martedì 13 maggio 2008

USA. Riceviamo dal giornalista giuliese, Lino Manocchia, l'articolo su Simona Di Silvestro





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Simona Di Silvestro
vince a Long Beach

riceviamo da Lino Manocchia

INDIANAPOLIS, 13 Maggio ’08 - Il primo di settembre compie 20 anni. Graziosa, gentile, premurosa, Simona De Silvestro (foto), nata a Thun (Svizzera) da genitori emigrati da Brescia; ha scritto nel suo brillante, giovane palmares di pilota, la vittoria del Gran Premio di Long Beach (la Montecarlo del West). Scattata dalla prima fila a fianco del veterano Jonathan Bomarito, Simona reggeva agli attacchi di 23 quotati avversari come Alan Sciuto, Andrea Wirth, Greg Mansel (figlio dell’ex campione del mondo di F.1 Nigel) ed al termine della combattuta gara, l’alloro cingeva la sua fronte giovanile.
Era la seconda volta nella storia americana che una donna vinceva un simile evento (prima fu l’inglese Katherine Legge), cui seguì, qualche giorno dopo, Danica Patrick della serie Indycar. Era la terza volta, dal 2005 che Simona vinceva, confermando le sue eccellenti doti di driver quando chiuse la scorsa stagione al settimo posto in classifica generale.
«Era difficile acciuffare quel volpone di Bomarito (quattro volte campione della categoria) poiché non commetteva nessun errore e grazie alla sua esperienza ha potuto farmi sudare. Certo che al via sono apparsa un po’ nervosa. Non son mai partita con un plotone così compatto alle mie spalle. E poi quelle due luci gialle e il “restart” non erano proprio graziose.»

Simona sin da fanciulla apparve attiva, nel golf, sci, snowbording, sino a quando scoprì che il suo sangue “bolliva” per l’automobilismo che abbracciò con l’apporto di papà Luigi e la trepidante mamma. Ma Simona non era soltanto un’appassionata della speed al volante, intelligente-mente tastò la meccanica delle auto, studiò la tecnica delle corse e alla fine del 2002 concludeva tra i primi dieci nella Swiss Championship race, dopo aver concluso 13ª al Kart cup di Monaco e seconda al Bridgestone Cup della Svizzera.
Nel 2008 entrò nella formula BMW Usa, vincendo a Lime Rock ed altri sei podium tra i primi dieci. Partecipò

anche alla Formula Renault in Italia, ottenendo un secondo posto nel Trofeo Industria Parma, quinta nel “Wintercup di Lonato” e terza nel “Primavera Lonato”.
«Qual è il mio grande sogno?,» Simona si chiede, «poter arrivare alla Formula Uno dopo una degna carriera.» Quest’ultimo traguardo vive nella mente di migliaia di giovani piloti. E dall’America, l’unica strada che conduce all’Iride è la serie Atlantic, dove gareggiò. «Parliamoci chiaro. Il sogno esiste, la decisione ancora di più, ma per dire “Hallo” alla formula madre dei grandi campioni occorre avere la dea bendata al tuo fianco.»
Simona, lei vive ad Indianapolis, sede del team. Come vive?
«Indianapolis è una città non certo grande come Roma, New York o Milano, ma essendo il “granaio
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ABRUZZOpress – N. 19 del 13 Maggio ’08 Pag 2

degli Usa” raccoglie il meglio del Mid West. Si trascorre la giornata leggendo, visitando qualche negozio, e con gli ”amici di avventura corsaiola” si comfabula, si studia il modo migliore per vincere. Nostalgia? Certo ogni tanto mi pungola, ma mi consola il fatto che in sei ore mi ritrovo in Patria, un tempo molto inferiore a quello necessario ad una 24 ore di endurance. E poi i miei genitori ogni tanto vengono a trovarmi e mi seguono nelle gare più difficili. Non dovrei lamentarmi.»
Simona De Silvestro è una ragazza di buon senso. Non trascende facilmente. Sia pure con un curriculum non eccessivamente lungo (a vent’anni è abbastanza sostanzioso), guarda al domani con interesse e decisione. Pur avendo ricevuto proposte di correre nella serie Indycar e quindi nella mitica 500 miglia di Indianapolis, la italo-svizzera non si fa illusioni. Sa che per visitare la F.1 non si può gareggiare negli ovali soltanto – dove si gira sempre e soltanto a sinistra – e che l’Atlantic, dopo l’Unione delle due massime serie Champ car-Irl, le chanches si sono striminzite. E’ pur vero che l’America offre una varia quantità di categorie, ma quella benedetta F.1 non accetta sostituzioni. E Simona prosegue, con decisione, carattere tipicamente italiano, a lottare e vincere.
Unica soluzione per raggiungere l’Iiride. Ovviamente anche con l’aiuto di quella strana Signora Bendata.
Auguri Simona.
LINO MANOCCHIA NewsItaliaPress
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