domenica 10 agosto 2008

Politica. Impronte sulla discarica di Notaresco

ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICAIMPRONTESecondo quanto riferito venerdì 1 agosto a Teramo in conferenza stampa dal nuovo Presidente unico di Cirsu Servizi e Cirsu Patrimonio, Luciano D’Amico, qualsiasi discorso in merito all’eventuale apertura di altri siti “esula dal Piano di Gestione della Società”. Frase sibillina che avrrebbe meritato un immediato e doveroso approfondimento che tuttavia nessuno, neppure i più accaniti detrattori del Cirsu, ha richiesto.La volumetria residua oggi disponibile a Grasciano dovrebbe assicurare un’autonomia per altri 3-4 mesi al massimo e le necessità di conferimento dei Comuni Soci non accennano ad alcuna flessione. Cosa accadrà dopo? Lo stesso interrogativo è stato posto in un dettagliato rapporto redatto dal Comandante del Corpo Forestale dello Stato della Provincia di Pescara, Guido Conti.La risposta è venuta fuori oggi in un comunicato diramato da Lanfranco Venturoni (Teramo Ambiente) che ha rivelato che Cirsu, Team e Poliservice hanno deciso di costruire una loro discarica, senza specificare dove.Per cercare la risposta a questa seconda domanda bisogna andare a rivedere un servizio andato in onda in un’edizione del TGR Abruzzo di inizio settimana e la risposta è Notaresco e la volumetria è da 350.000 metri cubi.Che dire? Difficile ipotizzare un Piano di Gestione 2008-2012 redatto senza questo indispensabile prerequisito ed è ancora più difficile immaginare la realizzazione di un così ampio progetto in assenza di ampie, importanti e trasversali convergenze.Nel nuovo Piano di Gestione 2008-2012 del Cirsu c’è un secondo aspetto che andrebbe meglio chiarito, documenti alla mano, nelle sedi preposte (Consigli Comunali dei Comuni Soci): quello delle cause che hanno prodotto il debito pregresso Cirsu/Sogesa, che i vertici delle società hanno definitivamente determinato in 4,5 milioni di euro.Fino alla conferenza stampa di venerdì scorso eravamo stati indotti a credere da chi il Cirsu lo conosce bene (Gerardini) che quel debito fosse una conseguenza delle “cattive gestioni del passato” e, soprattutto per i più allineati (vedi Ruffini), del sequestro degli impianti disposti nel 2006 dalla Magistratura.Il nuovo Presidente del Cirsu unificato, invece, attribuisce il debito da 4,5 milioni di euro ad “atti di coraggio, come la decisione di cancellare dal bilancio tutti quegli impianti non più tecnologicamente avanzati e anticipare anche possibili future perdite, pur di marcare una linea da cui partire”.Questa a noi pare una vera e propria assoluzione “urbi et orbi” dispensata a tutto il vecchio gruppo dirigente di Cirsu/Sogesa, di cui qualche pezzo è ancora sotto processo e/o indagato dalla Magistratura. Sembra di capire, quindi, che molto difficilmente i nuovi vertici di Cirsu/Sogesa intraprenderanno azioni di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori e chi prima tuonava contro il Cirsu, in questa fase preferisce tacere (per motivi di opportunità politica, si intende).Insomma, tutto sembra filare liscio al grido bipartisan di “Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato”. Chi quasi sicuramente non smetterà di dare è la comunità locale di Notaresco. La terza domanda a cui non siamo in grado di rispondere è: “Irgine o Grasciano?”.

Nessun commento: