ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA
“IMPRONTE”
TU CHIAMALE SE VUOI “FATALITA’”
Nella nostra amata lingua la parola fatalità ha un significato ben preciso: avvenimento dovuto al caso, sorte avversa.
In qualche commento pubblicato qua e là sulla stampa a proposito della sequenza terremoto-alluvione che ha investito l’Abruzzo abbiamo colto un fatalismo che ci è parso francamente fuori luogo. Così giovedì scorso dalle colonne di pagina 45 di un noto quotidiano: “A questo punto non resta che aspettare la visita del Papa e sperare nella benedizione che darà alla popolazione abruzzese. Dopo il sisma del 6 aprile, l'esondazione del fiume Tordino ieri ha seminato nuovo panico nel teramano, soprattutto lungo la costa, dove la gente ha vissuto e pagato sulla propria pelle in passato il prezzo di diverse alluvioni”.
Parole pesanti che fanno male più del piombo e difficili da mandar giù perché al danno aggiungono ulteriore danno costituto da una rappresentazione delle cause di quei fatti molto lontana dalla realtà.
Fiumi di acqua e fango a Tortoreto nell’ottobre del 2006, con danni ingenti a famiglie ed imprese; rischio alluvione a Pineto già lo scorso novembre a causa dell’ennesima piena del Vomano; mercoledì mattina l’esondazione del fiume Tordino con cedimento di un tratto della nuovissima Teramo-Mare (fatto su cui la Procura della Repubblica di Teramo ha aperto un’inchiesta); infine, il capitolo più sanguinoso, quello del terremoto a L’Aquila dove la Procura della Repubblica ha posto sotto sequestro 100 edifici che sono crollati causando vittime innocenti, in Via XX Settembre, alla Casa dello Studente e nello stabile al civico 79.
Cosa c’entra la fatalità con l’ostinazione con cui si continua a costruire e a scavare a margine dei fiumi ed in aree a rischio idrogeologico? Cosa c’entra la fatalità con le continue deroghe e modifiche al PAI che hanno consentito, ad esempio, a Giulianova di edificare ai piedi della collina e a Notaresco di spianare la strada all’ampliamento della discarica? Cosa c’entra la fatalità con tutto quello che di drammatico è accaduto due anni fa a Tortoreto? Cosa c’entra la fatalità con i possibili effetti della scelta di consentire le perforazioni petrolifere in una regione come l’Abruzzo dimostratasi ad elevata sismicità?
Cosa c’entrano con la sorte avversa i crolli ed i morti di Via XX Settembre, della Casa dello Studente e dello stabile al civico 79 a L’Aquila?
Niente. Non c’entrano assolutamente niente.
C’entra invece e molto la mano devastatrice dell’Uomo che ha partita vinta grazie ad amministrazioni pubbliche poco attente (non tutte) e spesso poco attrezzate, ad un certo ambientalismo di maniera tipico di gran parte dei partiti politici, e, soprattutto, all’indifferenza di chi crede, nonostante tutto, che il rispetto delle regole e della legalità sia cosa che interessi poco la nostra dimensione materiale.
Le vicende degli ultimi giorni provano, purtroppo, l’esatto contrario.
F.to Per IMPRONTE – Enrico Gagliano
venerdì 24 aprile 2009
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