sabato 24 maggio 2008

USA. Riceviamo dall'amico giuliese, Lino Manocchia








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Ap – Speciale da San Pedro

Padre premuroso e Maestro di Arti Marziali
Denys Figliuoli, ritorna a San Pedro

di Lino Manocchia

SAN PEDRO, 21 Maggio ’08 - «Chi visita San Pedro una volta, vi ritorna,» annuncia un grande striscione pubblicitario. Così è anche per Denys Figliuoli, che alcuni anni or sono venne, appunto, in questo meraviglioso angolo di terra lambito dal maestoso Oceano Atlantic, solcato da miriadi di yackt di sogno.
«Venni a San Pedro nel 1988 su invito di mio padre Carmine, e così il mio grande sogno divenne realtà,» dice Denys Figliuoli, nato a Firenze nel 1970 ed abitante a Campi Bisenzio, dove presta servizio in un’Azienda Ospedaliera. Denys, sposato con Francesca, “una fanciulla di grande forza d’animo, coraggio e pazienza”, è papà di una meravigliosa creatura: Sofia, di 10 anni. «La bambina – racconta Denys – sin dai primi giorni della sua vita, a seguito di una ecografia di controllo, i medici le riscontrarono una massa che avvolgeva il rene sinistro, a sua volta multicistico. a prova più grande, comunque, doveva ancora arrivare. Sono passati molti anni dalla prima volta in cui Sofia si è piegata su se stessa,accusando dolori fortissimi alla testa ed iniziando a vomitare ininterrottamente per molte ore. Dopo visite e consulti con specialisti, anche di un centro oltreoceano, si riuscì ad individuarono la linea da seguire: eravamo in contatto con una malattia che aveva gli stessi sintomi di ciò che avveniva a Sofia ogni mese: “Sindrome del vomito diclico”.»
Avete tutt’ora contatti con specialisti e cliniche?
«Fin dalla sua scoperta, spiega Denys, siamo in contatto con l’Associazione del Vomito Ciclico negli Stati Uniti, ma anche loro, al momento, non sono arrivati a trovare una cura che risolva o quantomeno attenui questa quasi sconosciuta malattia.»
Qualcuno ha emesso una diagnosi positiva della malattia?
«La SVC è una malattia rara e inspiegata di bambini e di alcuni adulti che provoca una intensa sofferen-
za a coloro che ne sono colpiti e alle loro famiglie. Gli episodi compaiono in modo spesso imprevedibile


e di solito si concludono all’improvviso,indipendentemente dal trattamento. La SVC – prosegue Figliuoli – è difficile da diagnosticare perché la si vede raramente nell’ambulatorio medico, e perché il vomito può essere provocato da un gran numero di malattie diverse o più comuni della SVC.»
Esistono associazioni, gruppi di famiglie, afflitte o interessate alla malattia?
«Il collegamento con la Cycling Vomiting Syndrome Association, una rete di famiglie e operatori sanitari, può far molto per seguire una famiglia che è stata dubbiosa e disperata per anni. Probabilmente la SVC è ampiamente o mal diagnosticata; il risultato di questo mancato riconoscimento è che migliaia di bambinki soffrono per una malattia terribilmente deprimente.»
Il papà fiorentino è sorridente e contento, perché «la scorsa settimana Sofia ha ricevuto la Prima Comunione che le ha dato un senso di temporaneo sollievo dai tremendi attacchi,.all’età di sei anni. «Abbiamo contato circa settanta Episodi – dice Denys – e, purtroppo, ancora non vi è cura specifica, ma soltanto una terapia.»

MAESTRO DI ARTE MARZIALE
Figlioli, all’età di sei anni, già frequentava la palestra di Sesto Fiorentino dove ebbe modo di poter praticare ginnastica formativa. «Nel 1979 mio padre Carmine mi portò nel “Fiodan Club Karate”, a Firenze, dove egli stesso aveva praticato, molti anni prima.» Come ricorderemo, Carmine Figliuolo è il celebre “master chef” del ristorante Raffaello di San Pedra, oltre ad esibirsi in spettacoli canori ed incidere dischi.
«Il signor Roberto Tanini divenne anche il mio maestro – riprende Denys – e dopo aver fatto conoscenze con altri allievi “cinture bianche” e “gialle”, nel 1984 presi parte alla mia prima competizione di Karate e mi classificai terzo, ai campionati regionali. Dopo tanti sacrifici, e col passar del tempo, finalmente giunse uno dei giorni più importanti della vita di un karateka: l’esame per diventare “intura Nera” che conseguii al Palazzetto dello sport di Firenze-Nova, a soli 17 anni.
«Dopo il servizio militare al sesto Battaglione Genio Alpini nel 1989, cui fece seguito il matrimonio con la mia adorata Francesca, l’incontro del maestro Giuseppe Ruglioni che riuscì a cambiare per sempre il mio modo di concepire le Arti Marziali.
«Con Francesca mettemmo su casa e nel 1996 consegui il diploma di Maturità presso l’Istituto Tecnico per Geometri “Gaetano Salvemini”. Sono felice del passato, degli episodi che hanno inghirlandato la mia vita sportiva. Durante il cammino ho avuto l’onore di poter “Provare”, e tale esperienza, è diventata “la mia vita”,» conclude così Figliuoli, che ha pubblicato un libro: ”Il respiro del Falco”, un’opera autobiografica, sincera ed espressa per contribuire a sostenere la SICVO (Associazione italiana vomito ciclico), che rappresenta in qualità di Presidente nazionale italiano. Un “racconto” che passa dal dolore per il malessere della piccola Sofia, all’amore muliebre, alla passione per le Arti Marziali, che attualmente insegna. Un libro da leggersi tutto d’un fiato.
Sportivo per natura, chiediamo a Denis che ne pensa della “Wrestling” (lotta libera americana) che sfocia anche in pugilato.
«La lotta libera come capacità di movimento è pari alla boxe che però isolatamente è superiore per agilità, riflessi fisici e mentali. Guardo spesso qualche match di lotta libera americana, ma mi piaceva di più quando i pugni ed i calci non facevano parte dello show.»
Sono tanti gli auguri che i Figliuoli meritano. Uno particolare però va alla brava Sofia, ”eroina” impareggiabile della gioventù.
LINO MANOCCHIA - NewsItaliaPress
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