venerdì 24 ottobre 2008

LA LOTTA PER LA LEGALITA' IN ABRUZZO


Ecco una notizia interessante che ho trovato su PrimaDaNoi.it: http://wpop14.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=6uEMoRpelwzj1YXsNxdbC%2BCNBoxGQBdYlDmYRDqB7aKdbIWutUJWmLNCtWYgn3k%2B13P453iCymo%3D&Link=http%3A//www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php%3Fstoryid%3D17456

Movimento Città per Vivere d'Abruzzo
Via Lombardia, 10 – Roseto degli Abruzzi
Roseto degli Abruzzi, 22.10. 2008
LA LOTTA PER LA LEGALITA' IN ABRUZZO
In Abruzzo si sta affermando una illegalità economica, una illegalità amministrativa ed una corruzione politica e civica diffuse su tutto il territorio regionale. Le conseguenze “pratiche” sono un gravissimo rallentamento della tensione morale, un progressivo degrado del territorio e della qualità della vita, l'assenza quasi totale di specifici interventi di controllo e di prevenzione ad esempio degli infortuni sul lavoro e degli incidenti stradali: si sta sfaldando alla radice la società civile e quel minimo di coesione sociale che avevano preservato la nostra Regione dalla infiltrazione di alcune forme “perverse e benpensanti” di criminalità finanziaria, urbanistica, sanitaria, ambientale direttamente collegate con il malaffare privato e con settori della pubblica amministrazione deviati e corrotti e con quella parte di “mela marcia” della classe politica nazionale, regionale e locale che è di ciò principale responsabile.
Ci sono Parlamentari, Consiglieri e Assessori regionali, provinciali e comunali ed i loro partiti “di riferimento” che “ignorano” che cosa si intenda per legalità e non sono in grado, per mancanza di categorie etiche e culturali adeguate, di affrontare di petto la realtà abruzzese quale essa è effettivamente e quale risulta dalle indagini in corso da parte della Magistratura.
Cartina di tornasole è rappresentato dal fatto “incontrovertibile” che, fino ad oggi e nel corso di tutti gli anni precedenti, nessuna “specifica e chiara” iniziativa tesa alla riforma della politica ed alla riduzione dei costi impropri e degli sprechi abbia ricevuto l'appoggio ed il sostegno diretto ed indiretto quantomeno delle forze che si richiamano al riformismo, alla trasparenza ed alla necessità ed urgenza di procedere ad un radicale rinnovamento delle istituzioni locali, degli organi, degli enti strumentali e società partecipate e controllate della Regione Abruzzo, delle Province e dei Comuni.
Neppure con i Referendum abrogativi, previsti dallo Statuto della Regione e regolamentati da una apposita legge regionale, si riesce a “mettere paura” a qualcuno degli organi politici di vertice, i quali si disimpegnano completamente rispetto al loro preciso dovere di “incentivare, sostenere e favorire” questi istituti di democrazia diretta “inventati” dai Padri Costituenti per dare la possibilità ai Cittadini di contrastare dal basso la corruzione, i costi della politica, la cattiva gestione e amministrazione della cosa pubblica: in Abruzzo, da circa due anni, il “silenzio interessato e parimenti colpevole” di eletti, forze politiche ed istituzioni pubbliche, è riuscito fino ad ora a “bloccare e scoraggiare” ogni tentativo di promuovere, richiedere e celebrare referendum abrogativi quali ad esempio quelli sui costi della politica regionale che Città per Vivere, con le unghie e con i denti, sta cercando di incardinare e regolamentare, per oggi e per i futuri Comitati promotori.
Anche quella parte più illuminata della “opinione pubblica abruzzese” si dimostra seriamente e drammaticamente sconcertata e sbandata e, proprio adesso che ci troviamo in presenza di una crisi politica e sociale senza precedenti, sembra non avere più la forza, la speranza e le risorse morali per esporsi direttamente anche con liste civiche e candidature in autonomia e indipendenza rispetto ai partiti. Purtroppo anche la parte più debole della società civile abruzzese ha paura del presente e del futuro, e non crede più che sia possibile un vero ed effettivo rinnovamento dei partiti e degli uomini politici responsabili dell'attuale disastro.
In tale contesto, pur importanti convegni, qualificate conferenze, celebrazioni istituzionali e premi alla memoria di “coraggiosi servitori della legalità” se, anche sull'esempio di personalità impegnate in altre realtà, non affondano il bisturi nella realtà “vera” abruzzese denunciandone i responsabili “di prima fila”, è già tanto, ma non sufficiente, se ci aiuteranno a dare soddisfazione alla nostra ed alla altrui coscienza.
Pio Rapagnà ex Parlamentare

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