venerdì 24 aprile 2009

TU CHIAMALE SE VUOI “FATALITA’”

ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA
“IMPRONTE”

TU CHIAMALE SE VUOI “FATALITA’”

Nella nostra amata lingua la parola fatalità ha un significato ben preciso: avvenimento dovuto al caso, sorte avversa.

In qualche commento pubblicato qua e là sulla stampa a proposito della sequenza terremoto-alluvione che ha investito l’Abruzzo abbiamo colto un fatalismo che ci è parso francamente fuori luogo. Così giovedì scorso dalle colonne di pagina 45 di un noto quotidiano: “A questo punto non resta che aspettare la visita del Papa e sperare nella benedizione che darà alla popolazione abruzzese. Dopo il sisma del 6 aprile, l'esondazione del fiume Tordino ieri ha seminato nuovo panico nel teramano, soprattutto lungo la costa, dove la gente ha vissuto e pagato sulla propria pelle in passato il prezzo di diverse alluvioni”.

Parole pesanti che fanno male più del piombo e difficili da mandar giù perché al danno aggiungono ulteriore danno costituto da una rappresentazione delle cause di quei fatti molto lontana dalla realtà.
Fiumi di acqua e fango a Tortoreto nell’ottobre del 2006, con danni ingenti a famiglie ed imprese; rischio alluvione a Pineto già lo scorso novembre a causa dell’ennesima piena del Vomano; mercoledì mattina l’esondazione del fiume Tordino con cedimento di un tratto della nuovissima Teramo-Mare (fatto su cui la Procura della Repubblica di Teramo ha aperto un’inchiesta); infine, il capitolo più sanguinoso, quello del terremoto a L’Aquila dove la Procura della Repubblica ha posto sotto sequestro 100 edifici che sono crollati causando vittime innocenti, in Via XX Settembre, alla Casa dello Studente e nello stabile al civico 79.

Cosa c’entra la fatalità con l’ostinazione con cui si continua a costruire e a scavare a margine dei fiumi ed in aree a rischio idrogeologico? Cosa c’entra la fatalità con le continue deroghe e modifiche al PAI che hanno consentito, ad esempio, a Giulianova di edificare ai piedi della collina e a Notaresco di spianare la strada all’ampliamento della discarica? Cosa c’entra la fatalità con tutto quello che di drammatico è accaduto due anni fa a Tortoreto? Cosa c’entra la fatalità con i possibili effetti della scelta di consentire le perforazioni petrolifere in una regione come l’Abruzzo dimostratasi ad elevata sismicità?
Cosa c’entrano con la sorte avversa i crolli ed i morti di Via XX Settembre, della Casa dello Studente e dello stabile al civico 79 a L’Aquila?

Niente. Non c’entrano assolutamente niente.

C’entra invece e molto la mano devastatrice dell’Uomo che ha partita vinta grazie ad amministrazioni pubbliche poco attente (non tutte) e spesso poco attrezzate, ad un certo ambientalismo di maniera tipico di gran parte dei partiti politici, e, soprattutto, all’indifferenza di chi crede, nonostante tutto, che il rispetto delle regole e della legalità sia cosa che interessi poco la nostra dimensione materiale.

Le vicende degli ultimi giorni provano, purtroppo, l’esatto contrario.

F.to Per IMPRONTE – Enrico Gagliano

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