martedì 13 maggio 2008

Provincia. Infrastrutture, mobilità, sviluppo: un unico progetto per la Val Tordino



Infrastrutture, mobilità, sviluppo: un unico progetto per la Val Tordino
Oggi il primo forum di presentazione del Piano d’area con amministratori e tecnici. Il presidente D’Agostino: “Abbandoniamo la logica della programmazione frammentata”

Completare la dotazione infrastrutturale sfruttando la centralità della vallata rispetto ai grandi assi di comunicazione; realizzare una mobilità sostenibile, puntando sulla metropolitana di superficie e sulla valorizzazione in chiave ciclo-pedonale dell’asta del fiume Tordino; pensare a una pianificazione integrata delle aree produttive e della logistica, tenendo conto della necessità di potenziare e mettere in sinergia le reti tecnologiche e i sistemi formativo e universitario.

Questi i temi e gli obiettivi che il presidente della Provincia, Ernino D’Agostino, ha indicato come prioritari nel corso del primo forum di presentazione del Piano d’area della media e bassa Val Tordino – che si è svolto questa mattina nell’auditorium dell’ITI alla presenza di amministratori e tecnici - un “mezzo innovativo di pianificazione territoriale e di promozione dello sviluppo locale” che attualmente è nella fase preliminare.
“Non si può pensare – ha sottolineato D’Agostino – che la media e bassa Val Tordino possa continuare ad avere una programmazione frammentata e un deficit di integrazione. Dobbiamo avviare un processo di concertazione molto ampio, che coinvolgerà tutti gli attori istituzionali e sociali presenti sul territorio. Il Piano d’area dovrà rappresentare la cornice essenziale entro la quale valorizzare le vocazioni locali in una logica sistemica e di forte integrazione”. A tale scopo è stata istituita una cabina di regia, con la partecipazione dei Sindaci dei Comuni coinvolti, che avrà il compito di coordinare le varie fasi di elaborazione del Piano fino alla sua stesura definitiva prevista entro la fine dell’anno.

Lo studio presentato questa mattina e redatto da un team di progettisti dell’Università D’Annunzio di Pescara (Piergiorgio Landini, ordinario di Geografia economica; Roberto Mascarucci, ordinario di Urbanistica; Lorenzo Pignatti, ordinario di Progettazione) contiene una preliminare visione “strategica” dello sviluppo urbanistico e socio-economico dell’asse che, partendo dal capoluogo, si sviluppa fino alla costa (Giulianova e Roseto). Ad introdurre le relazioni dei tecnici, intervenuti al Forum, è stato il dirigente del settore urbanistica dell’ente, l’architetto Francesco Antonelli.

Secondo le indicazioni contenute nello studio, il sistema della Val Tordino “deve essere riprogettato come articolazione complessa di centralità urbane e nodi polifunzionali”. Per raggiungere tale scopo, si punta sul ruolo fondamentale di un sistema innovativo di trasporto pubblico su ferro (la metropolitana leggera di superficie) che “deve essere prolungato ad ovest fino a Scapriano e meglio raccordato con la linea adriatica (in direzione Pescara) mediante la realizzazione di una nuova bretella tra le stazioni di Colleranesco e Cologna Spiaggia”.

Sulle necessità e sulla volontà di concertare ampiamente il Piano d’Area ha insistito l’assessore all’Urbanistica Nicola Di Marco, sottolineando che “con questi presupposti avremo uno strumento di pianificazione in grado di ripensare lo sviluppo socio-economico della vallata del Tordino nell’ottica di una sostenibilità ambientale che garantisca una migliore qualità della vita per i suoi abitanti”.

Una sezione dedicata al Piano d’Area della Val Tordino, con documentazione e forum di discussione, è visitabile sul sito della Provincia al seguente indirizzo: www.provincia.teramo.it/pianoarea-valtordino.

Teramo, 13 maggio 2008
Sintesi dello studio preliminare sul
Piano d’Area della media e bassa Val Tordino


Lo studio preliminare sul Piano d’Area della media e bassa Val Tordino costituisce la prima fase di un più generale percorso di progettazione dello specifico ambito locale in attuazione delle previsioni del Piano Territoriale Provinciale. Gli elaborati che lo compongono sono costituiti da una parte conoscitiva ed una propositiva, necessariamente, soprattutto per quanto riguarda quest’ultima, aperta a successivi approfondimenti in quanto il Piano d’Area vero e proprio non potrà che essere costituito dall’insieme delle esperienze e delle esigenze sia dei Comuni e degli Enti facenti parti la cabina di regia sia di tutti gli altri portatori di interesse.
La elaborazione di un quadro cognitivo e progettuale più vicino ai territori e alle relative esigenze specifiche, rappresenta un’occasione importante di aggiornamento, revisione e specificazione di alcuni dei principali contenuti del PTP, nonché un momento di sperimentazione del metodo partecipativo fondato sulla co-pianificazione.

La redazione del Piano d’Area della Val Tordino si caratterizza per essere il primo esperimento di attuazione di quanto previsto nel PTP, in ordine all’opportuno salto di scala per l’approfondimento dei contenuti della pianificazione provinciale nei sub-ambiti locali.
In tal senso, l’occasione si carica di una particolare valenza sperimentale, riguardo soprattutto all’approccio metodologico prescelto e, quindi, alle connesse questioni di contenuto.

Nell’ambito del processo di formazione del Piano d’Area, l’attività di studio e progettazione di cui al presente lavoro intende collocarsi, dunque, nel filone innovativo della pianificazione strategica (riferita ad ambiti extraurbani e sovra-comunali), applicandosi alla costruzione di una preliminare “visione” strategica del sistema insediativo che si sviluppa da Teramo alla costa, visione che, si ripete, andrà condivisa ed integrata con le specifiche esigenze dei soggetti coinvolti, siano essi istituzionali che appartenenti al più vasto ambito dei portatori di interessi diffusi.
Il lavoro fin qui svolto, sulla base di analisi territoriali - economiche - sociali, ecc., punta ad individuare le possibili chiavi di lettura delle dinamiche in atto attraverso un’interpretazione originale del sistema territoriale (reti infrastrutturali, insediamenti urbani e luoghi della produzione), nell’ambito della struttura morfologico-ambientale di base.

