domenica 10 agosto 2008

Politica. GIULIANOVA SOSTENIBILE


La crescente preoccupazione sull'effettivo stato di salute del nostro mare e dei nostri fiumi, il recente accordo siglato tra vari enti per la raccolta dei rifiuti nei principali porti abruzzesi (Giulianova compresa), l'avvenuta presentazione del Piano di Gestione Cirsu/Sogesa 2008-2012 ed il "toto-Sindaco" in corso a Giulianova (dove poco invece si parla di programmi e di cose da fare per la Città), ci hanno spinto alle considerazioni di cui al file allegato. Con preghiera di diffusione e pubblicazione. Grazie.
F.to IMPRONTE
ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA
IMPRONTE

GIULIANOVA SOSTENIBILE
II PARTE

Abstract
1) OGNI ANNO LUNGO LA COSTA TERAMANA IN MARE 8.000 T. DI OLIO DA CUCINA CON GRAVE PREGIUDIZIO PER LA SALUTE DEL NOSTRO MARE.
2) MEGLIO RACCOGLIERLO IN MODO CORRETTO, TRATTARLO ED AVVIARLO A TRASFORMAZIONI AD ELEVATO VALORE AGGIUNTO.
3) L’IMMOBILISMO DI CIRSU/SOGESA.
4) DALL’ITALIA E DALL’ESTERO ALCUNI ESEMPI DI BUONE PRATICHE DA IMITARE


L’olio da cucina, una volta utilizzato, è fortemente inquinante. Per questo motivo deve essere raccolto e trattato in modo idoneo. Versarlo negli scarichi di cucina o del bagno, come oggi siamo costretti a fare, significa danneggiare le tubature, far funzionare in modo non corretto i depuratori, favorire la diffusione di insetti e scarafaggi, oltre che di cattivi odori.
Il liquido, dopo essersi riversato in mare, crea una patina superficiale che impedisce ai raggi del sole di filtrare, ostacolando così lo sviluppo della flora e della fauna marina.
Inoltre si stima che sia sufficiente un solo litro di olio da cucina esausto per contaminare circa un milione di litri d'acqua, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni.

A Giulianova, per esempio, a causa di un servizio di raccolta rifiuti che non prende nella benché minima considerazione gli oli alimentari esausti delle utenze domestiche, riversiamo in mare ogni anno circa 600.000 chilogrammi di oli vegetali, che equivalgono a 21 autotreni con rimorchio carichi di olio usato.

Se consideriamo tutti i Comuni della provincia di Teramo, i cui scarichi finiscono direttamente o indirettamente a mare, i chili di olio diventano quasi 8.000.000 ed i TIR 270.

Tutto questo si traduce in un danno immediato e tangibile per l’ambiente, per il turismo e per la pesca non solo a Giulianova ma anche in tutta la provincia di Teramo.

Come venire fuori da questa situazione?

E’ necessario che tra i primi punti dell’agenda del nuovo governo regionale sia posta l’attuazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti varato nel dicembre 2007, anche nella parte in cui si prevede l’approvazione di un “Programma Regionale per la Riduzione dei Rifiuti Biodegradabili da collocare in discarica”.

Da quel punto in avanti sarà inoltre indispensabile attivare tutte le possibili sinergie tra i vari livelli istituzionali (provincie, consorzi, ecc.) fino a raggiungere quello più vicino ai Cittadini -il Comune-.

Il ventaglio delle soluzioni operative e dei casi di successo sperimentati qua e là in Italia è così ampio da lasciare margini di manovra pressoché illimitati.

Il “Programma Regionale per la Riduzione dei Rifiuti Biodegradabili” che integrava il vecchio Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti prevedeva la possibilità di organizzare in tutte le aree urbanizzate della Regione il recupero di questo particolare flusso di rifiuto mediante convenzione con ditte autorizzate iscritte al Registro Provinciale. Tuttavia l’atteso protagonismo delle singole amministrazioni comunali è clamorosamente mancato.

Ad esempio, nei Comuni che aderiscono al Cirsu la situazione della raccolta dell’olio da cucina usato proveniente DA UTENZE DOMESTICHE è molto critica: sarebbe proprio il caso che nel “libro dei sogni” presentato venerdì 1 agosto in conferenza stampa dal Presidente del Cirsu unificato, Luciano D’Amico, un capitolo consistente fosse dedicato proprio a questo tema.
Non dimentichiamo, inoltre, che, opportunamente trattato, l’olio da cucina esausto si trasforma da problema in risorsa in quanto può essere utilizzato come materia secondaria nella produzione di nuovi prodotti quali vernici, smalti, saponi, prodotti cosmetici. Infine viene usato sempre più nella produzione del combustibile bio-diesel. Il “nuovo” Cirsu/Sogesa dovrebbe tener conto anche di questo all’interno delle attività del Piano 2008-2012.
Finora, a parte qualche vecchio bidone abbandonato senza molta convinzione qua e là, PER LE UTENZE DOMESTICHE il Consorzio ha fatto poco o nulla (la foto tratta dal sito lettera32.info, scattata nel 2006, si riferisce a Mosciano S.A.).

All’interno della nostra piattaforma programmatica che abbiamo voluto chiamare “GIULIANOVA SOSTENIBILE”, segnaliamo alla sensibilità delle forze che si candideranno alla guida del Comune di Giulianova per i prossimi cinque anni, alcune soluzioni gestionali già sperimentate con successo da altre Amministrazioni.

Nella vicina Ascoli Piceno già dal 2004 è iniziata l’implementazione di stazioni stradali di raccolta degli oli vegetali esausti provenienti da famiglie, denominate “Olivia”.
A Grosseto, invece, l’Amministrazione Comunale ha patrocinato un’azione promossa dall’Associazione Commerciati e da una ditta privata, che coinvolge i principali supermercati del capoluogo maremmano, dove sono stati posizionati dei contenitori appositi in cui conferire l’olio di oliva o di semi utilizzato in cucina.
A Modena, è stata messa a punto una specifica campagna che prevede la consegna gratuita a tutte le famiglie di una tanichetta da 5 litri a tutti coloro che consegnano alle stazioni ecologiche fisse ed itineranti predisposte dal Comune almeno tre litri di olio alimentare già usato. La tanichetta serve ovviamente per i successivi conferimenti nelle stazioni ecologiche attrezzate, tutti seguiti da appositi incentivi alla raccolta.

Per non parlare poi di Graz (Austria) dove l’olio esausto per usi civili viene raccolto, raffinato e tramutato in biodiesel con il quale sono alimentati gli autobus della città. I vantaggi di questa “buona pratica” sono tanti: si risolve il problema dello smaltimento nella rete fognaria; si rispetta l’ambiente in quanto l’olio usato viene riciclato; si ha riguardo anche per la qualità dell’aria in quanto il biodiesel prodotto dall’olio esausto è meno inquinante dei normali combustibili; infine, costa meno rispetto al normale gasolio. Con il biodisel da olio da cucina usato è possibile abbattere le emissioni di idrocarburi del 71%.
Ai cittadini che portano il loro olio in determinati punti di raccolta vengono inoltre offerti biglietti gratuiti per gli autobus, con l’ulteriore vantaggio di limitare il ricorso al mezzo di trasporto privato.

Per quanto riguarda l’Italia, gli oli esausti vengono consegnati al Consorzio Obbligatorio Nazionale Oli e Grassi Vegetali ed Animali Esausti (C.O.N.O.E.).

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