giovedì 15 maggio 2008

Commercio. RAPPORTO VI^ Giornata dell’Economia LE PRINCIPALI EVIDENZE




RAPPORTO VI^ Giornata dell’Economia
LE PRINCIPALI EVIDENZE

Nonostante le molte difficoltà, Teramo è una provincia con una economia dai buoni “fondamentali” e si conferma “pro-ciclica” rispetto all’andamento dell’economia nazionale
La struttura imprenditoriale : Il tasso di crescita imprenditoriale (variazione % delle imprese rispetto all’anno precedente) è risultato pari al 2% (Italia 0,75%) che colloca la Provincia di Teramo al 5° posto in Italia.Le imprese registrate sono pari a 35.869. Nel corso del 2007 le iscrizioni sono cresciute del 3,5% e le cessazioni del 1,5%.A livello settoriale crescono i settori dell’edilizia (+ 117 imprese), delle attività immobiliari (+ 39) e dell’intermediazione creditizia (+ 27). In diminuzione nel settore industria il confezionamento di vestiario (-38), l’alimentare (-22) ed il cuoio pelli (-21); prosegue la diminuzione in agricoltura (-119). In diminuzione anche il commercio al dettaglio (-92), all’ingrosso (-25) e i pubblici esercizi (-45).Tra le forme giuridiche cresce la natalità per le imprese individuali, rispetto al 2006; il leggera flessione la natalità delle società di capitali e quelle di persone. Il tasso di sviluppo (natalità-mortalità) risulta positivo per le società di capitali (+ 6%) e per le imprese individuali (+1,1%), mentre risulta fortemente negativo per le società di persone (-7,7%).
L’artigianato: La crescita imprenditoriale in provincia di Teramo è stata superiore al dato regionale e italiano: +2,1% (con 9.894 imprese registrate e 9.851 attive). Il «passo» degli artigiani allunga dunque ulteriormente, a livello provinciale, rispetto all’andamento nazionale: nel 2006 era stato circa il doppio di quello italiano, mentre nel 2007 si è avvicinato quasi al triplo. A crescere di più, in termini percentuali, sono le società di capitali (s.r.l.), aumentate del 14,8%, seguite dalle imprese individuali (+2%); quasi nulla è invece la crescita delle società personali (+0,3%), mentre le altre forme hanno accusato una flessione del 10,7%. In termini assoluti, le imprese individuali rappresentano il 78,7% del totale delle artigiane, le società di persone il 17,6% e le società di capitali il 3,4% (0,3% le altre forme). Tra i settori numericamente più rilevanti, l’edilizia (+4,4%) ha mostrato la crescita maggiore, mentre più blanda è stata la crescita del comparto manifatturiero (+1,2%). In particolare, aumentano di un sorprendente +9,1% le imprese registrate nel comparto tessile, seguite dal +3,8% per la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, del +1,8% per il confezionamento di vestiario, +1,1% il cuoio-pelli, +1% l’alimentare, +0,5% la fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo. Meno dinamiche le imprese dell’artigianato del legno (-0,9%).
Le imprese femminili: Teramo si colloca al 23° posto in Italia, per tasso di crescita delle imprese femminili (+1,4%), a pari merito con Taranto, Pescara e Sassari. La collocazione nei primi posti anche di Forlì-Cesena, Pesaro, Ancona, Macerata e Ascoli Piceno, consente di configurare una fascia geografica adriatica dallo spiccato dinamismo imprenditoriale femminile, non legato evidentemente ad una mera esigenza auto-occupazionale, ma all'espressione di una buona propensione all'autoimprenditorialità.
Le imprese extracomunitarie: Nel 2007 il numero di imprenditori extracomunitari è pari a 3.808 (+ 1,6% rispetto al 2006). Con 22.200 imprese individuali con titolare extracomunitario, Teramo è la decima provincia italiana per percentuale più elevata di imprese extracomuntarie sul totale delle ditte individuali (9,8%, si veda la Tab. 4). I settori a maggiore tasso di attività imprenditoriale extracomunitaria sono il commercio al dettaglio (717), l’edilizia (695), il confezionamento di abbigliamento (297), i pubblici esercizi (234), seguiti dal cuoio-pelli (175), il commercio all’ingrosso (174) e le altre attività di servizi.
L’occupazione : In provincia di Teramo gli occupati hanno fatto registrare una crescita di circa 2 mila unità, passando da 118 a 120 mila, con un incremento dell’1,7% in ragione d’anno, rispetto al 2,6% del 2006, ma comunque superiore alla crescita nazionale. La crescita degli occupati è dovuta esclusivamente ad un incremento della componente maschile, aumentata di 2 mila unità (da 73 a 75 mila, mentre rimane a quota 45 mila unità il numero di donne occupate). I disoccupati risultano pari a 7 mila unità, 3 mila maschi e 4 mila femmine, per un tasso di disoccupazione complessivo pari al 5,7% (3,5% maschile e 8,9% femminile), in diminuzione rispetto al 6,5% del 2006.
