lunedì 19 maggio 2008

Sport. Pronta al via la 500 miglia di Indy, riceviamo dal giornalista giuliese, Lino Manocchia.



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Ap – Qualifica a Indy

Pronta al via la 500 miglia di Indy

di Lino Manocchia

INDIANAPOLIS, 19 Maggio ’08 - Il dado è tratto. Con un parto doloroso, generato da un Meteo incostante e volubile, la griglia di partenza della 92ma edizione di Indy 500 è pronta. Il ventisettenne Scott Ronald Dixon, nato a Brisbane (Australia), con una performance fluida e regolare ha fissato la media di 226.366 miglia (358 Km/h) battendo il compagno inglese Dan Wheldon, del team Chip Ganassi, vincitore della passata edizione. All’esterno della prima fila si trova l’australiano Ryan Briscoe del team Penske.
E’ stato un mese di passione per i piloti, team e sopratutto per il patron dello speedway Tony George il quale, si calcola, avrà perso un milione di dollari, sempre a causa delle maleaugurate pioggie e vento che non hanno permesso lo svolgimento regolare delle qualifiche. Ovviamente c’è stata carenza di spettatori, curiosi di osservare in azione i neo arrivati dalla Champ car, unitasi per formare una unica serie:la Indy car ma, si spera, saranno numerosi il 25 prossimo, quando i 33 “gladiatori del Colosseo d’acciaio” si contenderanno 14 milioni di dollari, messi in palio dagli sponsor, ditte, televisione e speedway. Il vincitore di questa “corsa delle corse”, riceverà una “eterna ricca pensione”, per dirla con Emerson Fittipaldi?
Saranno di scena, intelligenza, coraggio, pazienza, preparazione e grande fortuna. Conoscendo il curriculum di Chip Ganassi, potremmo dire che se il mezzo non incapperà in qualche imprevedibile contrattempo, il colore dell’italo americano potrebbe tornare ancora una volta sul podium con uno dei suoi poulain. Tuttavia, l’impreve-dibile, faticosa corsa dell’Indiana è uno spettacolo annuale da seguire.
Un abituale sentenza dice: ”Indy senza crash” non è Indy”. E di questi, lo spietato speedway non è avaro. Anche quest’anno diversi, troppi, sono stati gli incidenti verificatisi durante il mese di passione.

Tra i più “clamorosi” sono quello di Briscoe, un “abitué” dei muretti, insieme a Phil Gieber, (foto) tutt’ora in ospedale con un paio di vertebre e polmoni contusi, EJ Viso e Mario Dominguez. Il messicano riparava la vettura ma mentre tentava, all’ultimo giro prima della chiu-sura delle prove, finiva di nuovo a muro, carambolava e accendendo qualche fiammata.
Migliore sorte non è toccata all’italiano di Como Max Papis, veterano delle quattro ruote, con un palmares d’argento e tanta voglia di correre. Papis è tornato a Indy con un team non
di alte qualità tecniche e non aduso ad Indy.

Il vento forte, che continua a soffiare su Indy, faceva svirgolare la macchina che finiva (foto) contro il muro incendiandosi. Al momento dell’impatto il “sensor” del casco registrava la forza di 70 G. Max, per la verità se l’è cavata bene, ma non meritava tanto. La vettura è stata riparata ma, malgrado due tentativi di qualifica, il comasco non riusciva ad inserirsi nella griglia. Erano presenti anche la mamma, dall’Italia,


appassionata di corse, e la moglie di Max, figlia del campione del mondo di F.1 Emerson Fittipaldi.
Osservando i nomi dei concorrenti va detto che ad eccezione della metà dei qualificati il resto appare come merce di secondo grado. Senza contare le tre fanciulle (Danica Patrick, Sarah Fisher e Milka Duno) che rischiano molto con poca speranza, gli altri sono “rookie” (11) dai quali c’è poco da sperare. I bei tempi che furono, sono ben lontani!...
Regna molta attesa per vedere in azione gli “oriundi” della Champ car: Oriol Servia, Bruno Junquera, EJ Viso, Mario Dominguez, Will Power, Justin Wilson e Graham Rahal ambedue del prestigioso team Newman/Haas. Il diciannovenne atipico Rahal (qualificatosi 13.) aveva sempre confes-sato che il suo traguardo era la F.1. Era giunto nella Indy car, tramite il padre Bobby, patron di un team Irl e socio di Newman, e lentamente cominciava a parlare della nuova serie, “molto interessante, velo-ce,” tradendo però il suo precedente desiderio. «Il futuro è nella Indy car,» diceva dopo la qualifica, «la Formula uno non è importante, qui si guida qualcosa di forte. Per entrare nella Uno, bisogna arrivarci con la Ferrari o la Mc Laren.,altrimenti si finisce sempre in coda.»
La nuova passione dell’oscillante ragazzo dell’Ohio ha meravigliato, ricordando in un certo senso la favola di Fedro : “La volpe e l’uva”,
Chi vincerà questa “corsa delle corse”? Soltanto chi userà cervello, calcolo, pazienza, non sfascerà la macchina subito, al via, e sopratutto non si esibirà in uno dei classici “crash”. Forse è più facile vincere una Mega lotteria, con l’aiuto, s’intende, di Madama Fortuna..
LINO MANOCCHIA - NewsItaliaPresshttp://www.edizionisolfanelli.it/edizionisolfanelli@yahoo.it - http://www.tabulafati.it/ - http://www.edizioniamiciziacristiana.it/
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