venerdì 24 ottobre 2008

LA LEGGE 133 DELLA GELMINI PENALIZZERA’ ANCHE NOI




ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA
IMPRONTE

LA LEGGE 133 DELLA GELMINI PENALIZZERA’ ANCHE NOI

La legge di riforma dell’Università e della Ricerca contenuta nella legge 133 del 6 agosto avrà ricadute pesantissime anche sull’Università di Teramo e, quindi, sulle attività didattiche delle sedi periferiche, Giulianova compresa.

Infatti, i punti più controversi e discutibili della legge 133 riguardano:

- la riduzione al 20% del turn over del personale docente. Ciò significa che fino al 2011 ogni dieci docenti che andranno in pensione ne verranno assunti due. Risultato: avremo un corpo docente ancora più anziano rispetto alla media dei paesi europei e ridotto di 7.200 unità; non sarà più possibile coltivare sotto il profilo della ricerca e dell’insegnamento le tante discipline specialistiche in cui il nostro Paese ha raggiunto risultati di eccellenza; sarà impossibile assicurare un futuro decente a quei giovani che vorranno dedicarsi alla ricerca ed all’insegnamento in ambito universitario e, quindi, sarà particolarmente difficoltoso formare un corpo docente locale, con interessi professionali radicati sul territorio, da cui dipende in gran parte la crescita di facoltà piccole e di recente costituzione come quella di Scienze del Turismo a Giulianova;

- la riduzione progressiva dei finanziamenti pubblici al sistema universitario nei prossimi cinque anni. Ciò rende più difficile una situazione già di per sé critica visto che l’Italia spende per l’Università lo 0,8% del PIL, contro una media dell’1,3% di tutti gli altri paesi sviluppati. Questo dato rende manifesto uno dei veri obiettivi della legge 133: fare cassa a tutti i costi. La scure di Tremonti si abbatterà in modo indiscriminato anche sugli Atenei che negli ultimi anni si sono comportati in modo virtuoso, contenendo la spesa corrente e lavorando in sinergia con gli enti locali, gli istituti di credito allo scopo di reperire fondi per la ricerca e per l’inserimento lavorativo di giovani ricercatori in ambito accademico.

Il Ministro Gelmini è certa che la legge 133 porterà ad un miglioramento della qualità della didattica e della ricerca. Come questo potrà concretizzarsi lo sa soltanto lei.

Il Premier Berlusconi, invece, è certo che dietro le manifestazioni di protesta in atto in quasi tutti gli atenei di Italia ci siano pericolosi sobillatori, tutti, a suo dire, “pericolosi” eredi del ’68 e del ’77, e minaccia perfino il ricorso alle forze dell’ordine per far cessare le occupazioni nelle università, alcune delle quali già in atto.

Noi condividiamo invece l’opinione di quanti ritengono che un tema importante come quello della tanto attesa e necessaria riforma del sistema universitario –anch’esso tutt’altro che dai mali che interessano il resto del Paese- avrebbe meritato un dibattito più ampio e responsabile, molto lontano, nello stile e nei contenuti, dalle battute ad effetto, dagli accostamenti impossibili e dai diktat del Capo del Governo.
Le manifestazioni e le assemblee congiunte di studenti e docenti che si stanno svolgendo quasi ovunque in Italia ed anche le continue prese di posizione dei Rettori, molto critici nei confronti della 133, dovrebbero invece consigliare, soprattutto a chi ha responsabilità di governo, un maggiore senso di responsabilità ed una minore superficialità nel giudicare gli effetti imprevisti -ma non del tutto imprevedibili- di un provvedimento partorito in tutta fretta in un’afosa giornata di agosto.

f.to IMPRONTE

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