venerdì 24 aprile 2009

Il Comune dichiara “agibili” le sedi dell’ente. Rimarranno chiuse per consentire i lavori di adeguamento alla normativa antisismica, così come previst

Il Comune dichiara “agibili” le sedi dell’ente. Rimarranno chiuse per consentire i lavori di adeguamento alla normativa antisismica, così come previsto dalle perizie tecniche

“Prima di tutto la sicurezza” dichiara D’Agostino


Il commissario straordinario del Comune di Teramo, Leopoldo Di Mattia, con una nota trasmessa ieri pomeriggio alla Provincia, sulla base della documentazione trasmesso dai due ispettori della Protezione Civile, ha disposto la revoca dell’inagibilità della sede dell’ente di Via Milli e di quella di Largo San Matteo. L’ordinanza è accompagnata dalla nota del dirigente comunale che prescrive “lavori di protezione della scalinata per danni preesistenti”.

In seguito ad una riunione con Direttore generale e Dirigenti, questa mattina, il presidente D’Agostino, ha deciso di non riaprire le due sedi e di proseguire celermente con i lavori di adeguamento antisismico.

“Senza nulla togliere al lavoro svolto dagli ispettori della Protezione Civile e considerando il fatto ch, tutti, in questo particolare momento, stanno compiendo il proprio dovere in condizioni difficili – spiega il Presidente – non posso non tener conto della circostanza che prima una relazione della Regione Abruzzo, settore della Protezione Civile, e poi una perizia successiva al sisma, rimessa dallo stesso tecnico incaricato un anno fa dalla Regione, certificano dell’edificio di via Milli. I recenti e tragici fatti accaduti in Abruzzo, ci hanno dato conferma, semmai ve ne fosse bisogno, che di fronte alle perizie tecniche, occorre assumere un atteggiamento assolutamente prudenziale. Stiamo parlando di edifici che ospitano decine di persone e che accolgono centinaia di utenti, ogni giorno. Considerando, quindi, che sia in via Milli che negli uffici di largo San Matteo, sono indispensabili lavori di adeguamento antisismico, procederemo speditamente con la messa in sicurezza mantenendo chiuse le due sedi”.

A questo proposito si fa presente che la Banca D’Italia ha messo a disposizione dell’ente, in comodato gratuito, la sede dismessa di via Carducci dove verranno trasferiti gli uffici e i settori prima ospitati in via Milli.

Tutta la documentazione tecnica e le perizie sulle strutture è stata trasmessa questa mattina al direttore nazionale del Dipartimento di Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso e al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Fra le altre cose si fa riferimento proprio alla delibera regionale del 29.10.2008 (n.1009) con la quale si richiama l’immediata “cogenza delle norme tecniche di cui al Decreto Ministeriale 14.01.2008 in riferimento alle verifiche sismiche degli edifici e delle infrastrutture a carattere strategico, nel cui ambito rientrano gli edifici provinciali” e alla quale era allegata la prima perizia che dichiarava “l’elevata vulnerabilità sismica dell’edificio”.

Al Comune di Teramo, ente competente per materia, inoltre, questa mattina, è stato richiesto il “formale rilascio del certificato di agibilità con cui dovrà essere attestata, sulla base dell’ex art. 24 del Decreto Presidenziale 380 del 2001, la sussistenza delle condizioni di sicurezza degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo la normativa vigente”.

Per quanto riguarda gli interventi da compiere sono quelli individuati dalla perizia e sono di tre tipi: rinforzare le murature in pietra; rinforzare i solai e ridurre le aperture sulla scalinata e sulle pareti esterne. Quindi, si procederà con iniezioni di malta; consolidamento delle murature portanti con intonaco armato; ricostruzione di parti in muratura.

“Pur in una situazione molto complessa abbiamo il dovere di mettere al primo posto la sicurezza: nessuno di noi dovrà più rammaricarsi di non avere avuto uno scrupolo in più, per cui mi assumo fino in fondo la responsabilità di questa decisione”.

Rispetto alle polemiche sollevate dal consigliere del PDL, Carlo Taraschi, D’Agostino, chiosa: “Davvero non capisco dove vuole andare a parare, visto che avere le sedi smobilitate non è certo un vantaggio per noi amministratori, impegnati su più fronti rispetto all’emergenza e con una campagna elettorale che incalza: questa circostanza sta arrecando solo danni al nostro lavoro quotidiano”.

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