Il Piano d’Area della Val Tordino si candida, quindi, ad operare uno sforzo concreto di innovazione introducendo elementi di novità nella progettazione del territorio provinciale, essenzialmente rispetto ai seguenti aspetti:
· elaborazione di un metodo operativo fondato, sin dalla fase iniziale, sull’attivazione del confronto, sulla partecipazione, sulla ricerca del massimo livello possibile di condivisione delle scelte di sviluppo del territorio;
· elaborazione di una proposta progettuale di valenza “strategica”, come di seguito verrà dettagliatamente esplicitato.
La visione strategica è costruita, comunque, sui seguenti concetti di base:
- valorizzazione polifunzionale dei sistemi urbani di testata (Teramo e Roseto-Giulianova);
- riprogettazione in chiave ibrida del nodo intermodale di Mosciano S.Angelo;
- creazione di nuove centralità urbane in corrispondenza delle stazioni (già esistenti o proposte) della ferrovia metropolitana (Piano d’Accio, San Nicolò, Bellante, Notaresco e Colleranesco);
- salvaguardia dei residui varchi di discontinuità lungo l’asse di fondovalle per la ricostituzione di elementi di naturalità intervallati alla continuità del sistema insediativo lineare;
- realizzazione di un sistema di salvaguardia ambientale articolata e differenziata lungo l’alveo del fiume Tordino (che assume il ruolo di parco urbano attrezzato in corrispondenza delle nuove centralità urbane);
- riqualificazione dell’insediamento lineare lungo la strada statale (oggi ricondotta ad un ruolo urbano dall’apertura della Teramo-mare).

In base a questi principi, la visione strategica è stata articolata su tre layer, con i seguenti contenuti:

1. SISTEMA DELLA PRODUZIONE
- razionalizzazione, adeguamento ed espansione delle aree produttive;
- specializzazione dei nuclei produttivi in senso “distrettuale”;
- potenziamento della rete infrastrutturale a servizio delle aree produttive e commerciali;
2. SISTEMA DELLE CENTRALITà URBANE
- valorizzazione del sistema delle “eccellenze”;
- razionalizzazione dei nodi plurifunzionali;
- dotazione di attrezzature collettive di scala territoriale;
- riqualificazione dell’insediamento;
3. SISTEMA AMBIENTALE
- definizione di un sistema differenziato di aree a protezione delle risorse naturali;
- creazione di una rete integrata di percorsi per la fruizione delle risorse ambientali;
- realizzazione di un sistema di parchi urbani attrezzati in corrispondenza delle nuove
centralità urbane di progetto;
- trasformazione della strada statale di fondovalle in percorso urbano mediante interventi
di arredo ambientale e di riqualificazione dell’insediamento lineare.

1. Il sistema della produzione
La ricognizione analitica ha evidenziato alcune positività e diversi limiti che attualmente caratterizzano il sistema produttivo locale della Val Tordino.

La parte dedicata al “sistema produttivo” della visione strategica punta alla individuazione e realizzazione di interventi che nell’insieme producano razionalizzazione e potenziamento del sistema delle “dotazioni territoriali” al servizio delle aree produttive.

La proposta progettuale risiede nell’idea che l’intero sistema produttivo debba essere servito e reso agevolmente raggiungibile da un sistema infrastrutturale che eviti completamente di intersecarsi e “collidere” con quello che assolve prettamente alla funzione di servizio agli insediamenti con destinazione prevalentemente residenziale.

In tal senso, si propone di organizzare un sistema “completamente dedicato”, che eviti (per quanto possibile) di entrare in conflitto con quello della viabilità di tipo urbano e che coincide (in linea di massima) con il livello gerarchico superiore della rete stradale, rappresentato dalla strada a scorrimento veloce (raccordo autostradale A24-A14), che viene pensata e definita come sistema direttore primario con funzione di connessione delle diverse aree produttive a livello territoriale.

A questo si aggiunge, in maniera complementare, un sistema minore (ma non secondario ai fini del funzionamento complessivo del circuito) definito proprio sistema delle connessioni locali con funzione di servizio alle singole aree produttive.

L’intervento di completamento, adeguamento e razionalizzazione del sistema infrastrutturale al servizio delle attività produttive si completa attraverso la previsione:
- della valorizzazione, anche tramite nuove infrastrutture al servizio dei mezzi di trasporto, del porto peschereccio di Giulianova;
- della entrata in esercizio del realizzando autoporto regionale di Roseto, il quale risulterà direttamente connesso all’ambito della Val Tordino, attraverso la tratta autostradale della A14, della lunghezza di circa 10 km;
- della previsione di localizzazione presso il nodo plurimodale di Mosciano Sant’Angelo di un centro di servizio alla logistica pensato in funzione di un suo significativo collegamento con l’autoporto di Roseto, con quello interregionale di Manoppello, con il porto peschereccio di Giulianova, in funzione di una verosimile crescita della domanda di distribuzione delle merci in ambito urbano conseguente al previsto insediamento di importanti superfici commerciali e altre funzioni (fieristica e congressuale);
- della previsione di un adeguato sistema di parcheggi a servizio delle nuove superfici commerciali di progetto che risulti tale da essere immediatamente e agevolmente connesso alla viabilità territoriale.

Va sottolineato come, nella visione riferita al sistema produttivo, si è inteso ricomprendere anche le superfici commerciali e le aree artigianali e/o espositive la cui attività genera flussi di traffico pesante e, comunque, tali da comportare la presenza di una viabilità di adeguate caratteristiche.

