lunedì 14 luglio 2008

Politica. Movimento Regionale “Città per Vivere”

Movimento Regionale “Città per Vivere”
Sede: Via Lombardia, 10 – Roseto degli Abruzzi (TE)
E-mail: piorapagna@libero.it
Roseto degli Abruzzi, 13.7.2008
LETTERA-DICHIARAZIONE DI PIO RAPAGNA'
Carissimi Cittadini abruzzesi,
ipotesi di gravissimi reati amministrativi ed ambientali contestati dalla Magistratura nella nostra Regione, non hanno provocato alcuna “seria reazione” da parte dei nostri politici e della cosiddetta società civile, se si esclude l'On. Remo Gaspari.
E' assente, purtroppo, una “indignazione civica” e una “separazione dalle responsabilità” dei singoli esponenti politici coinvolti nelle vicende manifestatesi a seguito di una intensificazione dell'opera di contrasto messa in atto negli ultimi tempi e concentrata in una parte ristretta del territorio regionale.
Perché gli allarmi lanciati dalla Commissione antimafia dopo la visita effettuata nel 1993 non sono stati sino ad oggi tenuti nel debito conto a livello locale e regionale e non trova, nemmeno oggi, “una puntuale attenzione da parte dello Stato”?
Sono testimone diretto del fatto che le ripetute sollecitazioni sono rimaste completamente inascoltate, mentre già prima del 1992 si parlava della presenza in Abruzzo, ed in particolare lungo la fascia costiera e nella Marsica, di “una illegalità diffusa a livello economico con un giro di affari miliardario e una illegalità amministrativa in un'area che assorbe il 70 per cento dell'attività complessiva della Regione.
Sconcerta e sorprende la “latitanza e la disattenzione della politica” di fronte ad una vera e propria “Caporetto” delle punte più avanzate ed eccellenti della classe politica ed amministrativa, in particolare del centrosinistra, e si vede ad occhio nudo come la realtà sociale della nostra Regione sia ormai diventata preda di una avanzata disgregazione e disattenzione civica, quasi fosse rassegnata ad assistere alla penetrazione inevitabile e definitiva della illegalità nelle sue varie e specifiche manifestazioni, amministrativa e della stessa criminalità organizzata.
Secondo me, in Abruzzo, non abbiamo gli strumenti, le categorie e le risorse culturali e civiche, per contrastare con successo, non solo una criminalità organizzata quasi spavalda, ma addirittura un gravissimo rallentamento della tensione morale e della speranza del futuro, un progressivo degrado del territorio, della qualità della vita, della sicurezza sui posti di lavoro e della prevenzione degli incidenti stradali, degli incendi boschivi e dei reati ambientali ed urbanistici. Permangono altissimi, nonostante le difficoltà e la crisi economica e debitoria della Regione, i costi impropri e gli sprechi della politica, contro cui, chi di dovere, ed a questo punto, sembra non dimostrare la capacità e la volontà necessari per mettere in campo atti, fatti e rimedi radicali e di immediato successo.
Ho il timore e la sensazione che anche le tenaci iniziative referendarie e riformatrici in atto, di fronte ad un “silenzio distratto” di molti Parlamentari abruzzesi, di politici e di importanti istituzioni regionali e locali, non avendo tra l'altro fatto quasi nulla nel recente passato, si attestano su una posizione “curiosa e strana” del “far finta di nulla”, contribuendo, non al contrasto radicale dei fenomeni più anomali, ma praticamente a scoraggiare ogni e qualsiasi iniziativa seria di riduzione dei costi della politica, della enorme mole di spesa pubblica, dell'indebitamento contratto in alcuni settori dei servizi sociali e sanitari essenziali, contribuendo, in piena coscienza ed irresponsabilità, all'aumento indiscriminato delle tariffe e delle tasse.
Pio Rapagnà – ex Parlamentare

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