L’interscambio con l’estero : Dopo il preoccupante segno meno del 2006 (-2,6%), anche la provincia di Teramo ha evidenziato nel 2007 un ritorno alla crescita del valore esportato pari all’8,5% (per un totale di 1.136 milioni di euro) e una diminuzione delle importazioni dello 0,3% (675,5 milioni di euro). La prima merceologia esportata per valore complessivo restano i mobili (118,3 milioni di euro), seguita da parti e accessori per autoveicoli e motori (110,8 milioni di euro) e articoli di abbigliamento (circa 75 milioni di euro). Le merceologie di una certa importanza che hanno evidenziato la crescita più sostenuta sono proprio le parti e accessori di autoveicoli, (+ 39%), gli articoli di carta e cartone (+25,8%), gli articoli da viaggio e le borse (+22,2%) e gli altri articoli in metallo (+21,6%). Forte balzo in avanti anche per l’export di carni (22,7 milioni di euro, +38,5%), delle altre macchine per impieghi speciali (32,4 milioni di euro, +33,1%) e degli articoli in materie plastiche (24,8 milioni di euro, +22,2%). Tra le principali categorie che hanno fatto registrare le maggiori flessioni spiccano gli articoli di abbigliamento e accessori (-16,1%), gli altri prodotti tessili (-31,3%) e l’alimentare (22,9 milioni di euro, -19,1%), mentre prosegue la contrazione per l'export di cisterne e serbatoi in metallo (21,8 milioni di euro, -42,2%). La parte più consistente dell’export teramano, il 54,9% (rispetto al 51,2% italiano), continua ad essere diretta verso i quindici Paesi dell’Unione Europea e, in particolare, verso i partner commerciali più consolidati come la Germania. E’ buona anche l’apertura nei confronti dei dieci Paesi del «primo allargamento» (quelli entrati nell’UE dal maggio 2004, tra cui Polonia, Repubblica Ceka e Slovacchia): vi è diretto il 9% delle esportazioni (rispetto al 6,8% nazionale). Si conferma l’incremento dell’incidenza, sull’export complessivo, dei prodotti ad elevato contenuto di specializzazione e/o hig-tech, (dal 23,4% al 24,3%), mentre diminuisce ulteriormente il peso dei prodotti tradizionali e standard (dal 75,5% al 74,3; era il 79,8% nel 2005).
Il valore aggiunto e la ricchezza: Il valore aggiunto a prezzi correnti per il totale dell’economia della provincia è cresciuto del 4,6% nel 2006, attestandosi a 5.478 milioni di euro nel 2006. La crescita del valore aggiunto teramano è trainata dall’edilizia (+11,9%, una crescita stabilmente superiore al dato nazionale e seconda in regione solo a quella della provincia dell’Aquila), dal manifatturiero (+7%) ed i servizi (+2,9%). E’ in controtendenza, rispetto alla costante discesa nazionale e regionale, l'incremento (+1,4%) fatto registrare dal valore aggiunto agricolo.
Le stime sul Pil pro capite nelle province italiane (a valori correnti) presentano per Teramo una crescita del 9,1% dal 2004 al 2007 (una crescita superiore all’8,2% della media italiana e superiore a quella di Pescara, anche se lievemente inferiore a quella di L’Aquila e Chieti), che consente alla provincia di risalire dal 72° posto del 2005 al 69° del 2007. Con 21.075 euro, il Pil pro capite della provincia di Teramo, pur attestandosi al di sopra di quello medio del Mezzogiorno (17.457 euro), è però ancora molto distante da quello del Centro Italia (28.938 euro).
Teramo arretra di due posizioni, collocandosi all’83° posto, nella graduatoria delle province stilata da Unioncamere e Istituto «G.Tagliacarne» per valore del patrimonio medio per famiglia, con un ammontare stimato di 262.349 euro, rispetto ad una media italiana di 362.460 euro, collocandosi in coda tra le province abruzzesi (L’Aquila si posiziona al 64° posto, Pescara al 77° e Chieti al 79°). Si confermano piuttosto stabili, rispetto al 2005, le percentuali di ripartizione del patrimonio familiare tra i diversi tipi di attività, reale e finanziaria, con una stazionarietà del peso dell’investimento immobiliare (63%, più elevato del dato nazionale) e una sostanziale tenuta dell'incidenza delle attività finanziarie (26%, stabilmente più basso del 31% nazionale), che in provincia di Teramo sono più presenti – con una tendenza che assimila maggiormente la provincia teramana a quelle del Centro Italia – tra gli asset della ricchezza familiare, rispetto alle altre province abruzzesi, che mostrano la prevalenza del più tradizionale investimento nel mattone.
Consumi delle famiglie : Tra il 2004 e il 2005 il rallentamento dei consumi finali delle famiglie è stato più marcato in provincia di Teramo rispetto alla media nazionale, in particolare per i consumi non alimentari. Il tasso di crescita di questi ultimi è passato dal 3,8% del 2004 al 2,1% del 2005 (i corrispondenti tassi nazionali erano 3,3% e 2,4%), mentre meno intensa, ma comunque più marcata rispetto al dato italiano, è stata la contrazione dei consumi alimentari – che mostrano un peso sul totale dei consumi più elevato della media nazionale, il 18,7%, rispetto al 17,5% -, la cui crescita ha frenato del 2,3% al 2% (-0,3%, rispetto al -0,1% dell’Italia).
La competitività: La redditività delle medie imprese teramane (campione Mediobanca) ha subito nel corso del 2005 una sostanziale contrazione (- 47,8%) rispetto al 2004. Inoltre Teramo è tra le ultime province italiane nel valore della produttività industriale per addetto (33.920 euro) presentando un sensibile gap con la media italiana.
Allo stesso tempo la provincia di Teramo conferma il primato in Italia nell’incidenza del valore aggiunto delle medie imprese industriali sul totale dell’intero settore manifatturiero.
Secondo i dati dell’Osservatorio sui bilanci delle società di capitale, la redditività del capitale di proprietà delle società di capitale teramane (risultato d’esercizio/patrimonio netto) ha subito nel corso del 2005 una sostanziale riduzione passando da 2,8% a 0,26%.

Teramo, 15 maggio 2008


IL PRESIDENTE
(Dott. Giustino Di Carlantonio)

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