Va, inoltre, precisato, che la visione del sistema produttivo proposta non conferma la prevista localizzazione nell’area industriale di Villa Zaccheo di una struttura autoportuale, la cui ipotizzata realizzazione è stata valutata negativamente in quanto genererebbe una inutile e pleonastica duplicazione, sottraendo spazio ad importanti superfici che vengono così rese disponibili all’eventuale espansione delle attività produttive.

Con riferimento all’obiettivo della specializzazione in senso distrettuale del sistema produttivo locale, si prospetta l’eventuale opportunità/necessità di investire, in tal senso, nella creazione del polo agroalimentare di Mosciano Sant’Angelo, il quale potrebbe giovarsi della presenza di capitali e di know how appropriato, riconducibile al patrimonio aziendale del gruppo Amadori (presente in sito), oltre che della possibilità di integrazione funzionale con il previsto parco produttivo agroalimentare “Podere Savini” ubicato presso la contigua località di Selvapiana.

L’obiettivo della espansione (di una contenuta, fisiologica, motivata e selettiva possibilità di espansione) delle aree produttive non deve essere inteso in senso letterale: infatti, sebbene la visione strategica del sistema produttivo assuma come acquisite e attuate le espansioni previste e programmate negli strumenti urbanistici locali, tale obiettivo di tendenza dev’essere perseguito attraverso attente valutazioni progettuali che contemplino:
- la redazione di specifici piani di valutazione delle alternative eventualmente perseguibili;
- la redazione di strumenti di pianificazione attuativa che indichino le tipologie produttive per le quali sono ammissibili nuovi insediamenti o localizzazioni nell’ambito delle aree da espandere;
- la codificazione di processi di verifica e monitoraggio che quantifichino la effettiva disponibilità di aree presso le quali, previa redazione di valutazioni di impatto ambientale, autorizzare l’insediamento di nuove attività.
Aree privilegiate per queste dinamiche sono:
le aree produttive di Teramo (S.Atto), di Mosciano S.Angelo (Mosciano Stazione), eventualmente integrate con aree limitrofe del Comune di Notaresco; di Giulianova (Colleranesco), dove occorre verificare la reale utilizzazione degli spazi già ocupati, eventualmente riorganizzandoli evitando il più possibile un indiscriminato consumo di suolo ma razionalizzando le dinamiche insediative rendendole più adatte alla reale richiesta del mercato.

L’obiettivo di una progressiva specializzazione delle attività produttive, sebbene meno determinabile dal programma di intervento, può essere sostenuto e incoraggiato:
- attraverso la redazione di strumenti regolativi delle procedure di insediamento tali da introdurre meccanismi di premialità (e agevolazione) in grado di favorire le aziende impegnate nel perseguimento dell’autosuffcienza energetica, nell’utilizzo di fonti alternative, o che presentino piani industriali tali da privilegiare processi e prodotti innovativi e frutto della collaborazione con istituti di ricerca universitari o che accettino vincoli preventivi che impediscano la delocalizzazione produttiva, prevedendo anche varie forme di incentivazione che “fidelizzino” l’impresa rispetto al territorio;
- attraverso la realizzazione di politiche pubbliche che favoriscano la possibilità di istituire consorzi o organismi di gestione di fondi da investire erogando specifiche linee di credito ad imprese effettivamente disposte ad elevare il livello qualitativo delle produzioni (tecnologia e innovazione) e a consorziarsi con altre di analoga tipologia produttiva per realizzare economie di scala e contenimento dei consumi di suolo, di carichi urbanistici o per condividere impianti funzionali al contenimento delle immissioni inquinanti nell’ambiente.

Da ultimo, dev’essere precisato che, con riferimento al perseguimento dello specifico obiettivo di razionalizzare e adeguare il sistema produttivo, si propone nello specifico:
- la elaborazione di un criterio di assegnazione delle aree, in presenza di domande nelle quali sia effettivamente comprovato e dimostrabile lo stato di necessità di lotti funzionale a specifici obiettivi industriali dell’azienda, che tenga conto della effettiva disponibilità dei suoli e che privilegi la saturazione delle aree già insediate e meglio dotate anche di infrastrutturazione di tipo tecnologico e di servizio al contenimento degli impatti sul locale sistema ambientale;
- la progettazione, per step progressivi, verificabili in termini di risultati, di interventi mirati alla creazione di aree produttive ecologicamente attrezzate e dotate di moderne e capaci infrastrutture in grado di supportare le sempre maggiori esigenze derivanti dalla necessità di connessione delle unità locali alle reti tecnologicamente avanzate.

Naturalmente i processi di cui sopra vanno condivisi con il Consorzio per il Nucleo Industriale della Provincia di Teramo nonché con le associazioni imprenditoriali e industriali, onde permettere l’acquisizione di un completo quadro conoscitivo e porre in atto azioni efficienti ed efficaci, realmente utili al mondo della produzione.

2. Il sistema delle centralità urbane
Gli obiettivi assunti come fondamentali nella elaborazione della parte della visione strategica finalizzata alla creazione di un “sistema di centralità urbane” sono perseguiti attraverso un intervento “strutturale” che, per il suo contenuto strategico di fondo, rappresenta la parte più rilevante dell’intera proposta di intervento: il potenziamento (di fatto la creazione, sotto una pluralità di aspetti) di un sistema di trasporto pubblico metropolitano su ferro (nella attuale sede ferroviaria) come presupposto per ripensare il funzionamento complessivo del sistema lineare di fondovalle generando nuove centralità urbane.

