lunedì 30 giugno 2008

Politica. ABRUZZO SOSTENIBILE e Impronte sugli SWAP


ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICAIMPRONTEMentre a Milano la Guardia di Finanza perquisisce gli uffici di quattro istituti di credito su richiesta del Pm Alfredo de Robledo che indaga sugli swap del Comune di Milano e sui costi di commissione “nascosti” praticati dalle banche, a L’Aquila si è tornato a parlare di contratti derivati nel corso di una giornata di studio organizzata dall’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI) e svoltasi a L’Aquila venerdì 27 giugno presso la Sala Convegni dell’ANCE.Sull’opportunità di dare un segnale forte ai Comuni abruzzesi su un fenomeno che in tutt'Italia, secondo dati del Tesoro, vale qualcosa come 35 mld di euro (l’equivalente di una manovra finanziaria), si erano già pronunciate le associazioni ABRUZZO SOSTENIBILE ed IMPRONTE nel corso di un incontro avuto nel mese di marzo con il Segretario Generale dell’ANCI Abruzzo, Giuseppe Mangiolini, sollecitando l’Associazione a compiere un’azione di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali. E così è stato.Il problema swap esiste anche in Abruzzo ed ha dimensioni economiche ragguardevoli e comunque tali da poter determinare la bancarotta di numerose amministrazioni locali. L’incontro di venerdì ha visto la partecipazione di amministratori e funzionari degli uffici finanziari in rappresentanza di oltre 30 enti locali, soprattutto di medio-grandi dimensioni.Tra i vari e qualificati interventi segnaliamo quello di Attilio Di Mattia, Consulente Finanziario di Aurelius Capital Management, che, parlando in rappresentanza di ABRUZZO SOSTENIBILE e di IMPRONTE, ha parlato di swap come un arma a doppio taglio e come strumento efficace ed efficiente per gli enti pubblici se utilizzato in maniera professionale.Mentre a L’Aquila era in corso la meritoria iniziativa dell’ANCI, si apprendeva che con molta probabilità nuovi fronti di inchiesta potrebbero aprirsi altrove: a Roma, dove il Comune ha sottoscritto swap per 3,2 mld di euro, e a Napoli.In provincia di Teramo molto si è detto e scritto dello swap di Roseto (se ne è occupato perfino Il Sole 24 ORE); pochissimo, invece, dello swap da 46 mln di euro sottoscritto con UNICREDIT dalla Provincia di Teramo nel 2002 (Presidente Ruffini) e degli swap del Comune di Teramo.Qual è oggi la situazione? Perché i diretti interessati non spiegano ai Cittadini a quanto ammonta oggi il rischio contabile di queste operazioni, come le amministrazioni interessate si stanno comportando per evitare di perdere queste vere e proprie scommesse sui tassi e se hanno stimato a quanto ammontano le commissioni "nascoste" spettanti alle banche?

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