove tuttavia la gravità delle osservazioni della Magistratura Contabile non è stata colta appieno.
L’oggetto della deliberazione è di per sé già abbastanza eloquente: “Verifica della Gestione Finanziaria del Comune di Giulianova”.
Ne riportiamo i passi principali, evidenziando quelli che presentano gravi elementi di criticità.
Chi ne vuol sapere di più adesso sa a chi rivolgersi.

La Corte ha evidenzia i risultati negativi registrati per quanto riguarda le gestioni di competenza del 2004, 2005 e 2006, annualità in cui le spese totali impegnate fanno superato le entrate totali accertate e rimarca la storica incapacità, da parte del Comune di Giulianova, “di assicurare un continuo equilibrio della parte corrente del bilancio; infatti, anche gli accertamenti sebbene commisurati agli impegni di parte corrente, non sono stati sufficientemente calibrati per far fronte anche alle quote di capitale di ammortamento dei mutui negli anni considerati”.

La Corte non manca di esprimere forti preoccupazioni anche per “la presenza di una abnorme massa di residui attivi e di residui passivi. Se si rapporta al volume complessivo della gestione corrente, che è intorno ai 19 milioni di euro, la massa dei residui appare effettivamente abnorme: infatti, sempre con riferimento alla data del 31 dicembre 2006, i residui attivi ammontano a 34,1 milioni di euro e quelli passivi a 37,3 milioni di euro.
Come si vede, quella dei residui è una gestione parallela e soverchiante, che, se alla fine dovesse risultare deficitaria, potrebbe capovolgere una situazione solo apparentemente migliore. In buona sostanza tutto dipende dalla fondatezza dei residui attivi, cioè dalla misura in cui essi sono suscettibili di essere riscossi e di trasformarsi, così, in danaro in cassa”.

Da L’Aquila giungono cattive notizie anche per quanto riguarda il conto economico che “chiude con un risultato negativo nella misura di –1.243 euro/migliaia ed in cui risultano, peraltro, annotati parzialmente nel conto economico i risultati della gestione operativa, cioè dei costi e proventi sostenuti dal Comune di Giulianova, sia per la gestione diretta dei servizi istituzionali e a domanda individuale, sia per le gestioni affidate o svolte tramite soggetti esterni controllati dall’Ente, per cui –conclude la Corte- non è possibile un’analisi separata dell’incidenza della gestione dei servizi tramite aziende speciali o partecipate, che il Comune comunque possiede, sul risultato della gestione patrimoniale”.

Dulcis in fundo, il conto patrimonio.
La Corte annota che la voce “netto patrimoniale” peggiora notevolmente da 23.883 euro/migliaia a 20.486 euro/migliaia.
Seppure non desta preoccupazione il grado di liquidità dell’Ente, diversamente desta perplessità la valutazione degli equilibri di medio e lungo termine.
Infatti sotto tale profilo dell’ equilibrio di medio e lungo termine, cioè di capacità dell’ente di mantenere nel tempo gli equilibri fondamentali della struttura del conto del patrimonio, sono stati utilizzati diversi indici, tra i quali fondamentale è risultata la misura del rapporto di indebitamento, data dal confronto tra tutte le passività dell’Ente (correnti e consolidate) con il patrimonio netto: tale indice nel Comune di GIULIANOVA si attesta, alla data del 31.12.2006 sul 79,09%, denotando una percentuale altissima della dipendenza dell’Ente da terzi.
Dall’analisi, condotta mediante utilizzo di metodi di raffronto con Enti della stessa area geografica e della stessa dimensione demografica, emerge che il Comune in esame presenta una situazione di eccessivo indebitamento rispetto al volume delle risorse proprie, individuate dal patrimonio netto dell’Ente.
Si dà il dato al 31 dicembre 2006 dell’indebitamento per mutui, prestiti, prestiti obbligazionari e simili, vale a dire l’ammontare delle cosiddette passività consolidate: 34,3 milioni di euro, corrispondenti a circa 1.535,92 euro per cittadino, parametro che pone il Comune al di fuori dei valori medi riscontrati dalla Sezione al 31.12.2005.
Ove si abbia riguardo al totale dei debiti, l’indebitamento complessivo pro-capite sale da 1.035,62 euro/migliaia a fine 2004, a 1.271,52 euro a fine 2005 e a 1.905,36 a fine 2006. Anche tale valore è fra i più alti riscontrati.

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