L’intero intervento strategico integrato dovrebbe prevedere:
- l’adeguamento strutturale (materiale rotabile, sistemi di comando, punti di scambio e di incrocio) della linea ferroviaria Teramo-Giulianova;
- il potenziamento della percorrenza diretta Teramo-Pescara, tramite la previsione di un binario di raccordo tra le fermate di Colleranesco e Cologna Spiaggia per il raccordo della linea Teramo-Giulianova con la linea adriatica;
- la rimessa in efficienza delle fermate esistenti, sottoutilizzate e degradate da scarsa funzionalità;
- la realizzazione di due nuove fermate a servizio di ambiti urbani particolarmente significativi e rilevanti in prospettiva strategica (Sant’Atto e Colleranesco);
- il prolungamento della linea verso la parte centrale della città di Teramo, fino alla stazione di testata prevista nella località di Scapriano (polo sportivo e parcheggio di scambio);
- la realizzazione, in ambito urbano, di due nuove fermate, rispettivamente presso l’attuale Piazzale San Francesco (centro città) e Coste Sant’Agostino (ateneo e casa dello studente);
- potenziamento e riqualificazione dell’attuale stazione terminale della Gammarana, nell’ambito del programma di riqualificazione urbana dell’intero quartiere, prevista dalla apposita STU;
- realizzazione, contestualmente ai lavori di adeguamento della linea ferroviaria, di una infrastrutturazione dorsale al servizio per le comunicazioni dell’intero ambito di vallata volta a supportare lo sviluppo delle comunicazioni ad alto contenuto tecnologico.

Come effetto di tale intervento ci si aspetta la creazione di nuove “centralità urbane” in corrispondenza delle stazioni (esistenti e programmate), che dovrà essere aiutato e agevolato da interventi per la riqualificazione degli ambiti urbani e per la realizzazione di nuove strutture ed attrezzature di interesse collettivo.

La ricognizione analitica ha individuato una serie di “luoghi centrali” nell’ambito del sistema insediativo della Val Tordino e dell’ambito costiero Giulianova/Roseto, distinguendo tra quelli già rinvenibili sul territorio e quelli in corso di realizzazione o in programma, ma sono stati considerati anche interventi introdotti a seguito della elaborazione della visione proposta.

La proposta si è confrontata, ai fini della elaborazione della visione relativa al sistema delle centralità, con:
- un sistema di centri storici con valenza potenziale di attrattori turistici (Teramo, Giulianova, Montepagano, Ripattoni, Montone);
- un sistema di servizi di eccellenza di valenza territoriale, comprendendo in questa definizione sia le sedi di funzioni pubbliche (poli amministrativi della città di Teramo, ospedale regionale di Teramo, ospedale di Giulianova, poli scolastici di valenza comprensoriale di Teramo, Giulianova e Roseto, uffici finanziari, previdenziali e giudiziari della città di Teramo, caserme militari della città di Teramo, sede ARSSA, ecc.), sia centri di ricerca, luoghi di produzione colturale di eccellenza, sedi di servizi di rango sovraregionale (sedi universitarie dell’ateneo di Teramo, sede della facoltà di Agraria presso Mosciano, Istituto tecnico per l’agricoltura di Nepezzano, il polo o campus zoo-bio-agro veterinario di S. Atto, il realizzando complesso della nuova sede dell’Istituto zoo profilattico presso Colleatterrato, il previsto centro direzionale per le attività terziarie di San Nicolò a Tordino, il previsto centro congressuale di Bellante Stazione, il previsto parco agroalimentare di Podere Savini, il previsto polo fieristico espositivo di Mosciano, i laboratori didattici della facoltà di agraria presso Mosciano, il previsto centro di logistica per la distribuzione delle merci di Mosciano, il previsto terminal e relativo parcheggio di scambio presso il nodo di Mosciano, il polo di previsione al servizio del divertimento e del loisir presso Colleranesco, la sede universitaria di Giulianova, il previsto polo scolastico di rango provinicale presso l’area della ex fornace di Roseto, il realizzando interporto regionale di Roseto /Santa Lucia, le aree urbane specializzate nella funzione ricettiva di tipo alberghiero di Roseto e Giulianova);
- il sistema delle attrezzature collettive, delle aree sportive e del tempo libero, del verde pubblico attrezzato (il parco fluviale urbano del Vezzola, le attrezzature sportive del polo Acquaviva e della Gammarana, il centro sportivo di Colleatterrato, il palasport di Scapriano, il nuovo stadio comunale a Villa Pavone, con riferimento a Teramo, e ancora, un piccolo centro sportivo a Selvapiana, ed uno presso Mosciano (Rovano), le attrezzature sportive ed i parchi urbani di Giulianova, la cittadella sportiva presso il palasport di Roseto ecc.);
- il sistema dei centri e delle polarità commerciali (centro commerciale Gran Sasso di S. Atto, il previsto centro commerciale di Bellante Stazione, il previsto centro commerciale di località Molinetto di Giulianova, ecc.);
- il sistema delle aree soggette ad interventi di riqualificazione urbana individuate nell’ambito del programma della STU di Teramo (nuovo polo urbano presso la stazione ferroviaria della Gammarana, nuovo polo terziario e residenziale dell’Acquaviva, progetto di recupero di Piazza Diaz e del mercato coperto, progetto di realizzazione della nuova sede municipale e del nuovo polo amministrativo presso l’attuale sito dell’autostazione di Piazzale San Francesco, ecc);
- il sistema delle aree progetto, in ambito urbano, individuate dal piano strategico del Comune di Teramo (e relativi progetti tematici quali progetto C.u.l.t.), tra i quali il programma di riuso in funzione di spazio culturale del sito dell’ex campo sportivo comunale, il progetto di museo ipogeo a Piazza Garibaldi, il progetto di un museo di arte contemporanea nel centro città, il progetto di una mediateca nel centro città ecc..

Dalla riconsiderazione del potenziale coincidente con i luoghi centrali già esistenti e, soprattutto, con quelli previsti, tra forza la visione strategica incentrata sulla costruzione di un sistema di centralità tra esse significativamente connesse da una infrastruttura particolarmente adatta ad una loro efficace connessione, la cui realizzazione potrebbe determinare una forte risignificazione funzionale di interi brani della città oggi scarsamente caratterizzati in senso urbano e, perciò, un complessivo ripensamento dell’intero sistema insediativo.

