martedì 21 aprile 2009

Terremoto. Riceviamo da Abruzzocultura

Gentilissimi,
mi permetto di disturbarvi di nuovo (ma prometto che non diverrò un vizio) con alcune idee che desidero sottoporre alla vostra attenzione. Vi fornisco il link per leggere l'articolo in originale su AbruzzoCultura e vi allego comunque il testo a seguire.
http://www.abruzzocultura.it/abruzzo/terremoto-idee-in-liberta-per-il-futuro-del-patrimonio-artistico-aquilano
Sono idee in libertà ma avrei piacere di conoscere il vostro parere, magari anche attraverso dei commenti inseriti a più d'articolo su AbruzzoCultura, in maniera che tutti i lettori possano partecipare allo scambio di opinioni.
Grazie in anticipo per la vostra gentile cortesia.
Giovanni Lattanzi
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - testo dell'articolo
Sono un giornalista e come tale godo di alcuni privilegi, uno dei quali è la possibilità, come sto per fare in queste righe, di lanciare delle idee in libertà. Sono quelle proposte, magari un po balzane, che nessuno di quelli che ambiscono sempre ad apparire come seri professionisti avrebbe mai il coraggio di fare, e forse neppure di pensare. Io sono fuori dal coro, non ambisco ad apparire serio ma al limite provo ad esserlo, per cui mi posso concedere queste libertà di pensiero. Sono quelle idee strane che al primo colpo vengono bollate come scemenze infantili, ma che vagliate dagli addetti ai lavori, raffinate dai tecnici, purificate dagli operativi, a volte divengono delle buone carrareccie, non ambisco divengano addirittura strade asfaltate, per condurre il nostro patrimonio artistico fuori dal disastro in cui il terremoto (e non solo quello) l'hanno precipitato. Oppure leggete queste righe a venire come una semplice provocazione!
1) Capolavori in adozione
La Soprintendenza censisce i beni mobili (dipinti, oggetti, statue) e gli elementi decorativi degli edifici che necessitano di restauro, stima un costo per l'intervento di recupero e pubblica tutte le schede su un apposito sito internet, in italiano e in inglese. Adotta la memoria d'Abruzzo...o un nome simile. Chi vuole donare una somma per il recupero del nostro patrimonio artistico non deve fare altro che sfogliare online il catalogo, selezionare la fascia di importo finanziario che si sente di affrontare, scegliere l'opera che preferisce e contattare l'apposito ufficio per adottare ufficialmente il tesoro di cui vuole prendersi cura. Durante il restauro verrà informato dei vari passi fatti e alla fine riceverà una cartella che documenta tutto il lavoro, un'attestato per il suo contributo, potrà dedurre interamente dalle tasse l'importo versato, una grande foto da incorniciare dell'opera tornata al suo aspetto originario e accanto all'originale verrà posta una targhetta che eterna il suo nome quale benefattore. Invece di buttare a casaccio soldi in un grande calderone anonimo, dove nessun dei donatori sa che fine facciano, è meglio permettere a ciascuno di creare un ponte ideale con l'opera che decide di adottare, sentendosi più partecipe e direttamente coinvolto.
2) Mostre dei capolavori salvati
La grande quantità di opere recuperate dalle chiese lesionate e dai musei come quello Nazionale del Castello dell'Aquila verrà stivata in depositi dove sarà costretta a restare per anni. Perchè non renderla visibile in mostre ed esposizioni sia in Abruzzo che in Italia? Nella nostra regione penso a musei come l'ex Aurum di Pescara o il MAS di Giulianova, ma anche la Pinacoteca di Teramo e quella di Avezzano, solo per fare degli esempi. Ma portare questi capolavori in giro per l'Italia potrebbe essere un modo per farli conoscere e raccogliere fondi per il restauro di quelli meno fortunati. Sicuramente i grandi musei italiani e mondiali sarebbero ben lieti di ospitarli, dando il loro contributo a una raccolta di fondi per il recupero. Far diventare le opere salvate ambasciatrici della cultura abruzzese.
3) Turismo del restauro
I grandi monumenti richiederanno lunghi restauri. Una volta che essi saranno stati messi in sicurezza e come tali agibili, si potrebbero organizzare delle visite guidate o addirittura e dei veri e propri tour, a livello nazionale e anche estero, per la conoscenza del patrimonio ferito, in maniera da consentire ai turisti colti di venire in Abruzzo a toccare con mano il danno sofferto dai monumenti e verificare di persona il lavoro di recupero svolto. I grandi tour operator potrebbero senza dubbio partecipare al progetto e questo flusso di turismo, gestito in maniera dignitosa e rispettosa delle popolazioni locali e del loro dramma, porterebbe benefici al territorio in tempi rapidissimi, soprattutto in termini economici. Questo creerebbe inoltre la curiosità e l'attesa di poter rivedere questi luoghi una volta terminati i restauri.
Ordunque: idee in libertà, scemenze infantili o...ci si potrebbe lavorare sopra?

Nessun commento: