venerdì 16 maggio 2008

Giornalismo. Newsletter www.gabrielemastellarini.com del 16/5/08

Newsletter www.gabrielemastellarini.com del 16/5/08
Segnalo su L'espresso di oggi due miei pezzetti alle pag. 15 "Fiscal Draghi" (titolo eccezionale dei "grandi capi") sui magri redditi di Mario Draghi e, p. 20, "Nullatenenti eccellenti" sui cospicui incassi 2005 di Acampora, Previti e Metta, poi soprendentemente divenuti "nullatenenti" per le parti civili dei processi Imi/Sir e Lodo Mondadori. Ieri sera ad "Anno Zero", bella disputa tra Travaglio e il sindaco leghista di Verona, Tosi che ha ricordato al giornalista quanto scrissi un mesetto fa sempre sull'espresso, ovvero la vittoria in Cassazione del sindaco precedentemente condannato per istigazione al razzismo, come riferito da Travaglio. Tosi comunque (e qui Travaglio aveva ragione) dovrà tornare in Corte d'Appello e potrebbe essere ri-condannato. Santoro e Travaglio hanno dimenticato la recente condanna a risarcire Confalonieri, spiegando che il bravo giornalista è "soccombente" (parole loro) solo nei confronti dell'avv. Previti. Meglio una bugia o una mezza verità?
Sempre su "L'espresso", interessante a p. 155 il boxino "Quanto guadagnano i Garanti", tema del quale mi sono occupato di recente in un'inchiesta apparsa sul "Mondo" del 2 maggio (consultabile sulla rassegna stampa di www.interno.it), nella quale trascuravo il Garante privacy, presieduto dal prof. Pizzetti. Intervistato dall'Espresso, lo staff di Pizzetti ha dichiarato che non metterà i compensi sul proprio sito web, perché sono "più bassi del tetto previsto dalla Finanziaria". Clamorosa bugia! In realtà la Finanziaria prevede la pubblicazione di tutti i vari emolumenti e incarichi corrisposti, anche al di sotto di tale limite. L'Autorità Lavori Pubblici (che guadagna meno di 234 mila euro) ha reso tutto trasparente, lo stesso ha fatto l'Antitrust, mentre il prode Pizzetti (ma lo stesso discorso vale per Rai, Coni, etc) fa finta di nulla e rischia una denuncia. Per lui i dati sul web sono proprio un incubo.
In Italia, si sa, tutto va a rilento e può capitare che per mettere una firma si impieghi più di una settimana. Mi riferisco al verdetto della Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi di Palazzo Chigi che venerdì scorso ha esaminato il mio ricorso per la consultazione delle carte di Moro sulle quali è caduto il segreto di Stato. Dopo innumerevoli telefonate, ieri hanno rinviato per l'ennesima volta il deposito della decisione a lunedì. "Il parere è alla firma dall'Avvocato dello Stato Ignazio Caramazza (vice Avvocato Generale) che dopo le dimissioni di Enrico Letta ha assunto il ruolo di presidente pro tempore della Commissione", hanno detto. Per la cronaca, l'Avv. Caramazza ha rappresentato lo Stato italiano nel processo Pollari-Abu Omar, battendosi strenuamente per la secretazione degli atti. Ho il "legittimo sospetto" che mi freghino. Spero, comunque, di poter conoscere le decisioni entro lunedì e poi vedremo il da farsi (è sempre pendente il ricorso al Tar Lazio che si discuterà il 18/6).
E per chi volesse approfondire il ruolo dell'Avvocatura dello Stato rinvio alla splendida inchiesta di Primo Di Nicola e Gennaro Sangiuliano, apparsa su "L'espresso" di qualche numero fa e disponibile su http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Avvocati-di-stato-e-di-portafoglio/2009331
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