Questo ripensamento, proprio a partire dalla funzione centrale del nuovo ed efficiente sistema di trasporto locale di tipo ecologico consentirebbe di immaginare la possibilità di sviluppo di nuove o ristrutturate centralità di tipo urbano cui affidare il compito di ridisegnare l’insediamento in modo che non continui ad accrescersi secondo pure logiche di progressiva addizione lineare ed indifferenziata.

3. Il sistema ambientale
La approfondita ricognizione analitica condotta sul sistema ambientale ha delineato un quadro piuttosto articolato che ha riconosciuto una pluralità di situazioni legate alla compresenza di articolate unità di paesaggio e di alcuni quadri naturalistici di rilievo, nel complesso discretamente conservati.

L’obiettivo essenziale di una riqualificazione del sistema ambientale, oltre che determinare una nuova qualità degli ambiti insediati, tende a finalità generali di riconciliazione complessiva degli insediamenti con l’ambiente, prestando una nuova attenzione agli aspetti della sostenibilità urbana.
Gli obiettivi di fondo della parte della visione strategica dedicata al “sistema ambientale” vengono perseguiti attraverso due principali azioni specifiche che corrispondono anche alla individuazione di due distinti sistemi a rete rispetto ai quali si interviene al fine di costituire un mosaico di ambienti verso i quali, oltre all’attenzione nei confronti del dato puramente ecologico, risulti chiaro ed efficace lo sforzo della creazione di una rete funzionale ad una reale fruibilità (utilità sociale della rete ecologica) delle risorse di cui si riconosce la necessità di tutela.

In prima istanza si riconosce un sistema di “eccellenze” all’interno del quadro ambientale precedentemente indagato e delineato, che restituisce i seguenti ambienti fisici che si traducono in altrettanti ambiti di intervento progettuale:
- ambito progettuale dei parchi territoriali attrezzati,
- ambito progettuale dei parchi urbani attrezzati;
- ambito del paesaggio rurale di pregio;
- ambito dell’Oasi Regionale del Lido e Fosso Borsacchio.

L’ambito progettuale dei parchi territoriali attrezzati individua, a partire dal riconoscimento dell’esigenza di tutela e valorizzazione (fruibilità) di alcuni dei principali ambienti umidi (essenzialmente riferibili ad a tratti meglio conservati dell’ambito golenale del Tordino e ad alcuni tra i più interessanti e meglio conservati fossi del reticolo idrografico, significativamente caratterizzati da permanenza di impianti vegetazionali di pregio o dalla presenza di emergenze di natura geo-litologica affioranti), una serie di aree di valenza ambientale, da normare attraverso specifici piani di gestione naturalistica, che dovranno caratterizzarsi per la presenza di infrastrutture ecocompatibili e ulteriori attrezzature al servizio di una fruizione delle risorse ambientali, atte a facilitarne l’accessibilità e la frequentazione.

L’ambito progettuale dei parchi urbani attrezzati, concettualmente e funzionalmente omogeneo al precedente, individua e istituisce una serie di aree verdi, caratterizzate oltre che da qualità dell’ambiente naturale relitto, però da un maggiore livello di attrezzature funzionali ad una piena fruibilità propria di aree verdi di tipo urbano, le quali pur situandosi nell’ambito golenale risultano significativamente prossime all’insediamento di fondovalle.

Dette aree non saranno gestite attraverso la redazione di specifici piani e saranno dotate di aree attrezzate per attività ludiche e di intrattenimento (tempo libero) riservate alle famiglie e ai bambini e saranno rese facilmente accessibili attraverso:
- un sistema di comodi viottoli ciclopedonali che assicurano la connessione di ciascuna di esse con la rispettiva fermata della linea metropolitana di superficie che risulta più prossima, oltre che con l’insediamento più vicino;
- un percorso ciclopedonale che assicura sempre la connessione della porzione attrezzata di questi polmoni verdi al sentiero naturalistico di rango territoriale che percorre l’intero ambito golenale del fiume Tordino.

L’ambito progettuale del paesaggio rurale di pregio viene individuato in corrispondenza del parco agroalimentare proposto in coincidenza con il perimetro dell’unità aziendale del “Podere Savini” (si tratta, come chiaro, di una implicita conferma del valore ambientale e paesaggistico di tale ambito rurale cui è riconosciuta anche la valenza e lo status di ambito produttivo in area rurale).

Le modalità di fruizione di quest’area sono legate alla sua natura specifica di luogo di produzione di qualità, di sperimentazione e studio, di ricerca applicata, di ospitalità di tipo diffuso in ambito rurale. Tuttavia specifiche porzioni della stessa, come quella, ad esempio, posta a più diretto contatto con l’ambito golenale e con i campi sperimentali, saranno fruibili per mezzo di un percorso cicloturistico. Come ovvio anche quest’area risulterà direttamente connessa, attraverso uno specifico collegamento ciclopedonale, alla fermata della linea di trasporto pubblico più contigua (Stazione di Nepezzano-Selvapiana), oltre che al percorso ecologico che costeggia il fiume Tordino.

L’ambito di progetto dell’Oasi Regionale del Lido e Fosso Borsacchio, pur non coincidendo esattamente con l’area di recente perimetrata dalla Regione, quale sito di interesse ambientale da sottoporre ad un piano di gestione naturalistica, conferma l’intenzione di tutelare e, allo stesso tempo, valorizzare questo biotopo ubicato in un sito prossimo alla conurbazione litoranea costiera, eppure miracolosamente scampato agli effetti fagocitanti dell’espansione dell’insediamento.

Si tratta di un polmone verde in cui si rintracciano significative testimonianze della vegetazione mediterranea dunale e palustre, tratti di macchia boscata, oltre che alcune pinete naturali, in presenza di un ambiente umido molto ben conservato e di un ambiente rurale circostante caratterizzato da notevole pregio paesaggistico. L’area risulterà fruibile sotto particolari condizioni e nel rispetto di alcune esigenze del locale quadro ambientale, attraverso percorsi ecologici che la connettono alla ferrovia adriatica, alla città di Roseto, al centro storico di Montepagano e al versante collinare a sud del Tordino.

