martedì 13 gennaio 2009

In riferimento a quanto dichiarato e diffuso attraverso gli organi di informazione dal presidente provinciale di Federcaccia, Ermanno Morelli, in meri

In riferimento a quanto dichiarato e diffuso attraverso gli organi di informazione dal presidente provinciale di Federcaccia, Ermanno Morelli, in merito al Piano di contenimento dei cinghiali si fa presente quanto segue con preghiera di pubblicazione:

- il Piano di contenimento dei cinghiali, contrariamente a quanto sostenuto, è stato approvato in Consiglio Provinciale nel marzo del 2008. Si tratta di un Piano quinquennale; il regolamento attuativo viene emanato direttamente dagli uffici. In questo caso si è provveduto ad approvare le modalità operative per il 2009 anche con delibera di Giunta. Il Piano è stato licenziato dopo una lunga fase di concertazione con gli organismi rappresentativi del mondo venatorio e di quello agricolo. E’ stato approvato a maggioranza e la minoranza, in Consiglio, contestò il numero dei capi da abbattere - da 1147 fino al numero massimo suggerito dall’Istituto nazionale di fauna selvatica, di 2000 - chiedendo di aumentarlo;

- per quanto riguarda il divieto di caccia sulla neve, si fa presente che il provvedimento in questione è un Piano di contenimento con abbattimento selettivo e non rientra, quindi, nella normale attività di caccia tanto. Il Piano viene attuato attraverso squadre volontarie, appositamente formate, coordinate dalla Polizia provinciale.


Sull’argomento si registra anche la presa di posizione dell’assessore provinciale, Antonio Assogna: “Parlare di mattanza dei cinghiali quando, da anni, stiamo registrando la proliferazione di questa specie e contiamo le drammatiche conseguenze sulle colture e sull’economia degli agricoltori, sembra davvero paradossale. Con il Piano abbiamo fatto uno sforzo di sintesi fra le esigenze degli agricoltori e quelle dei cacciatori. Di fatto non siamo di fronte a nessun atto unilaterale, inaspettato e sconosciut, come sostiene Morelli, visto che il Piano è frutto di mesi di lavoro a partire da un’assemblea pubblica che si è svolta in Prefettura alla quale hanno fatto seguito numerosi riunioni della Consulta e incontri con i tecnici dell’ente Parco”

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