mercoledì 13 agosto 2008

Sport. Angelo Dundee, il trainer più famoso del mondo guantato, di Lino Manocchia








Notiziario NIP News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 158 - Anno XV, 13 Agosto 2008, 09:03:00
Italici nel mondo
Angelo Dundee, il trainer più famoso del mondo guantato
Con Muhammad Alì per 21 anni, ha allenato dozzine di ex grandi campioni, anche italiani: “Happy Birthday Angelo”
13.08.2008 09:08:03
Tampa (Florida) - "Happy Birthday" ad Angelo Dundee che il 30 agosto compie 87 anni. Abbiamo detto Angelo Dundee, ma il suo vero nome è Angelo Mirena, il più grande allenatore di pugili campioni del ring, a partire da Cassius Marcellus Clay, convertitosi in Muhammad Alì. Rivederlo oggi, "pelato" leggermente ingrassato, ma col sorriso sempre pronto sul viso abbronzato dal sole della Florida, al cronista tornano alla mente indimenticabili momenti della storia pugilistica americana nella quale ha trascorso gli anni più belli della gioventù.
Dundee, o meglio Mirena è nato a Filadelfia il 30 agosto del 1921, ma quando Joe, uno dei cinque fratelli, scelse la carriera del pugilato, cercando di nasconderlo ai genitori, Angelo e Filomena Cianelli, oriundi di Roggiano Gravina (Cosenza), assunse il cognome di Dundee, che due pugili ex italiani (Lazzaro) avevano "inventato" qualche anno prima.
Dundee doveva divenire il "trainer" più famoso del mondo guantato, ed ancora oggi vani sono gli sforzi dei moderni allenatori che preparano pugili avviati sul sentiero dell'oblio.
Il primo campione mondiale dei pesi welter, e successivamente dei pesi medi, Carmine Basilio, che coltivava il più grande campo di aglio a Canestota (New York), nel 1955 sconfisse il connazionale Tony De Marco, sotto la guida del coach italiano destinato a divenire un mito.
"Sono cresciuto nella palestra Stillman di New York, quindi con mio fratello Chris (Cristoforo), noto organizzatore, ci trasferimmo a Miami Beach dove divenni capo allenatore del famoso Fifth Street Gym, aperto da Chris. Fu nel 1960 che venni assunto per preparare Muhammad Ali, 'The Greatest' con il quale rimasi all'angolo-per 21 anni sino all'ultimo incontro con Larry Holmes".
Quando si menziona il nome del grande campione dei massimi, Angelo esclama: "Tutti coloro che non stimano Alì dovrebbero farsi esaminare la testa, perché ha fatto miracoli per il pugilato". E' lunga la lista dei pugili di ogni categoria passati sotto lo sguardo paterno dell'italoamericano. Dopo il fenomenale Sugar Ray Leonard, Jimmy Ellis, Willie Pastrano, George Foreman, la Boxing Writer Association of America lo nominò "Manager of the year" dal 1968 al 1979,per poi essere ammesso nella prestigiosa International Hall of Fame nel 1994.
In effetti Dundee era un fratello, un padre con i suoi pugili, ai quali spesso, prestava soldi senza mai riaverli indietro. La maggior parte degli atleti, iniziò a tirar pugni come "talented boys" per divenire campioni sotto la sua guida.
Maestro copiato sovente dai lottatori e i kickboxer, fu un trampolino di lancio del pugilato, "insegnò come far uso della mente, prima ancora di usare i pugni".
L'ottantasettenne "allevatore" di ben 15 campioni del mondo risiede nella ridente zona di Oldsmar (Tampa) con la consorte, suo figlio dottore, la figlia e tre nipotini. "Son venuto qui diverse volte durante gli anni. Mi piace. La zona residenziale dove vivo, è il posto che forse sognavo e dove resterò fino alla fine".
E continui ad allenare pugili?
"Al momento preparo Macho Camacho, che l'altra sera ha vinto a Houston in sei rounds".
Quando chiuderai il libro degli allenamenti?
"Pensionato è una parola sporca. Io mi ritiro quando morirò".
Non è stato molto reclamizzato il fatto che Angelo Mirenda Dundee è stato anche a Hollywood...
"Sono stato insieme ad Alì per il suo documentario sulla vita del campione. Mi chiesero se volevo recitare nel film. Accettai".
E allenasti l'attore Will Smith per la sua parte contro Alì?
"Certo, ed è per questo che l'attore recitò una parte magnifica".
Nel tuo libro uscito da poco e già best seller "My View from the corner" hai definito "noioso" il match di Alì con Joe Frazier a New York. Come mai?
"Eravamo a New York, la Mecca, Alì stava flagellando il filadelfiano che non era capce di reagire, era statico".
Sei andato di recente a Roggiano Gravina. Ti senti italiano?
"Mio padre parlava solo italiano in America. Io parlo italiano forse meglio dell'inglese. L'Italia è la mia patria perché ci sono nati i miei genitori. Ogni volta che torno a Roggiano vivo anni di spensieratezza".
Alì-Liston e il pronostico "azzeccato"
Consentite di riesumare alcuni particolari della vigilia e combattimento a Miami tra Muhammad Alì e Sonny Liston.
Il cronista, allora corrispondente dagli Usa del defunto "Stadio" di Bologna, fu inviato a seguire il combattimento del 25 febbraio 1964. Recatomi nel Gym di Fifth Street di Miami - allora non troppo elegante - incontrai nei pressi del ring un distinto signore col cappello a larghe falde ed un anello "papale". Timidamente chiesi: E' sicuro che Sonny vincerà il match? Il tizio che appellavano col reverente titolo di "Don" mi guardò e, saputo che ero italiano, mi disse: "Paisa', Alì vincerà alla sesta ripresa. Sicuro. Sarà una sorpresa. Vai a scommettere".
Non mi recai al botteghino ma alla telescrivente per trasmettere un pezzo che rimase memorabile. L'indomani lo "Stadio" predisse il K.O. descritto dal cronista che assistette al misero spettacolo di Liston il quale non rispose alla campana del settimo round, accusando uno slogamento di spalla. Il pronostico fu considerato da AP e Ansa, unici nel settore giornalistico.
Un anno dopo Liston incontrò Alì, per la rivincita nel Main, ma finì al tappeto colpito da un "pugno fantasma" molto criticato. Il 5 gennaio 1971 Liston fu trovato morto dalla moglie, nel suo letto.
Recentemente la figlia di Alì (Laila Alì), ottima pilota e pugile di categoria pesi medi donne, si è sposata con l'ex giocatore di footbal Curtis Conway, dei San Francisco 49. La foto scattata durante una delle nostre visite al campo di allenamento di Deer Lake in Pensilvania propone Alì con la piccola Laila, "che amava più del suo titolo".

Lino Manocchia News ITALIA PRESS

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