Si definisce, quindi, un sistema reticolare di infrastrutture ecologiche (percorsi di trecking, ciclopedonali, cicloturistici, ippovie, percorsi attrezzati per disabili, ecc.) funzionali alla connessione reciproca tra le diverse aree di valenza naturalistica e di riconnessione tra queste ultime e alcuni luoghi notevoli del sistema insediativo (fermate della linea di trasporto pubblico ecologico, luoghi centrali, ecc).

Detti percorsi sono sempre riconnessi a rete alle tratte di piste ciclabili rinvenibili in ambito urbano, a seguito degli interventi di riqualificazione previsti in corrispondenza delle centralità di progetto.

L’ultimo ambito progettuale di intervento, che risulta funzionale al perseguimento del notevole obiettivo di elevare la sostenibilità ambientale del tessuto insediativo formatosi in epoca recente lungo l’asse stradale storico (di collegamento tra Teramo e la costa) coincide proprio, almeno relativamente ai tratti interni ai centri abitati attraversati e più prossimi alle centralità urbane di progetto, con un intervento di trasformazione dell’asse stradale esistente in percorso di tipo urbano, al fine di suscitare effetti di riqualificazione dell’insediamento lineare.

Materialmente questi interventi potrebbero consistere nella creazione di piste ciclabili poste in affiancamento al percorso stradale, in interventi di piantumazione di essenze arboree (nel rispetto delle attuali prescrizioni del codice stradale), nella realizzazione di elementi di arredo urbano, nella realizzazione di sistemi di attraversamento pedonale semaforizzati e protetti, nella limitazione ulteriore della velocità di transito veicolare all’interno delle tratte urbane più densamente abitate.

La visione strategica: dalla città lineare alle nuove centralità urbane

Il piano d’area che scaturirà dal presente lavoro che, giova ricorda, è aperto ad integrazioni e completamenti, dovrà essere inteso come una occasione per utilizzare un approccio strategico all’intervento e, perciò, per elaborare una visione di sviluppo del territorio fortemente condivisa dai soggetti che parteciperanno alla sua formazione; per far questo dovrà:
- discendere da una precedente operazione selettiva di definizione di obiettivi compatibili con il quadro di coerenza predefinito e raggiungibili entro tempi certi e ragionevolmente brevi;
- individuare chiaramente un lotto di interventi prioritari, ampiamente condivisi, che risultino effettivamente realizzabili, poiché attuabili con risorse e competenze disponibili.

Da un punto di vista essenzialmente progettuale (contenutistico), perciò, la visione strategica (finalizzata a fornire ad amministratori e operatori economici un disegno di prospettiva attraverso il quale perseguire obiettivi di sviluppo locale sostenibile) risulterà fondata su un ripensamento complessivo del sistema territoriale del fondovalle che, da insediamento lineare pressoché continuo e indifferenziato, deve essere riprogettato come articolazione complessa di nuove centralità urbane.

Si dovrà, operare, in buona sostanza, a tutto vantaggio della qualità e della vivibilità dell’ambiente urbano, un processo di progressiva “trasfigurazione” che produrrà il passaggio da una forma urbana, sebbene ancora in via di strutturazione, comunque ascrivibile al tipo fondamentale della conurbazione lineare, ad una tipologia insediativa fondata su alcuni elementi focali: le nuove centralità urbane.

Si tratta di poli in cui si concentrano (o si concentreranno) funzioni urbane e al cui centro saranno proprio le stazioni del servizio ferroviario metropolitano di progetto, gli stessi elementi propulsori della coagulazione e della strutturazione di forme insediative più mature, nonché le occasioni per promuoverne una riorganizzazione e risignificazione.

Tali nodi di scambio intermodale si collocano in particolari situazioni caratterizzate dalla presenza (o dalla prospettiva) di significativi luoghi di aggregazione, centri di erogazione di servizi di eccellenza, sedi di funzioni pubbliche, luoghi di interesse collettivo o caratterizzati da funzioni che generano nuovi effetti di centralità urbana (centri commerciali, centri sportivi, centri del tempo libero).

L’elemento di progetto ricorrente e comune a tutte le centralità, sia che si tratti di interventi da realizzare ex novo, sia di riqualificazioni dell’insediamento, è rappresentato dalla fermata del servizio di collegamento metropolitano su rete ferroviaria (quello che un tempo fu l’elemento generatore dell’insediamento vallivo oggi viene trasformato in un suo fattore di riscatto e valorizzazione).

Ognuna di queste fermate risulta direttamente connessa, tramite sistemi di mobilità pedonale e ciclabile:
- al percorso ecologico in ambito fluviale;
- ai percorsi di fruizione delle risorse naturalistiche che si snodano entro le aree a maggiore valenza naturale paesaggistica (parchi territoriali attrezzati);
- ai parchi urbani attrezzati che vengono realizzati in corrispondenza delle fermate della linea ferroviaria, costituendo dei luoghi notevoli in cui alla tutela e alla salvaguardia dell’ambito fluviale si aggiunge una possibilità reale di fruizione della risorsa ambientale che contribuisce al miglioramento complessivo del livello di vivibilità dell’ambito urbanizzato.

In corrispondenza di tali fermate (sempre localizzate all’’interno di tessuti insediativi piuttosto consolidati sorti lungo l’asse storico della SS.80), si prevede di effettuare interventi di riqualificazione e di arredo urbano della tratta stradale, ormai sgravata dalla funzione di collegamento di tipo territoriale e caricata, invece, di una nuova funzione di asse urbano, con previsione di realizzazione di attraversamenti pedonali protetti, marciapiedi attrezzati tratti di piste ciclabili, piccole aree verdi prossime al percorso stradale.

All’interno di detti centri abitati, sempre in prossimità delle fermate del sistema di trasporto pubblico in sede propria, saranno individuate aree di particolare valenza urbana presso le quali localizzare interventi finalizzati alla creazione non solo di servizi (aree a standard di cui al DM 1444/68), ma anche di “luoghi notevoli” nei quali concentrare funzioni particolarmente importanti e in grado di promuovere aggregazione e socializzazione.

