sabato 12 luglio 2008

Presentato il nuovo Piano faunistico-venatorio

Presentato il nuovo Piano faunistico-venatorio
La Provincia di Teramo è la prima in Abruzzo ad adottare il nuovo Piano faunistico-venatorio. Variati nel numero gli istituti di tutela mentre rimane inalterata la percentuale di territorio protetto; due le nuove oasi; confermato il regolamento per il contenimento dei cinghiali. Questi ultimi potranno essere abbattuti o catturati anche oltre i periodi di caccia e nelle zone normalmente interdette dall’attività venatoria.
Per arrivare alla definizione del nuovo Piano Faunistico – approvato a maggioranza nella seduta di Consiglio del 30 giugno scorso e presentato questa mattina agli organi d’informazione dal Presidente, Ernino D’Agostino, dall’assessore alla Caccia Antonio Assogna, dalla dirigente Nadia Carletti e dal responsabile del Servizio Caccia Giovanni Castiglione - la Provincia di Teramo ha avviato un anno fa un percorso che, partendo dallo studio e dall’analisi del territorio, è passato attraverso l’elaborazione dei dati in proprio possesso e una fase di concertazione (7 tavoli di lavoro) con gli ATC (Ambiti territoriali di caccia); le associazioni venatorie, le associazioni ambientaliste, le organizzazioni agricole.
È stato recepito oltre il 60% delle osservazioni presentate dagli ATC: il Piano ha avuto l’approvazione di Italcaccia e Arcicaccia unitamente al parere favorevole delle associazioni agricole e di quelle ambientaliste; hanno espresso parere contrario Federcaccia, Libera caccia, l’Associazione nazionale Uccelli; l’Enalcaccia si è astenuta.
Gli istituti di tutela sono variati nel numero mentre è rimasta inalterata la superfice complessivamente tutelata (la provincia teramana ha raggiunto la percentuale massima di territorio tutelato); sono state riaperte alcune riserve dove sarà consentito l’abbattimento e la cattura del cinghiale così come sono state riaperte quelle zone di ripopolamento e cattura dove non si sono raggiunti risultati apprezzabili nella riproduzione delle specie. Il nuovo Piano, quindi, prevede 17 riserve di nuova istituzione (8 nell’ATC Salinello e 9 nell’Atc Vomano); 9 sono state modificate (3 nel Salinello e 6 nel Vomano); 13 le riserve revocate (5 nel Salinello e 8 nel Vomano); 12 (7 nel Salinello e 5 nel Vomano) sono rimaste invariate.
Ampliata la zona cinofila di Monte Tre Croci, di diretta gestione della Provincia. Sono state istituite due nuove oasi: alla foce del Vibrata e alla foce del Tordino.
Per quanto riguarda il controllo della fauna selvatica una particolare attenzione è stata posta al controllo di specie dannose per l’agricoltura o la salute dell’uomo come lo storno, il castorino e naturalmente il cinghiale. Uno dei principali obiettivi, infatti, è quello del conseguimento di “densità ottimali” per le principali specie; ovvero il raggiungimento di quei valori di presenza della specie in grado, da una parte, di consentire un opportuno prelievo venatorio e, dall’altra, di mantenere un equilibrio ambientale, sociale ed economico.
Complessivamente, quindi, all’ ATC Salinello sono presenti 17 istituti faunistici: 2 oasi; 14 zone di ripopolamento e cattura e 2 aree cinofile; nell’ATC Vomano gli istituti sono 18: 2 oasi, 13 zone di ripopolamento e cattura e 3 aree cinofile.
I cacciatori, in provincia di Teramo, sono 3.700; c’è una riduzione costante di chi pratica attività venatoria che si aggira attorno all’1,4% l’anno.
Lo strumento di gestione dell’attività venatoria è stato redatto seguendo sia le prescrizioni della legge quadro sulla caccia sia i criteri di indirizzo della Regione così come le prescrizioni della legge regionale, mentre sono stati osservati i criteri elaborati dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica; questi ultimi forniscono le indicazioni di carattere tecnico-scientifico per la conservazione delle risorse faunistiche.
“Ancora una volta – è stato il commento del Presidente D’Agostino – la Provincia di Teramo fa da apripista in Abruzzo per ciò che riguarda l’approvazione dei piani faunistici. Ritengo che il nostro piano sia innovativo rispetto alle esigenze che abbiamo riscontrato, in particolare per ciò che riguarda il problema dei cinghiali. L’auspicio è che la Regione lo possa approvare nel più breve tempo possibile”.
“Era necessario aggiornare il Piano adeguandolo alle nuove esigenze – ha aggiunto l’assessore alla Caccia, Antonio Assogna –. Nel farlo, abbiamo tenuto conto della necessità di far partecipare tutti i soggetti interessati al dibattito e alle scelte. Credo che ci siamo dotati di uno strumento adeguato per gestire il nostro territorio dal punto di vista faunistico-venatorio”.
C’è da dire, a questo proposito, che con il Piano di contenimento dei cinghiali, approvato nel marzo scorso e già sperimentato ad aprile e maggio, i danni all’agricoltura si sono ridotti di un terzo. Di tanto sono dimuinute le domande di rimborso presentate dagli agricoltori rispetto allo scorso anno. Nel periodo di contenimento, ad opera di selecontrollori formati dalla Provincia e coordinati dalla Polizia Provinciale, sono stati abbattuti 1000 capi. L’attuazione del Piano si è reso necessario visto il forte incremento dei danni (da 16 mila euro del 1994 a 250 mila euro nel 2007) verificatosi nel decennio trascorso, soprattutto nei comuni a ridosso dei confini del Parco Nazionale Gran Sasso-Laga (Campli, Civitella del Tronto e Torricella Sicura). Il Piano prevede un monitoraggio continuo della distribuzione dei danni sul territorio provinciale in maniera da agire prontamente sui siti di maggiore emergenza e anche al di fuori dei periodi di caccia. Gli interventi previsti sono sia di natura indiretta e preventiva - i miglioramenti ambientali, l’impianto di colture dissuasive, la realizzazione di recinzioni elettrificate - sia di tipo diretto – il prelievo venatorio e l’abbattimento selettivo nelle zone tradizionalmente vietate alla caccia (aree protette e Istituti di Tutela provinciali) e al di fuori del periodo cacciabile.

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