lunedì 13 aprile 2009

Quando la solidarietà degli altri è una lezione di vita. Il coordinamento degli Ultras di Giulianova raccolgono viveri e vestiario per le popolazioni







Quando la solidarietà degli altri è una lezione di vita

Il coordinamento degli Ultras di Giulianova raccolgono viveri e vestiario per le popolazioni colpite dal terremoto.




Come tutte le tifoserie organizzate di questo mondo, gli Ultras di Giulianova, caratterizzati dal forte senso di appartenenza alla locale squadra di calcio che milita nella 2° divisione (ex C2) e dall'impegno quotidiano nel sostenerla, anche nelle trasferte, si sono ritrovati tutti insieme per raccogliere gli aiuti in favore delle popolazioni terremotate. Da sempre, gli ultras, sono stati considerati come una sottocultura giovanile, solo perché si identificano nei colori della loro squadra e usano vocaboli non proprio da bon ton. Io stesso sono rimasto stupefatto dal loro straordinario lavoro per aiutare la popolazione aquilana. L’evento tragico dell’Aquila, era stato anticipato il giorno prima dalla vittoria fuori casa della loro squadra contro i cugini del Celano, per 0 a 1, i ragazzi erano tornati dalla trasferta euforici e soddisfatti per essere rimasti in zona Play-off. Dopo la terribile scossa, tramite sms e internet, si erano mossi per aprire un centro di raccolta indumenti e viveri presso uno dei ritrovi simbolo della tifoseria, il Bar Rubens Fadini. Senza saperlo, l’iniziativa diventava più grande di loro, tanto da richiedere l’apertura dell’attigua palestra annessa allo stadio comunale. Il tam-tam continuava, tanto che, presi dalla necessità, si organizzavano per fare turni e doppi turni, cioè, aperti 24 ore su 24, una bella responsabilità. Responsabilità anche quando qualcuno ha cercato di mettere avanti il discorso dell’igiene del posto e degli stessi viveri che vi erano stati introdotti, ma loro hanno tirato dritti per la loro strada, senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze penali e civili. Poi tanta voglia di fare. Sono arrivati già nel pomeriggio di lunedì (6 aprile) i primi sfollati, alcuni ancora in pigiama e ciabatte, per caricare ciò di cui avevano bisogno per loro e per i propri famigliari. Solidarietà arrivata anche dai loro “colleghi-tifosi” del Pescara, della Sambenedettese, Juve Stabia ed infine anche un tifoso della Spal, giunto da Ferrara con un furgone pieno di viveri. Insomma li potremmo tranquillamente chiamare non governativi. Qualcuno, all’ingresso, parlava di dare dei soldi, assolutamente, fanno cenno di no, loro non accettano soldi, solo viveri e vestiario, possibilmente nuovo. Poi, in collaborazione con alcune associazioni degli albergatori giuliesi, loro stessi si sono offerti di caricare le loro auto per portare cibo e abiti dentro le strutture alberghiere e negli affollati campeggi, raccogliendo anche le esigenze più banali ed essenziali per loro. Ma la buona volontà certe volte si scontra con la dura legge della burocrazia, una burocrazia – come loro stessi hanno dichiarato - che uccide la voglia di aiutare e di fare, insomma tutti dritti sulla propria strada evitando polemiche pretestuose e nocive per la giusta causa. Perché sentirsi dire: “cosa fanno gli Ultras?” o peggio: “Ma siete legalmente riconosciuti per questa causa?”. Certe volte, quando meno te lo aspetti, la solidarietà degli altri è una lezione di vita.

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