L’insieme degli interventi finalizzati alla dotazione di servizi di tipo urbano, alla creazione di reti della mobilità ciclabile e pedonale, alla realizzazione di aree verdi attrezzate fruibili da tali nuclei insediati (che nel contempo sono parti integranti del sistema naturale tutelato del corso fluviale del Tordino) è pensato come realizzabile, nel concreto, attraverso una modalità di attuazione che presuppone il concorso essenziale di investimenti pubblici e privati.

Gli investitori privati saranno individuati tra quei soggetti imprenditoriali, operanti sul mercato immobiliare, ai quali, attraverso specifiche forme di concertazione, sarà consentito di avanzare proposte progettuali di tipo attuativo relative ad interventi edilizi alla scala urbana. Coloro a cui, nell’ambito di tali schede-progetto, sarà consentito di realizzare volumetrie di tipo commerciale, direzionale, terziario e residenziale, saranno chiamati a concorrere alla realizzazione delle strutture e delle dotazioni di interesse pubblico.

Per raggiungere l’obiettivo fondante del progetto, cioè quello di dar vita ad un sistema di nuove centralità, si prevede anche una differenziazione delle stesse in senso funzionale, attraverso l’enfatizzazione di specifiche “vocazioni” del territorio o la individuazione (ridefinizione) di nuovi possibili ruoli funzionali che specifiche location sembrano offrire in funzione della visione strategica complessiva (da sottoporre, ovviamente, alla verifica ed eventuale integrazione in ragione del dibattito pubblico da aprire sul tema).

Ambito della polarità urbana della città di Teramo

Relativamente alla complessa centralità urbana di Teramo, si prevede essenzialmente una serie di interventi connessi alla realizzazione del tronco urbano della linea metropolitana di superficie, con riflessi essenziali che determineranno un programma specifico di interventi di riqualificazione dei brani di tessuti urbano attraversati.
Si prevede, nei pressi delle fermate, di realizzare interventi di nuova dotazione di servizi pubblici di vario genere, da individuarsi e concordarsi attraverso un programma specifico derivato dalle previsioni del PRG e, soprattutto, dalle più recenti indicazioni strategica a scala urbana.

Centralità urbana di progetto di Piano d’Accio

La centralità prevista nell’ambito della fermata, attualmente non esistente ma programmata, di Piano d’Accio, è, senza dubbio, quella di maggior rilievo strategico nell’ambito della intera area di progetto, poiché assomma, in una significativa mixitè, una quantità di funzioni, luoghi “centrali”, attrattori di traffico e sedi di erogazione di servizi la cui concentrazione e rilevanza determina la definizione di una vera e propria polarità con funzioni prettamente urbane in un contesto densamente insediato e immediatamente adiacente alla vera e propria struttura urbana di Teramo.
Questa centralità si caratterizza come un ambito plurifunzionale in quanto sono presenti sia le funzioni di eccellenza relative al polo culturale dell’Università e al polo scientifico dell’Istituto Zooprofilattico, sia quelle tipiche di un piccolo “distretto” specializzato nella erogazione di servizi al tempo libero.

Centralità urbana di progetto di San Nicolò a Tordino

Sebbene frazione del comune di Teramo, l’abitato di San Nicolò presenta indicatori e problemi tipici di una cittadina per molti aspetti “autosufficiente” di piccola-media dimensione e nelle cui immediate adiacenze è rinvenibile un articolato e complesso (problematico) sistema produttivo consolidato (aree industriali del consorzio, zone artigianali, superfici commerciali di notevole entità e di recente espansione).
La presenza di queste aree produttive e una sensibile carenza di strutture di servizio alle attività produttive stesse suggerisce di specializzare questa centralità come polo di concentrazione dei servizi terziari e direzionali (finanziari, R&S, assicurativi, marketing) al servizio delle imprese.

Centralità urbana di progetto di Bellante stazione

La fermata di Bellante Stazione è caratterizzata, essenzialmente, dalla estrema prossimità alle due aree industriali (ad ovest quella consortile di Teramo-S.Atto, ormai satura, ad est quella di Bellante stazione che è in fase di espansione), tra le quali in assoluta contiguità con lo scalo del servizio di trasporto metropolitano si insedierà a breve il previsto centro commerciale al dettaglio (il più grande della conurbazione valliva).
Il sito, tuttavia, si giova della prossimità al centro storico del borgo di Ripattoni (tessuto storico discretamente conservato con presenza di alcuni importanti contenitori storici di pregio architettonico e di un piccolo teatro di foggia ottocentesca), posto sulla prima collina, in bella posizione all’imbocco di una piccola forra molto interessante sotto l’aspetto naturalistico e paesaggistico.
Questa circostanza suggerisce di sviluppare in tale centralità un complesso di attrezzature funzionali ad ospitare attività di tipo congressuale, con relative funzioni ricettive di supporto.

