mercoledì 9 luglio 2008

USA. Lettera da New York, Italia "Paisà" e non ...di Lino Manocchia







TALIA PRESS agenzia stampa - N° 133 - Anno XV, 09 Luglio 2008, 09:57:00
Opinioni
Lettera da New York
Italia "Paisà" e non
E' bene che i film italiani del dopoguerra vengano proiettati in America? Le imbarazzanti domande di una signora dello Iowa
09.07.2008 09:07:57
New York - "Scusi, in Italia ci sono le scuole di Stato?", mi chiese tempo fa una distinta signora dell'Idaho, all'uscita di un cinema sperduto nei meandri del Village newyorkese dove si proiettava "Riso amaro".

La domanda, lì per lì, mi lasciò perplesso. Del resto, a me italiano suonava così strana che non riuscivo a misurarne il senso e la portata. Tentennai un po' sulla scelta d'una acconcia risposta. Rispondere "si" semplicemente mi sembrava insulso ed avvilente; rispondere "no" non potevo; allora tentai la via della celia e scelsi la prima frase americana che trovai a portata di mano, una risposta "dandy" come qui in America se ne apprezzano poche: "Certo,dissi, ma non ci vanno soltanto gli stranieri".

La signora che, probabilmente per spirito avrebbe insistito col chiedermi se si usavano il treno e la radio e se si conosceva il boogie -woogie, si sentì toccata e tacque. Comunque il ragionamento resto' in me.

E tornando in ufficio pensavo "e' bene che questi film italiani del dopo guerra vengano proiettati ancora in America?? E' bene estendere oltre i confini patrii lo spettacolo d'una Nazione prostrata e prostituita, d'un carnaio incomposto e fermentante nel mosto del malcostume e della corruzione?"

Dovetti convenire che si. In fondo l'Italia verista di De Sica, Rossellini e compagni gli americani l'avevano già scoperta.

La fine della guerra ed il rimpatrio delle truppe stazionanti in Italia coincise,dopo un preludio preparatorio, formato dalla corrispondenza privata di questi soldati e dai reportage dei corrispondenti di guerra, con una vera e propria ondata di diffamazione contro la nostra Patria.

L'Italia divenne per antonomasia il Paese delle prostitute, degli "sciuscià", dei ladri, dei contrabbandieri, il Paese, forse piu' diffamato del mondo.

Ora, ponendo che non tutti i soldati sono poeti e certe crude realta' prendono la consistenza ed il valore che la narrazione sa loro dare, in America ci si era formato un quadro quanto mai crudele di questa nostra terra cosi' disgraziata. In esso i problemi sociali e morali del popolo italiano non erano affrontati come tali;anzi nonn erano affrontati affatto e neanche venivano impostati come problemi.

La corruzione in Italia non era un problema del dopoguerra,ma una salda istituzione locale, una specie di tradizionale costume e non per necessita' contingenti i fanciulli erano diventati sciuscia' ma perche' in tutta la Nazione da che mondo era mondo non s'era fatto altro. In parte, poi, la realta' veniva travisata e deformata e resa ancor piu' drammatica dalla fantasia dei vari reporters familiari del dopo guerra: films che in fondo confermavano una situazione nota ma che la poneva nel suo giusto piano di problema sociale scaturito dal conflitto e dal relativo disordine sociale e morale che lo incorniciavano nella sua naturale cornice umana.

Il pubblico, così, non si ricredette ma mitigò prima e quindi rettificò il proprio giudizio sul nostro popolo e la verità, in fondo, venne ristabilita.

Oltre questi fattori d'indole sociale, ci fu che la vena verista piacque a questi cittadini statunitensi, abituati a leggere in cronaca la descrizione anche di un bacio o il profumo d'un fiore. Dalla cronaca sapiente (riconosciamolo: fu in questo clima che caddero in America, i primi film veristici sull'Italia del dopo guerra italiano,così il cittadino americano ha sintetizzato il vero volto umano della tragedia italiana del dopoguerra,di una tragedia,che apparsa nuda attraverso il lumeggiamento dei suoi problemi del suo contenuto sociale ed umano, ha finito per commuovere tutti e per suscitare quel sentimento di fraterna comprensione fra i due popoli,fiorente e vincitore l'uno, vinto e travolto l'altro).

Fu a questo punto che mi sorse un dubbio circa l'estemporaneità o meno di queste proiezioni ormai sorpassate dagli avvenimenti e dalla realta' di vita.

In effetti,in Italia non si vive piu' il clima di "Tombolo" e di "Sciuscià". L'Italia di oggi non è più "Paisà". L'Italia di "Paisà" è entrata a far parte della crudele tragica storia del nostro passato prossimo. Allora mi chiesi, perche' insistere in una situazione che va a diventare uno slogan ormai dannoso tende a fossilizzare una situazione ormai sbiadita e divalicata dal tempo?

Messe così, le cose, mostrano esattamente un'altra faccia completamente diversa.

Naturalmente, a questo punto si sono superati i limiti, diciamo così, idealistici della produzione cinematografica e restano, unici, gli interessi dei vari produttori.

Ora è naturale, che questi interessi vengano difesi e sorretti anche per una maggiore affermazione della cinematografia "pura", italiana. pur cessando i motivi psicologici che ressero giustificata e valida la produzione cinematografica del dopo guerra, restano sempre gli interessi puri e semplici del cinema italiano,ed anche per essi e' giusto combattere una onesta battaglia.

Del resto anche la produzione verista si è aggiornata.Il filone d'oro non viene abbandonato ma i soggetti vengono ad ambientarsi nel nuovo clima italiano e dopo i vari titoli napoleggianti, e' apparsa la nuova produzione verista che rispecchia un vita nuova non piu' resa ossessiva dalla cupidigia e dalle bassezze morali del dopo guerra, ma aspetti di una vita rasserenata, nel cui seno i problemi morali e sociali si agitano compostamente e come tali vanno in cerca di rimedio e dissoluzioni degni d'una societa' onesta, retta, moderna.

Naturalmente,sino a quando i vari fotogrammi di una Italia Paisa' continueranno a fare il giro delle sale di New York, New Jersey, Filadelfia, Pittsburg, nessuno potra' impedirci qualche pizzicatina; nessuno ad esempio, potra' evitarsi la scocciatura di rispondere a qualche "signora" molto "dandy" e malata di spiritosità.

Ma resta la consolazione che il nostro film e' riuscito a darci una storia d'Italia per fotogrammi,e che solo il nostro film c'e' riuscito e che,in ultimo, questa storia d'Italia parte dall'Italia "Paisa" ma giunge all'Italia di "Domandi e' troppo tardi".

La qual cosa e' una prova di rapido progresso e di serena ascesa sociale.

Lino Manocchia News ITALIA PRESS

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