Centralità urbana di progetto della stazione di Notaresco/Selvapiana

La fermata presso l’attuale stazione di Notaresco (molto prossima, alla piccola frazione di Selvapiana) è situata nel cuore dell’unico ambito pressoché non ancora urbanizzato della conurbazione lineare del Tordino (in quello spazio, cioè, che lo stesso Piano Territoriale Provinciale definisce come un varco di discontinuità del sistema insediativo).
Tale ambiente è profondamente caratterizzato dalla presenza di un’unica ed estesa azienda agricola che rappresenta ciò che resta di un enorme latifondo coltivato essenzialmente a seminativi e impianti oleari e vitivinicoli, la quale per la sua rilevanza rappresenta il presupposto ideale per la creazione di un parco agroalimentare con valenze sperimentali, sotto più punti di vista.
Tale parco agroalimentare potrebbe essere adeguatamente supportato dalla collocazione di un centro di erogazione di servizi all’agricoltura, oltre che adeguatamente attrezzato per fornire ospitalità di tipo agrituristico e favorito dalla prossimità al nodo plurimodale di Mosciano dove, nei pressi del casello autostradale della A14, si prevede di realizzare il polo agroalimentare, le strutture fieristico espositive di scala comprensoriale, le strutture per la didattica sperimentale e i laboratori della facoltà di agraria dell’Università di Teramo, il previsto centro provinciale ARSSA.
Nodo plurimodale e plurifunzionale di Mosciano Sant’Angelo (località Rovano)
La plurimodalità del nodo è determinata dalla compresenza di infrastrutture stradali di diverso livello gerarchico e dalla presenza (ad oggi molto sottostimata e sottoutilizzata) del collegamento ferroviario locale e di una relativa fermata.
La plurifunzionalità del sito, già rilevabile a seguito della promiscua compresenza di brani di insediamento residenziale, estesi lotti asserviti a rilevanti attività produttive, notevoli superfici commerciali ed espositive, numerose attività di servizio alla mobilità, alcuni siti destinati ad attività ricettive, sarà notevolmente accresciuta allorquando si realizzeranno i previsti programmi di insediamento del polo agroalimentare, delle strutture fieristico espositive di livello comprensoriale, delle strutture di laboratorio della Facoltà di Agraria dell’Università di Teramo, di un centro per la logistica al servizio del commercio, di un insediamento commerciale di notevole estensione.
Tale centralità dovrà caratterizzarsi come nodo a servizio di queste due essenziali vocazioni del sito (nodo infrastrutturale e sede di funzioni di rango territoriale) prevedendo, più che altrove, la razionale realizzazione di una piastra plurimodale attrezzata in cui assicurare erogazione di numerosi e differenziati servizi di trasporto pubblico combinato (ferro- gomma).

Centralità urbana di progetto di Colleranesco

La fermata di Colleranesco è una delle due previste, ed attualmente non rinvenibili, e si collocherebbe in un punto del sistema di strategica rilevanza considerando che, con la presente proposta, si intende realizzare un piccolo raccordo ferroviario funzionale alla riconnessione diretta del tronco locale Teramo-linea adriatica, con quest’ultima (presso la fermata di Cologna sulla linea adriatica) al fine di consentire la programmazione di un servizio di trasporto regionale diretto tra Teramo e Pescara che eviti, con notevole contrazione dei tempi di percorrenza, la fermata presso la stazione di Giulianova.
Nei pressi della fermata di previsione, oltre al non trascurabile centro abitato di Colleranesco, lungo la SS 80, si rinverrebbero (in estrema contiguità) un importante nuova struttura per il commercio al dettaglio, una serie di svincoli di riconnessione tra il previsto tracciato della Teramo - Mare e la viabilità urbana di Giulianova, un importante ambito naturalistico coincidente con l’ambiente golenale (di notevole interesse) del Fiume Tordino, nel tratto terminale che precede la foce, che risulta ancora discretamente conservato e che è individuato dalla perimetrazione di uno specifico parco territoriale attrezzato.
La centralità di progetto di Colleranesco, data anche la specifica collocazione prossima all’ambito litoraneo e alle strutture di servizio al turismo balneare rinvenibili nei vicini centri costieri di Giulianova e Roseto, stante la contiguità con il sistema degli accessi a diversi tipi di reti infrastrutturali (ferrovia, autostrada, strade territoriali, viabilità urbana), in considerazione del fatto che nell’area è presente un importante manufatto di archeologia industriale di notevoli dimensioni e di cui è già programmata una ristrutturazione scarsamente, però, finalizzata ad uno specifico programma funzionale, potrebbe caratterizzarsi come sede di alcune attrezzature di rango territoriale per il tempo libero, il loisir, il divertimento (parchi a tema, multisale, parchi acquatici, musei del mare, discoteche ecc.), cioè in grado di fornire spazi, e, soprattutto, servizi fondamentali di supporto alla attività turistico ricettiva dell’area contribuendo anche (come già avviene in Romagna) ad una progressiva destagionalizzazione dei flussi.

Ambito urbano della città lineare della costa Giulianova/Roseto

Relativamente alla complessità dell’ambito urbanizzato della città lineare della costa Giulianova-Roseto, in tale fase, si possono ipotizzare interventi coerenti con quelli già individuati in sede di programmazione e pianificazione regionale e provinciale e che risultino compatibili con quelli previsti dagli strumenti urbanistici e dalle progettualità rinvenibili sul territorio, finalizzati in linea generale a:
- contribuire ad un complessivo decongestionamento di tali insediamenti dal traffico (soprattutto commerciale) di attraversamento;
- contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente urbano e della vivibilità dell’insediamento anche attraverso la effettiva e progressiva realizzazione delle previsioni del PRUSST “Città lineare della costa” (completamento della pista ciclabile del litorale abruzzese);
- elevare il livello delle iniziative volte all’introduzione di sistemi di trasporto pubblico a basso impatto ecologico anche attraverso un nuova modalità di utilizzazione del servizio di trasporto regionale metropolitano su ferro;
- individuare e salvaguardare aree naturalistiche caratterizzate da particolare valenza del locale quadro ambientale e paesaggistico;
- programmare interventi diffusi di riqualificazione dei tessuti urbani più degradati, anche attraverso la realizzazione di nuovi spazi servizi di interesse collettivo e programmi di recupero di parti degli impianti urbani consolidati;
- porre in essere progetti volti al miglioramento complessivo della immagine e della vivibilità urbana e finalizzati ad elevare il livello qualitativo delle attrezzature di servizio alle attività imprenditoriali del settore turistico, attraverso il coinvolgimento degli stessi operatori del settore;
- incrementare le attività di co-pianificazione tra i comuni volte ad una maggiore condivisione delle problematiche comuni e funzionali ad intraprendere percorsi progettuali possibilmente condivisi in materia di scelte con implicazioni e ricadute territoriali.



Teramo, 13 maggio 2008

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